Home NBA, National Basketball AssociationMercato NBA, ultime notizie su scambi e trattative Intrigo Jimmy Butler: “Ha una lista di squadre”. E il suo agente attacca Charania: “Scrivi balle”

Intrigo Jimmy Butler: “Ha una lista di squadre”. E il suo agente attacca Charania: “Scrivi balle”

di Michele Gibin

I rumors degli ultimi giorni su Jimmy Butler sono stati abbastanza insistenti da generare reazioni anche nei diretti interessati, cosa che non si vede spesso nella NBA quando si inizia a parlare di mercato.

Che Butler fosse un nome destinato a finirci, in mezzo ai rumors, lo si sapeva dall’estate con il mancato accordo per un rinnovo di contratto coi Miami Heat e la “cazziata” pubblica di Pat Riley sui suoi atteggiamenti spacconi e le troppe partite saltae. Jimmy è sotto contratto con Miami fino al 2026, è ancora eleggibile per un’estensione ma potrà uscire dal suo contratto già al termine della stagione in corso, e diventare free agent. Da qui le speculazioni sul fatto che Miami possa pensare a una trade ora per la sua superstar per non rischiare di perderlo a zero tra qualche mese.

Gli insider, Shams Charania in testa, si sono spinti a indicare le destinazioni gradite che Jimmy Butler avrebbe comunicato perlomeno al suo agente, Bernie Lee, perché questi si mettesse all’opera per negoziare. Golden State Warriors, Dallas Mavs, Houston Rockets e Phoenix Suns le squadre citate, e la missione semplice: trovami una contender.

Che al momento Mavs e Suns siano completamente impossibilitati a fare la qualunque cosa sul mercato non ha mai fermato nessuno, specie Shams Charania che senza più la sua nemesi Adrian Wojnarowski a far da contrappeso, è diventato completamente immarcabile e ben coperto dalla macchina di ESPN. Alle voci su Jimmy Butler aveva risposto per primo coach Erik Spoelstra, che voleva difendere il buon momento dei suoi Heat in stagione: “E’ il momento più positivo dell’anno per noi, per cui qualsiasi altra cosa non mi interessa, e non dovrebbe interessare a nessuno perché sono solo fantasie senza senso“.

Il Gm dei Rockets Rafael Stone ha usato il medesimo argomento per gettare acqua sul fuoco, anche al netto di una certa dose di – eventuale – pretattica. “Il mio lavoro comprende guardare a ogni opportunità, ma a noi piace la squadra che abbiamo e non abbiamo intenzione di cambiarla e sarei scioccato se davvero qualcosa accadesse in questa stagione. Ci piace come siamo messi, vogliamo continuare a sviluppare i giocatori che abbiamo. Io devo fare il mio lavoro ma al momento non c’è nulla che mi fa pensare che la squadra non sarà questa anche nel futuro immediato,e che faremo qualcosa di grosso (sul mercato, ndr). Vogliamo che questo gruppo possa rendere al massimo e poi tireremo le somme alla fine dell’anno. Io spero che sarà questo nucleo a portarci dove vogliamo arrivare, abbiamo già fatto tanta strada con loro“.

Persino l’agente di Jimmy Butler, Bernie Lee, ha attaccato Charania e fatto alcune precisazioni, a mezzo social. “Senti, ieri non ho scritto nulla perché avevo altro da fare ma se non la smetti di tirare in ballo il mio nome a caso per dire tutte queste balle, quando sai che di solito non ti calcolo neppure, non so che cosa farò perché sono solo un uomo e un papà di mezza età. A tutti: questa roba è completamente falsa e inventata. Non ho mai avuto a che fare ne mai ne avrò con questo supposto giornalista. Shams, questa è la tua opportunità per dire: ok, ho fatto scrivere i miei tweet a ChatGPT e lui ha preso da Peter Vecsey… oppure di’ che ti hanno hackerato il profilo o non so cos’altro“.

Perché Jimmy Butler non può andare a Dallas, e men che mai ai Phoenix Suns

Delle ipotesi citate da Charania, quella dei Suns è lunare. Phoenix è una delle squadre NBA al di sopra del cosiddetto second tax apron, limite salariale ulteriore oltre la luxury tax che limita fortemente la flessibilità sul mercato delle trade. In parole povere i Suns non possono aggregare per via delle limitazioni i contratti di più giocatori per mettere in piedi una trade, e ogni scambio deve combaciare al centesimo tra salario in entrata e in uscita. I Suns potrebbero offire a Miami il solo contratto di Devin Booker (non accadrà) o di Bradley Beal, e Miami dovrebbe aggiungere in maniera artificiosa un secondo contratto per saldare la differenza. E il contratto di Beal prevede una no trade clause con la quale il giocatore si può opporre a uno scambio, una sorta di diritto di veto eredità del suo rinnovo al massimo salariale ai tempi degli Washington Wizards.

I Dallas Mavs sono in una situazione appena meno complicata, ben 90mila dollari malcontati al di sotto del second tax apron. E per arrivare a Jimmy Butler dovrebbero calcolare tutto al centesimo, e a parte questo inserire Dereck Lively II e Kyrie Irving in qualsiasi trade per la star di Miami. Questo sempre che gli Heat non si accontentino di un pacchetto con Maxi Kleber, PJ Washington, Daniel Gafford e la prima scelta al draft NBA 2025 di Dallas. Non proprio un’offerta allettante…

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