Before the spotlight: Villanova Wildcats
L’anno è il 1920 e siamo in Pennsylvania. Micheale Saxe è un giovane trentenne che, fino a qualche anno prima, giocava a basket, a livello molto dilettantistico, nella sua università. In quegli anni in America sta spopolando un nuovo campionato cestistico (in realtà esiste già da qualche anno) e si sta ampliando sempre di più. Il signor Saxe, allora, decide di rendere partecipe di questa manifestazione sportiva anche la sua università, ottiene l’appoggio di una serie di persone per quanto riguarda la parte burocratica e, nel 1920 appunto, quel campionato, che si chiama NCAA, ha una squadra in più: i Villanova Wildcats.
Saxe diventa allenatore e rimane tale per le prime sei stagioni. Sempre nel 1920 la squadra disputa la sua prima partita battendo la Catholic University di Washington D.C. 43-30. I Wildcats giocano e si allenano allo storico Alumni Hall, nel campus dell’università.
Sotto il punto di vista sportivo, come prevedibile, nei primi anni i risultati non arrivano, la squadra è debole, i finanziamenti ridotti e gli avversari troppo competitivi. Neanche il cambio di allenatore con l’arrivo di George “Doc” Jacobs porta gli effetti sperati, nonostante un miglioramento del gioco.
Dopo l’abbandono di Jacobs, nel 1936, la svolta: arriva Alexander Severance, coach che rimarrà per 25 anni alla guida dei Wildcats, al termine dei quali vanterà un record di 413 vittorie e 201 sconfitte. Sotto la guida di coach “Sev” Villanova riesce a vincere la sua prima partita nel NCAA Tournament che dà loro l’accesso alle final four, dove però vennero eliminati in semifinale. Coach Sev riportò la squadra al NCAA Tournament anche nel ’49, ’51, ’55, ’59 e ’60 aiutato anche dal talento della squadra: Paul Arizine. È in quegli anni che nasce la rivalità, oggi storica, con Georgetown.
Quando, nel ’61, coach Sev si ritira, il timone passa a Jack Kraft, che lo guiderà per 12 stagioni. Con Kraft i Wildcats raggiungono il torneo per sei volte, due delle quali raggiungendo le final four ma, entrambe le volte, senza riuscire a conquistare il primo titolo della loro storia.
Per la loro prima volta bisogna aspettare il 1985 e un altro coach storico di Villanova: Rollie Massimino. Come al solito i Wildcats non partono favoriti, le squadre più ricche e più blasonate sono le favorite ma una stagione praticamente perfetta dei bianco-blu li porta alle final four. In semifinale la squadra di Massimino batte Memphis State, in finale sconfigge i rivali di sempre di Georgetown, guidati da Patrick Ewing, in quella che viene ancora oggi considerata la miglior partita di basket collegiale della storia. Al termine di quella meravigliosa stagione i Wildcats si auto-regalano “the Pavillion”, il nuovo stadio dove disputare le partite.
Galvanizzati dalla loro prima vittoria del torneo, i bianchi-blu provano subito a bissare il successo, sempre guidati da coach Rollie. Per ritrovare il successo però, sarà necessario aspettare il 1994 ed un nuovo coach: Steve Lappas che porterà i Wildcats alla vittoria del NIT Championship (Villanova sarà la quindicesima squadra a riuscire a vincere sia NCAA che NIT). Gli anni di Lappas sono costituiti da pochi risultati sportivi e tante ombre sull’allenatore, accusato di reati che, alla fine, gli furono imputati ma che contribuirono a destabilizzare l’ambiente. L’addio di Lappas, nel 2002, vedrà l’avvento ad head coach di Jay Wright, storico assistente di Massimino. I meriti attribuibili a Wright sono molteplici, basti pensare che in sedici delle sue diciassette stagioni ha raggiunto l’NCAA Tournament. La cosa maggiormente impressionante, nel senso più positivo del termine, però è un’altra, è la sua completa dedizione al suo lavoro. Parlano di lui come uno dei coach collegiali più ispirati e appassionati di questo sport, di uno molto vicino ai ragazzi sia dal punto di vista sportivo che, soprattutto, umano. Uno così merita il meglio e a darglielo ci ha pensato Kris Jenkins con un meraviglioso tiro allo scadere che ha regalato ai Wildcats la seconda vittoria nel torneo NCAA, al termine di una di quelle stagioni che, secondo i più, è stata la più dominante e impressionante della storia NCAA.
Molti giocatori importanti hanno vestito la canotta bianco-blu, a partire da Paul Arizin che vedrà ritirato il suo #11 nel 1974. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono gente del calibro di Randy Foye e Kyle Lowrye e occhi anche ad Arcidiacono che, quest’anno, si creerà il suo spazio agli ordini di coach Popovich.
La tradizione di Villanova è ben presenta nella storia americana collegiale. L’attaccamento alla maglia bianco-blu è uno dei più forti di tutta la NCAA, sia da parte dei tifosi che dai giocatori che agli allenatori ed è per questo che nessun coach di Villanova, in tutta la sua storia è mai stato licenziato.
Prepariamoci alla nuova stagione dove Villanova, ancora una volta, non partirà da favorita, nonostante il titolo dell’anno scorso ma state tranquilli che V for Villanova si farà sentire in tutti gli Stati Uniti.