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NBA Injuries: solo sfortunati eventi?

di Mattia Ciancarella
NBA infortuni

NBA infortuni: tutto nella norma o qualcosa non torna in questo avvio di regular season?

La stagione 2017/2018 è iniziata, purtroppo, con un gran numero di infortuni, alcuni di questi molto gravi. Tra quelli più ‘celebri‘ ricordiamo quello avvenuto a Gordon Hayward, costretto ad interrompere la sua prima stagione al Garden dopo pochissimo tempo (link). Il giorno dopo, Jeremy Lin, point guard dei Brooklyn Nets, ha riportato la rottura del tendine rotuleo del ginocchio anch’egli in seguito ad una sfortunata caduta (Link).

Anche la scelta numero uno al draft, Markelle Fultz, ha riportato un problema alla spalla che, dapprima ha limitato le percentuali al tiro, per poi costringerlo a riposo ed ora ad essere fuori a tempo indeterminato.

A questi si possono aggiungere Chris Paul, Milos Teodosic, DeAndre Bembry, JaMychal Green, Nikola Mirotic, Kawhi Leonard, Tony Parker, Isaiah Thomas, Dante Exum ed Elfrid Payton che la scorsa stagione aveva giocato tutte le partite. In tutto ci sono stati ben 85 infortuni ad ottobre, una media di quasi 3 al giorno: in molti hanno iniziato a storcere il naso attribuendo la responsabilità alla preparazione atletica dei giocatori e alle scarpe.

NBA infortuni

Gordon Hayward, protagonista di un pauroso infortunio.

Per verificare se qualcosa è effettivamente cambiato siamo andati a spulciare negli archivi della lega gli infortuni per il mese di ottobre delle passate quattro stagioni.

Nell’annata 2014/2015 ci sono stati 66 infortuni durante il mese di ottobre, di questi però ben 17 sono stati molto gravi. Ricordiamo Russell Westbrook che si ruppe la mano destra, Julius Randle e JaVale McGee la gamba Bradley Beal il polso. Durante la stagione 2015/16 c sono stati 59 infortuni, 7 in meno rispetto al precedente, con 14 episodi gravi. Jodie Meeks soffrì una frattura al piede destro, Wilson Chandler fu operato al bacino, Robert Covington soffrì di uno stiramento al MCL, Donatas Motiejunas operato alla schiena. Senza dimenticare Jabari Parker e Chandler Parsons. Per quanto riguarda l’anno scorso abbiamo visto un sensibile aumento del numero di infortuni, che arrivano a 92. Di questi però osserviamo un analogo numero di problemi alle caviglie e ai piedi, un notevole aumento delle partite saltate per dolori e, soprattutto, un numero di infortuni gravi quasi dimezzato. Infatti ce ne sono stati solo 8: Khris Middleton, Tyreke Evans, Quincy Pondexter, Patrick Beverley, Nerlens Noel, Cameron Payne, Gordon Hayward e Ben Simmons.

Durante questo primo mese, come detto, siamo a 85 infortuni di cui 6 gravi. Il numero di infortuni sembra quindi essere aumentato ma in realtà, ciò che è aumentata è l’attenzione delle franchigie ai propri giocatori che vengono mandati ai box senza pensarci due volte se c’è qualche acciacco che rischia di diventare qualcosa di più grande.

Il discorso delle famigerate scarpe killer si sviluppa su 2 punti principali.

1) I giocatori ricevono molti milioni dai brand sportivi per indossare le loro calzature sportive, da parte di questi c’è tutto l’interesse affinché l’atleta performi al massimo delle sue potenzialità. Per questo le scarpe che indossa, ad esempio, Giannīs Antetokounmpo, sono realizzate in collaborazione con ortopedici e kinesiologi, tenendo in considerazione tutte le caratteristiche fisiche ed atletiche del giocatore oltre che di passati infortuni, movimenti preferiti ecc. Oltre ciò le scarpe vengono realizzate partendo dal calco del piede, con materiali superiori rispetto alle calzature messe in commercio.

2) Nel 2009 sono stati pubblicati i risultati di uno studio durato 2 anni condotto dall’università di Calgary con la squadra di football per indagare l’incidenza delle calzature sugli infortuni. Lo studio dimostra come non ci sia una correlazione tra infortuni e brand di calzature. Le scarpe creano due tipi di attrito con il suolo, l’High Forward Motion (mentre proseguiamo in avanti) e il Rotacional Traction (durante i movimenti laterali e rotazionali). Quando il Rotacional Traction aumenta eccessivamente, gli infortuni aumentano. Comunque, conclude il professor Wannop (ideatore dello studio) non è possibile identificare una scarpa perfetta in quanto questa varia a seconda di moltissimi parametri come l’altezza, il peso, baricentro ed altri. (Articolo sullo studio del Prof. Wannop )

Tutti i veri appassionati di pallacanestro soffrono nel vedere gli attori principali uscire di scena a causa di questi sfortunati eventi. La speranza è che con il tempo e il progresso nelle tecniche di allenamento e di realizzazione delle calzature si ridurranno al minimo il numero degli infortuni.

 

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