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James Harden dice si alla player option e vuole la trade: le squadre interessate

di Michele Gibin
james harden

James Harden ha deciso di esercitare la player option da 36 milioni di dollari prevista sul suo ultimo anno di contratto, per negoziare una trade con i Philadelphia 76ers.

Nei prossimi giorni, Harden e il suo entourage e i Sixers lavoreranno a uno scambio verso una destinazione di gradimento per il giocatore. Il Barba ha infatti deciso nei giorni scorsi di non rinnovare il suo contratto con i 76ers, sarebbe stato eleggibile per un’estensione plurienalle che cercherà eventualmente con la nuova squadra di destinazione.

L’avventura di Harden a Philadelphia sarebbe dunque destinata a durare solo un anno e mezzo, dopo che fu lo stesso ex Rockets a pretendere una trade verso i Sixers dopo aver deciso di lasciare nel febbraio 2022 i Brooklyn Nets. Uno dei motivi che avevano spinto James Harden a Philadelphia era la presenza di Daryl Morey, presidente della squadra e già Gm a Houston.

Durante la free agency 2022, James Harden aveva accettato uno sconto sui suoi due anni di contratto (una formula 1+1) per concedere a Morey e ai Sixers più flessibilità salariale e rinforzare il roster. Erano infatti arrivati giocatori come De’Anthony Melton, PJ Tucker e Danuel House (nonché una sanzione dalla NBA per tampering).

Mosse che non sono servite a fare dei 76ers una squadra da titolo. Philadelphia ha sprecato al secondo turno dei playoffs NBA 2023 un vantaggio di 3-2 contro i Boston Celtics e perso la serie per 4-3 con una disfatta senza appello in gara 7 a Boston. Per Phila si è trattata della terza eliminazione in semifinale di conference in 4 anni, a pagare per tutti è stato coach Doc Rivers, esonerato per fare largo a Nick Nurse in arrivo da Toronto.

Ora, tra le pretendenti per James Harden ci sarebbero LA Clippers e New York Knicks. I Philadelphia 76ers non hanno alcun obbligo di cedere Harden, che dopo aver esercitato la sua player option potrà diventare unrestricted free agent nel 2024, ma come riportato da Shams Charania per The Athletic, “non vedono un futuro a lungo termine” con Harden in squadra.

Gli LA Clippers sono alla ricerca di una point guard di livello dopo aver mancato Chris Paul, finito a Golden State via trade, e dopo che la trade con Boston per Malcolm Brogdon era caduta per timori sulle condizioni fisiche del giocatore, attualmente infortunato. I Clippers non hanno prime scelte future da impegnare per Harden ma possono offrire a Philadelphia i contratti in scadenza di giocatori come Marcus Morris, Robert Covington e Nic Batum, e Norman Powell o Terance Mann come contropartita tecnica. Powell soprattutto è già stato a Toronto un giocatore di Nick Nurse, membro del roster 2019 campione NBA.

I New York Knicks hanno già trovato in Jalen Brunson la loro point guard, per James Harden dovrebbero sacrificare RJ Barrett e giocatori come Obi Toppin e Quentin Grimes, oltre ad almeno una futura prima scelta al draft. Secondo quanto riportato da Ian Begley per SNY, il front office dei Knicks sarebbe al momento “tutt’altro che d’accordo” su un’eventuale trade per Harden.

Dopo aver rinunciato alla corsa per Bradley Beal, e dopo aver registrato la volontà per il momento di Damian Lillard di restare a Portland, i Miami Heat potrebbero fare un tentativo per James Harden. Miami potrebbe proporre a Philadelphia il contratto in scadenza e da “transare” di Kyle Lowry, e Duncan Robinson oltre a una futura prima scelta, oppure Max Strus o Gabe Vincent via sign and trade. Tyler Herro sarebbe un’alternativa ma non è chiaro quanto i Sixers possano considerare un back court Herro-Tyrese Maxey da affiancare a Joel Embiid, né quanto gli Heat siano disposti a spingersi per un giocatore, Harden, con cui dovranno comunque negoziare un rinnovo di contratto e che potrebbeo diventare free agent già tra un anno.

Tra le squadre da escludere, dopo tanti rumors, ci sarebbero gli Houston Rockets. James Harden avrebbe valutato in passato una reunion in Texas ma non avrebbe gradito le parole di qualche settimana fa di Jalen Green, che si era chiesto durante un episodio del podcast di Paul George, quanto il ritorno dell’ex MVP avrebbe potuto giovare alla squadra. Da qui la fine di ogni prospettiva di un secondo “stint” in maglia Rockets.

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