Home NBA, National Basketball AssociationMercato NBA, ultime notizie su scambi e trattative Toronto Raptors, Masai Ujiri sul suo futuro: “Parlerò con la proprietà”

Toronto Raptors, Masai Ujiri sul suo futuro: “Parlerò con la proprietà”

di Michele Gibin
Masai Ujiri

Non solo Kyle Lowry, il free agent più importante per i Toronto Raptors sarà il presidente Masai Ujiri, l’uomo che ha costruito la squadra campione NBA 2019, indovinato la trade per Kawhi Leonard e portato in Canada giocatori come OG Anunoby, Pascal Siakam e Fred Vanvleet via draft.

A pochi giorni dalla fine si una stagione particolare per i Raptors, giocata “in esilio” a Tampa Bay a causa del Covid e delle restrizioni tra Canada e USA, Masai Ujiri ha dichiarato che nella sua decisione se restare o meno a Toronto peseranno “i colloqui con i proprietari della squadranelle prossime settimane.

Per Ujiri “non si tratta di firme in bianco” sugli assegni, ergo di soldi, quanto di proseguire il lavoro con un progetto vincente, che punti a ripetersi dopo lo storico anello del 2019: “Dobbiamo andare avanti e tornare a essere una franchigia che competa ancora per il titolo. il trionfo del 2019 è passato, abbiamo vinto e OK, ma nessuno ne parla più, giusto? Noi vogliamo vincerne un altro, non accontentarci dei play-in o dei playoffs. Tanti ci hanno chiesto: perché non avete voluto tentare i play-in? E per che cosa avremmo giocato? Noi qui vogliamo vincere, e dobbiamo rimetterci nelle condizioni di farlo“.

Il primo crocevia per tornare in vetta alla Eastern Conference per i Raptors sarà la free agency 2021. La star e bandiera della squadra Kyle Lowry sarà free agent, Lowry non ha mai manifestato l’intenzione di andarsene e sicuramente le parti parleranno di un nuovo accordo. Quanta sia effettivamente la volontà reciproca di chiudere resta da vedere, è al contempo vero che le squadre di vaglia che possono ambire a mettere sotto contratto il 5 volte All-Star non sono molte (Knicks e Bulls potrebbero essere interessate, così come i soliti Miami Heat, ma non Philadelphia).

Gary Trent Jr diventerà restricted free agent e la sua conferma è praticamente scontata: a 22 anni l’ex Blazers è uno dei giocatori NBA emergenti.

Nelle poche partite giocate in stagione, il canadese Khem Birch ha fatto bene (oltre 11 punti e 7 rimbalzi di media), meglio del vecchio Aron Baynes il cui 2020\21 è stato complicato. Nel finale di regular season buoni numeri sono arrivati da Freddie Gillespie, ala forte da Baylor al primo anno NBA.

Tutti giocatori da confermare o valutare, al pari di due veterani come DeAndre’ Bembry e soprattutto Rodney Hood, i cui contratti non sono garantiti per la prossima stagione.

La nostra determinazione deve essere pensare in avanti, ai prossimi 5 o 10 anni. Che cosa stiamo facendo per garantirci che potremo tornare a giocare per vincere? Di questo parleremo assieme alla proprietà, e certamente avrò tanti temi da affrontare. Ma so che troverò persone disposte ad ascoltare“.

Raptors, Masai Ujiri: “Vogliamo tornare a giocare a Toronto”

Uno dei temi che Ujiri vorrà affrontare, sia con gli owner che con la NBA stessa, è l’anomalia che in tempi di Covid i Toronto Raptors hanno rappresentato, quale unica squadra oltreconfine e costretta a traslocare. “Per noi è stato uno svantaggio incredibile, la sistemazione (a Tampa Bay, ndr) non ha funzionato ed è stato difficile per tutti, dallo staff ai giocatori agli executive. Noi abbiamo provato a fare il massimo (…) abbiamo avuto le nostre colpe, in squadra c’è stato a un certo punto un focolaio di Covid, forse il roster da me assemblato aveva qualche difetto. Ma sta di fatto che a febbraio eravamo comunque riusciti a risalire fino al quarto posto a Est, prima di scivolare ancora in basso. La realtà però è che tutti noi abbiamo navigato a vista, è stata molto dura“.

Credo che a volte, l’essere l’unica squadra fuori dai confini sia un problema per la NBA. Ma è il modello di business che si sono scelti, una piattaforma globale che prevede squadre ‘estere’ e per questo noi meritiamo la stessa considerazione degli altri (…) la NBA non ha mai fatto mancare il proprio apporto, ci hanno sempre trattato con rispetto e comprensione. Ma ritengo che anche qui vi sia parecchio lavoro da fare, e se davvero devo restare qui, in questo senso ci sarà molto da discutere con i proprietari, riguardo a Toronto“.

Quello cui Ujiri fa riferimento è la prossima stagione. A oggi non è ancora chiaro se i Raptors potranno tornare in Canada, e tutto dipenderà dalle decisioni dei governi dei rispettivi paesi e delle autorità sanitarie. Oggi l’idea di avere squadre che ogni settimana varchino in entrambi i sensi il confine tra USA e Canada sembra ancora lontana, la prossima stagione inizierà a ottobre ma occorrerà agire per tempo, i Raptors non possono permettersi altre settimane di incertezza che potrebbero influenzare le scelte dei free agent. Già prima dell’inizio della stagione Ujiri aveva presentato a NBA e autorità un piano per consentire ai Raptors di restare a Toronto, piano respinto: “Sono stati commessi errori, io rispetto i governi e le autorità e dobbiamo lavorare per risolvere i problemi. Non ultimo la tempistica, che è importante. Noi vogliamo giocare a Toronto l’anno prossimo“.

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