Per la prima volta nella storia dei playoff NBA le stesse due squadre si affronteranno per il terzo anno consecutivo alle Finals (e potrebbe non essere l’ultima volta). Golden State Warriors – Cleveland Cavaliers Ep.III sta per avere inizio.
Steph Curry, per dimostrare di essere un MVP anche nel momento cruciale della stagione, LeBron James per scacciare il fantasma del 23 di Chicago, Draymond Green per riscattare la squalifica in gara 5 del 2016, Kyrie Irving per confermarsi l’eroe della squadra, Kevin Durant per raggiungere il desiderato anello.
Dopo 3 turni in cui non c’è stata storia i Warriors sanno che difficilmente la vita sarà facile contro i campioni in carica, soprattutto in memoria di quel 3-1 poi clamorosamente ribaltato e che ha ‘vanificato’ (per modo di dire) una regular season da sogno con 73 vittorie.
Quest’anno i Dubs dopo una regular season con una leggera flessione (67 vittorie) si sono trasformati in una macchina perfetta da playoff, approdando alle Finals con un record di 12-0. I Cavs però non sono stati da meno, perdendo solo uno scontro nel loro cammino.
Quali potranno essere allora le chiavi per Curry & co. per avere la loro vendetta? Prima di proseguire la lettura, vi consigliamo di consultare la preview generale dello sconto (cliccate sulla parola LINK).
KLAY THOMPSON
Nel dominio Warriors la nota più dolente è proprio lui. Se Klay sta giocando dei playoff difensivamente buoni, è offensivamente che il suo apporto è calato drasticamente. In queste prime 12 gare di postseason Thompson ha messo 14.4 punti per gara, tirando col 38.3% dal campo e col 36.4% da 3. Un discesa drastica rispetto alla RS dove i numeri sentenziavano: 22.3 punti di media col 46.8% dal campo e il 41.4% dall’arco.
Golden State deve sperare che la sua shooting guard stia sparando a salve ora tenendo il meglio per le Finals, anche perché se con gli avversari precedenti è andato tutto bene i Cavs potrebbero far pagare ogni minimo errore.
FERMARE LE SECONDE CHANCE DEI CAVS
in questi playoff i Cavs non si sono finora dimostrati i soliti mostri sotto il canestro avversario. 8.3 rimbalzi offensivi a gara (10° tra le squadre ai playoff) e una percentuale del 22.6%, di poco superiore a quella degli avversari (20.1%). Di fatto i Warriors sono la seconda squadra per rimbalzi dei playoff con 45.8 a partita, alle spalle dei Bulls. Ma quel che è successo lo scorso anno è ancora nella memoria di tutti, con LeBron e Tristan Thompson (3.9 rimbalzi a gara nelle scorse Finals) a dominare sotto al canestro, con Golden State che ha concesso 11.7 rimbalzi offensivi e 16.3 second chance point a gara, soccombendo ai Cavalieri.
Quali jolly potrà usare Kerr per contrastare questa cosa? In primis gli 8.3 rimbalzi che Durant porta in dote, secondo l’aspetto riposo. Questa la differenza di minuti tra i playoff 2016 e quelli 2017 dei giocatori della Baia (Curry escluso per aver saltato buona parte dei playoff scorsi).
Draymond: 639 -> 416
Klay: 603 -> 413
KD: 734 -> 334
LIMITARE LOVE
Nelle scorse 2 Finals contro i Warriors i numeri del Re sono stati questi: 32.5 punti, 12.2 rimbalzi, 8.8 assist, 2 rubate 1.5 stoppate. Cifre che difficilmente cambieranno, quando LeBron vede l’anello all’orizzonte diventa pressoché inarrestabile e più la sfida è ardua e più si esalta. Golden State quindi dovrà puntare sui sidekick di James per conquistare la guerra: Love e Irving. Se la point guard quanto è in giornata risulta immarcabile (lo sa bene Golden State e lo hanno scoperto per ultimi i Celtics) è Love il più vulnerabile mentalmente.
