NBA Analysis – Home is where the heart is…

di Mario Tomaino

Home Is Where The Heart Is… My Home, My City, My House… #HeatLifer”. Era il 15 luglio 2014, non è passato nemmeno un anno da quel tweet sul suo profilo all’indomani della partenza di LeBron James. Un messaggio chiaro e forte, a ribadire il solito concetto: Miami è la mia casa.

Eppure, ieri le notizie proveniente da South Beach non lasciano presagire nulla di buono: il rinnovo del contratto a fine stagione sembra non essere vicino, con ambedue le parti molto lontane dal trovare un accordo che soddisfi entrambi. Wade pare abbia richiesto 50 milioni in 3 anni, Riley, al momento, non sembra intenzionato ad accontentare le richieste. Ecco allora circolata ieri la notizia che ha fatto tremare i tifosi degli Heat: Dwyane Wade sembra seriamente intenzionato ad uscire dal proprio contratto. Il #3 degli Heat, che ha ri-firmato il contratto appena un anno fa a 31 milioni di dollari in 2 anni, ha a disposizione una ‘player option’ da poter esercitare; al momento, però, non sembra esserci tutta questa volontà: “Firmai il contratto per una ragione e la franchigia fece altrettanto. La scelta è mia. Deciderò a momento debito.” – ha riportato Reynolds di RealGMTutti sanno che ho sempre dato il meglio per l’organizzazione, adesso però è giusto pensare al meglio di Dwyane Wade anche”. Parole che fanno tremare i tifosi di Miami, già molto provati lo scorso anno dall’addio di LeBron James. Ma come dargli torto?

Dichiarazioni di circostanza o reale rottura? Wade sembra piuttosto frustrato dalla situazione venutasi a creare.

Dichiarazioni di circostanza o reale rottura? Wade sembra piuttosto frustrato dalla situazione venutasi a creare.

Nonostante fosse l’idolo indiscusso della franchigia, Wade ha sempre fatto sacrifici per permettere agli Heat di poter puntare in alto: lo fece nel 2011 subito dopo l’arrivo di LeBron James, accettando con tanta professionalità e nessuna parola di troppo il ruolo di secondo violino; lo fece l’estate scorsa quando, nella speranza di ri-firmare l’amico e compagno LeBron, il capitano degli Heat si ridusse considerevolmente lo stipendio.

Un altro scenario allarmante alle porte degli Heat, quindi? Ascoltando queste parole, potrebbe essere. Potrebbe, ma sono solo ipotesi al momento.

Le dichiarazioni rilasciate ieri a mezzo stampa, sembrano essere parole di circostanza, rilasciate per mettere pressione alla dirigenza degli Heat. Come già anticipato, i soldi non sono la sua priorità (nonostante comunque percepisca lauti stipendi). Qual è il vero punto della situazione allora? Dov’è che Wade mira ad arrivare? Ipotizziamo allora un possibile futuro scenario: con il mega contratto di Bosh firmato un anno fa, la possibile ri-firma di Dragic e la conseguente consacrazione di Whiteside, la guardia degli Heat potrebbe risultare il 3° se non addirittura il 4° membro del roster più pagato nel 2016: un paradosso che non regge assolutamente.

Uno dei momenti più difficili nella storia tra Wade e gli Heat: riusciranno a trovare un accordo?

Uno dei momenti più difficili nella storia tra Wade e gli Heat: riusciranno a trovare un accordo?

Eppure, secondo alcune voci trapelate dall’ambiente, a 33 anni compiuti, i dirigenti di Miami presumevano che Wade iniziasse a trattare il rinnovo di anno in anno, riducendo gradualmente il peso del suo stipendio, un po’ come accaduto con gente come Nowitski o Duncan per intenderci.

Non è la prima volta che Dwyane e Pat devono affrontare ostacoli del genere, è già accaduto nei 12 anni di binomio Wade-Heat: è successo nel 2009 quando, dopo la delusione per essere arrivato al 3° posto nella corsa all’MVP, ha spinto la franchigia verso un rapido miglioramento del roster; è successo anche nel 2010 quando, all’alba della ‘Big-Three Era’, dovette essere tranquillizzato dalla dirigenza circa il suo ruolo del roster.

Non importa se il sangue dice Chicago, D-Wade è ormai a tutti gli effetti un simbolo, il Simbolo della Miami del basket e, proprio per tale motivi, è impensabile immaginare Wade e gli Heat come due realtà distinte e separate. “Home is where the heart is” e Miami è casa sua. Non ci resta che attendere quindi l’ufficialità di tale rinnovo, nella speranza che, per i tifosi di Miami, il binomio Wade-Heat possa durare in eterno.

 

Per NbaPassion,
Mario Tomaino (@Mariot_22 on Twitter)

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