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Dopo alcune stagioni da dimenticare, sembra che a New Orleans ci sia aria nuova, grazie all’incredibile ascesa di Anthony Davis e alle scelte fatte in off-season dalla dirigenza. Attorno ad AD, infatti, sono stati messi giocatori di indiscutibile talento, ma con un rendimento altalenante , che non hanno permesso di raggiungere nell’immediato i risultati sperati.  A complicare l’assunto c’è anche l’estrema competitività della Western Conference.

Anthony Davis.

Anthony Davis, stella dei New Orleans Pelicans.

Ma partiamo dalla scorsa off-season: nella free-agency, i Pelicans, forti di un notevole spazio salariale, si sono portati a casa l’oneroso contratto di Omer Asik (8,374 mln di dollari), in cambio di una seconda scelta in una trade a tre che ha coinvolto anche Washington, che ha spedito Ariza a Houston. Successivamente, a gennaio di quest’anno, i Pelicans si sono sbarazzati di Austin Rivers, figlio di Doc, ma si sono portati a casa Pondexter dei Grizzlies all’interno della stessa trade  che girava intorno a Jeff Green. Arrivati alla dead line, si sono mossi ulteriormente per poter assestare il roster al fine di dargli equilibrio in vista della folle corsa ai playoffs. A rinforzare la panchina di New Orleans sono arrivati, in una trade a tre squadre, Norris Cole, Shwane Williams e Justin Hamilton da Miami ed ha fatto le valige in direzione Phoenix John Salmons. Con le nuove aggiunte, i “pellicani” si preparano a “spiccare il volo” verso i playoffs, ma la strada dura da percorrere perché OKC non vuole rinunciare all’ottavo posto e Phoenix spinge per uno spot nella post- season.

Dal punto di vista prettamente economico, i Pelicans godono di buona salute, perché non hanno i cosiddetti big contracts, se non quello di Gordon (14,89 mln di dollari quest’anno e 15,5 mln di player option il prossimo), ma tutti middle high contracs, che permettono di poter puntare a tanti giocatori di talento senza spendere cifre esorbitanti e poter comunque inseguire i playoffs; un classico esempio sono i contratti di Holiday (44 mln per quattro anni), di Evans (35 mln per 3 anni) e di Anderson (17 mln in due anni). Subito dopo abbiamo i contratti di Anthony Davis (5,5 mln quest’anno e team option da 7 mln l’anno prossimo), di Pondexter (15 mln in quattro anni) e di Norris Cole (2 mln quest’anno). Assieme agli altri giocatori nel roster e a quelli tagliati col contratto garantito, il salary cap  ammonta a circa 69,2 mln di dollari quest’anno e 56,3 l’anno prossimo. Tutti questi movimenti sono stati fatti in prospettiva per il 2016, anno in cui entrerà in vigore il nuovo contratto collettivo e in cui si dovrà lavorare sul rinnovo di Anthony Davis, che sicuramente verrà ricompensato come una superstar. In quell’anno, i Pelicans avranno un cap di soli 26 mln di dollari e potranno garantirsi almeno due contratti onerosi al fine di mettere in piedi una squadra competitiva . A New Orleans la tavola è apparecchiata, adesso spetta a Davis e ad i suoi compagni gestire al meglio la situazione al fine di giungere al vertice.

Per NBA Passion,

Alessandro Maritato

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