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New York Knicks, molti nomi in ballo per il futuro della franchigia

di Valentino Aggio
steve mills

Nonostante la vittoria in overtime contro i Golden State Warriors per 124-122, la stagione dei New York Knicks è stata fin qui a dir poco deludente. Al momento la squadra della Grande Mela ha un record di 5-20, attualmente all’ultimo posto della Eastern Conference, dietro ai Cleveland Cavaliers e agli Atlanta Hawks di solo una partita. Purtroppo per i due volte campioni NBA, i problemi sono anche fuori dal campo, e non pochi.

Secondo Ian Begley di SNY, i Knicks licenzieranno il presidente della squadra, Steve Mills, alla fine della stagione, o forse anche durante questa annata. Begley sostiene che se i Knicks miglioreranno le loro prestazioni durante le partite rimanenti di questa stagione, allora potrebbe esserci una buona probabilità di vedere ancora Steve Mills al comando delle operazioni della franchigia.

Il futuro del General Manager dei Knicks Scott Perry, poi, è strettamente legato a quello di Mills: nel caso Mills venisse licenziato sarebbe proprio l’attuale GM a prendere il suo posto.

Knicks, situazione head-coach: chi al posto di Miller in futuro?

Dopo il licenziamento di David Fizdale, la guida della squadra è stata affidata a Mike Miller, ex allenatore dei Westchester Knicks. Miller ha 60 partire circa per dimostrare il suo potenziale e guadagnarsi il posto per la prossima stagione.

La dirigenza dei Knicks, comunque, ha già altre idee: si parla di allenatori come Tom Thibodeau, Mark Jackson e Jeff Van Gundy per la prossima stagione, secondo Shams Charania di The Athletic. Si vorrebbe un allenatore di spessore per avere successo nel mercato. Il nuovo head-coach deve essere esperto e vincente: ecco perché gli addetti ai lavori accostano spesso Masai Ujiri e Sam Presti ai Knicks per il loro front office.

Un altro obiettivo della franchigia può essere Neil Olshey, general manager dei Portland Trail Blazers, secondo Marc Berman del New York Post. Olshey è felice in Oregon, ma, stando a quanto dice una persona vicina, potrebbe cambiare squadra.

È completamente autonomo qui, può fare le cose come meglio crede e penso sia contento con lo stipendio che riceve. Ad ogni modo, Neil (Olshey, ndr) non ama Portland come città, per questo credo che possa cambiare. Purtroppo non è una persona che ama stare sotto i riflettori, ma gli piacciono le grandi città.

A proposito di Portland, dopo il ritorno in campo di Carmelo Anthony, a New York molti parlano del ritiro della maglia numero 7 indossata proprio da Melo, come riporta Steve Popper di Newsday. A parlarne è stato il diretto interessato: “Penso che chiunque voglia vedere il proprio numero appeso nel Madison Square Garden. Vedremo che cosa succederà quando finirà la mia carriera, sperando di vedere il mio numero 7 lassù da qualche parte.”

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