I Los Angeles Lakers se ne sono stati tranquilli alla trade deadline, senza scambi e senza rivoluzioni che non avrebbero avuto senso appena 12 mesi dopo i fuochi d’artificio del 2023.
Ora per le squadre NBA inizia la seconda fase “ufficiosa” del mercato, quella dei buyout con i giocatori svincolati, tra cui pescare quel giocatore ancora in grado di dare il suo contributo. E il nome su cui i Lakers sarebbero più attenti è quello di Spencer Dinwiddie, ceduto via trade dai Brooklyn Nets ai Toronto Raptors in cambio di Dennis Schroder e Thaddeus Young e subito rilasciato.
Dinwiddie sarebbe diventato free agent al termine della stagione, e non rientrava più nei piani dei Nets che stanno vivendo una stagione difficile e che vogliono ricostruire su Mikal Bridges, Cam Johnson, Nic Claxton, Cam Thomas e dal draft. In stagione Spencer Dinwiddie stava viaggiando a 12.6 punti di media con 6.0 assist ma percentuali basse al tiro, appena il 39% dal campo e il 32% al tiro da tre, in 30 minuti a gara.
I Lakers avrebbero bisogno di un’altra point guard alle spalle di Austin Reaves e D’Angelo Russell, nel ruolo che avrebbe dovuto essere di Gabe Vincent. L’ex giocatore dei Miami Heat ha avuto problemi alle ginocchia per tutto l’anno e ha giocato appena 5 partite, si è operato a gennaio e non rientrerà prima di marzo nella migliore delle ipotesi. E anche a quel punto gli occorrerà tempo per ritrovare il ritmo partita e il minutaggio atteso.
Dinwiddie sarebbe un’alternativa perlomeno di pari valore a Vincent, l’ex Nets ha ben fatto ai Dalla Mavericks in due stagioni e ha giocato le finali di conference con i Mavs nel 2022. Nel ruolo, le alternative a Spencer Dinwiddie tra i buyout sono limitate ai soli Ish Smith, Killian Hayes e Cory Joseph, mentre in caso di risoluzione contrattuale, Kyle Lowry sarà fuori dalla portata dei Lakers per via delle nuove regole salariali che limitano la spesa per i giocatori diventati free agent tramite buyout, per le squadre al di sopra dei due “tax apron” della luxury tax.