In casa Washington Wizards da tempo tiene banco il futuro di Bradley Beal. L’ala piccola dovrà infatti decidere il proprio destino in queste settimane, avendo sul tavolo la possibilità di restare nella capitale con un’opzione da 36.4 milioni di dollari, oppure sondare il mercato della free agency in quel di luglio.
Nell’ultima stagione il numero 0 ha partecipato solo a 40 partite, fermandosi definitivamente a dicembre per operarsi al legamento scafolunato destro. In quella breve parentesi, la squadra diretta da Wes Unseld Jr aveva dato degli ottimi segnali giocando una buona pallacanestro in entrambe le metà campo e siglando un record di 10 vittorie e 3 sconfitte.
Tuttavia in coincidenza dell’assenza forzata della loro star, Washington è progressivamente crollata terminando la regular season al dodicesimo posto. L’obiettivo per l’ex prodigio dei Florida Gators è chiaro: provare nel prime della carriera a giocarsi le chance di titolo.
Ai piedi della Capital One Arena Beal si è sempre contraddistinto per il suo forte attaccamento alla causa rossoblu e non sarebbe dunque una sorpresa se il matrimonio iniziato nel 2012 potesse conoscere un nuovo capitolo. Gli Washington Wizards disporrebbero attualmente di un roster ben assortito a cui mancherebbe forse una point guard di livello che possa ulteriormente alzare il livello di regia offensiva. Inoltre la compagine capitolina necessiterebbe di un lavoro di rifinitura nel comparto riserve, dove un upgrade nella profondità del roster potrebbe rivelarsi utile nella gestione delle risorse, durante la stagione.
Tuttavia non sono da scartare le ipotesi di separazione, con i Miami Heat e i Portland Trail Blazers in prima fila per accaparrarsi il giocatore.
Intervistato da Taylor Rooks di Bleacher Report, Beal ha fatto il punto della situazione circa il suo futuro rimanendo altresì decisamente vago. L’unico fatto emerso è ovviamente la forte fame di vittorie che ha sempre distinto il nativo di St Louis:
“La mia scelta sarà in base a dove sento di poter vincere. Questa sarà la mia decisione. Se sento di poter vincere a Washington, è quello che farò. Voglio che la gente lo rispetti. Nella scelta considero poi la mia famiglia. Cosa vogliono fare? Dove vogliono vivere? In cosa si sentono a loro agio? E, ovviamente, la squadra. C’è un po’ di ansia perché devo prendere una decisione e il tempo stringe. Siamo a giugno. Ma è divertente trovarsi in questa posizione…”