Lo scorso anno i guerrieri hanno commesso l’errore di sottovalutarlo (un crescendo difensivamente fino alla perfetta gara 7 e un pericolo costante sotto canestro), tuttavia quest’anno il numero 0 si presenta con 17.2 punti e 10.4 rimbalzi, segnando 2.9 triple a notte con un infuocato 47.5% da lontano. La chiave per i Warriors sarà tenerlo fuori dalla serie il più possibile, mettendogli addosso il possibile DPOY Draymond Green oppure un KD che stava tenendo livelli da All-Defensive team prima dell’infortunio (entrambi si alterneranno anche in marcatura su James) e una difesa che può mettere in difficoltà anche il quintetto finora più redditizio per Cleveland, quello con Love centro più i tiratori, come dimostra un dato interessante. I giocatori marcati da KD e Green in questi playoff hanno avuto un calo significativo al tiro sia sotto il ferro (<6ft -13%) che da 3 punti (-11%). Kevin Love è avvisato.
FAR VALERE LA DIFESA
I Warriors sono il secondo miglior attacco dei playoff (115.8 punti ogni 100 possessi) alle spalle proprio dei Cavs che di punti ne hanno messi 120.7.
Ma c’è una drastica differenza per quanto riguarda la difesa. Se GS era già la seconda miglior difesa nella stagione regolare (101.1 di defensive rating) il suo livello è aumentato ancora (99.1). Anche i Cavs sono migliorati, passando da un mediocre ventiduesimo posto in RS (108.0) al terzo dei playoff (104.6).
Una differenza tra le due che rimane comunque ampia, basti pensare che la differenza tra il primo e il terzo posto è la stessa che c’è tra i Cavs e OKC (dodicesimo defensive rating ai playoff).
I Dubs sono una squadra oliata anche avanti, come dimostrano i 30.4 assist in RS e i 27.8 assist ai playoff (leader della lega in entrambe le occasioni). E quando i rimbalzi difensivi sono dalla loro i Warriors sono letali in contropiede, come dimostrano i 20.7 punti a gara segnati così ai playoff, molti più dei Cavaliers (11.2). Se manterranno questi aspetti e non ci saranno inversioni di rotta come nelle scorse Finals, dove Lebron & co. ebbero la meglio sotto questo ultimo aspetto (16.4 vs i 9.4 punti in contropiede Warriors) col loro giro palla e il loro movimento continuo Golden State può davvero scoperchiare tutti i limiti difensivi dei rivali.
STEPH CURRY
Foul trouble e l’infortunio hanno limitato il 30 della Baia lo scorso anno, ma questo non deve passare come una scusante. Curry è stato principalmente sconfitto nello scontro individuale con Irving e questo non dovrà accadere ancora.
Nelle scorse Finals i numeri del 2 volte MVP sono stati: 22.6 punti 4.9 rimbalzi, 3.7 assist e 0.9 rubate con il 40.3% dal campo e col 40% da 3. Quelli di Kyrie: 27.1 punti, 3.9 rimbalzi 3.9 assist e 2.1 rubate con il 46.8% al tiro e il 40.5% dal perimetro. Con la tripla che ha deciso la serie sparata proprio in faccia a Curry.
Ma in questi playoff la musica sembra cambiata, e dopo una r.s. giocata sottotono rispetto alle ultime 2 a ritmi alieni, Steph è tornato a giocare ai livelli che ci aveva abituato, tornando super: 28.6 punti, 5.5 rimbalzi, 5.6 assist e 1.9 rubate tirando col 50.2% e il 43.1% dall’arco (nel club dei 50/40/90 ai playoff con 25+ ppg come solo Nowitzki e Bird).
Lo chef è più carico che mai e la sua portata principale è un piatto che va servito freddo: la vendetta.
Scritto da: Alex Cesc Di Marcantonio