Alla fine non si è voluto aspettare la conclusione di questa stagione. James Harden approda a Philadelphia nelle ultime ore del giorno della trade deadline, ritrovando quel Daryl Morey che tanto gli ha voluto bene a Houston da esaudire ogni suo desiderio e soprattutto esercitando la sua player-option da oltre 47 milioni di dollari, in modo da garantirsi un’altra stagione in Pennsylvania e facendo felici i Sixers. Inoltre quest’ultimi riescono a trattenere due importantissimi asset come Tyrese Maxey e Matisse Thybulle, ribadendo l’intenzione di voler puntare subito in grande. Ma Philadelphia dovrà fare i conti anche con un giocatore ormai in calando e che si stanca molto facilmente degli ambienti in cui capita.
Valeva la pena puntare tutto su di lui per poi magari perderlo nel 2023? Tuttavia a mio avviso non possiamo definire un vincitore e un vinto dopo questo scambio, perché alla fine tutto ciò rispecchia la volontà delle due franchigie di aprire un nuovo capitolo della loro storia. Ma se a Philadelphia adesso l’unico obiettivo rimane quello di puntare a tutti i costi all’anello, questo sarà possibile anche a Brooklyn? Proviamo ad analizzare meglio quanto è cambiato alla corte di Steve Nash.
La trade era necessaria per i Brooklyn Nets, ecco perché
Vedere James Harden out nelle ultime settimane era stato un segnale ben chiaro che la trade era dietro l’angolo, nonostante le continue dichiarazioni di facciata di Nash, che sosteneva che sia lui che la società avevano intenzione di trattenere il Barba nella Grande Mela. Anche Daryl Morey in realtà sembrava rassegnato all’idea che Harden concludesse la stagione ai Nets. Tuttavia è stato proprio quest’ultimo, nella giornata di ieri, a ribadire la sua intenzione di voler lasciare subito, un po’ come fece anno scorso con gli Houston Rockets, minacciando anche di non voler rinnovare il suo contratto al termine della stagione.
Brooklyn dunque si è trovata costretta a muoversi, obbligando il Barba ad esercitare la sua player-option affinché la trade andasse in porto e ottenendo a mio avviso il massimo possibile immaginabile, strappando oltre a Ben Simmons anche Seth Curry, Andre Drummond e, soprattutto, due future scelte al primo giro, che sembravano davvero impossibili da portare a casa. Ma è davvero così che si risolvono le questioni, cioè rinforzando una diretta concorrente ad est? La risposta è che non c’erano alternative, perchè i big three alla fine si sono rivelati solamente un’illusione. Con tutto ciò voglio dire che, se non hai una squadra ben costruita e coesa, non riuscirai mai a vincere, neanche con tre superstar a roster. E questi erano i vecchi Brooklyn Nets, ossessivamente dipendenti dal solo Kevin Durant e che, senza lui, non riuscivano a produrre nulla di concreto e si sono ritrovati in un vortice che ancora non conosce la parola fine.
Si è provato quindi a cambiare qualcosa, sempre però con un obbiettivo ben saldato in testa: l’anello. Il leader della squadra nonché unico punto di riferimento rimane naturalmente sempre KD, che sembra aver apprezzato la trade condotta dalla franchigia. Ricordiamo che il numero 7 la scorsa stagione era riuscito a trascinare da solo Brooklyn a un passo dalle finali di conference. Senza di lui è naturale che la squadra soffra non poco e, soprattutto adesso con la partenza del Barba, l’ex Thunder si dovrà assumere maggiori responsabilità. Tutto dipenderà da come i nuovi arrivati si integreranno nel gioco di Steve Nash e da come reagirà la squadra. Una cosa però va detta; se Kyrie Irving dovesse tornare a giocare a tempo pieno e con tutto il roster al completo, questi Nets a mio avviso possono dire la loro ed imporsi. Ai playoffs tutto il lavoro fatto vedere in regular season si azzera, e quindi può succedere davvero di tutto.
Come si inseriranno i nuovi arrivati?
Come abbiamo detto, adesso le cose per Brooklyn cambieranno radicalmente, dovendo non più affidarsi completamente ai big three. Si dovrà costruire uno stile di gioco del tutto nuovo ed insistere di più sul collettivo. Con Ben Simmons a roster i Nets si garantiscono uno dei migliori difensori e assist-man della lega. Sull’australiano andrebbe aperto un capitolo a parte per la sua unicità, ma il suo cammino negli ultimi mesi si è interrotto grazie alla pessima gestione della sua situazione da parte della dirigenza Sixers.
Giocatore versatile, aggressivo e con doti atletiche e di playmaking incredibili, il prodotto di Louisiana State arriva a New York in cerca di riscatto, con la speranza di poter tornare a mostrare in campo le sue incredibili potenzialità cestistiche. Ma come saranno le sue condizioni? Di certo tutte da valutare, considerando che non mette piede in campo da Giugno scorso. Inoltre non saper tirare influisce non poco sulle sue prestazioni ma, se inserito in un contesto giusto e posizionato in un certo modo, Ben può tornare a dire la sua.
Con lui i i Nets si ritroveranno ad impiegare dei quintetti molto small-ball, ma difficili da interpretare per le difese avversarie. E se Joe Harris ha probabilmente terminato qui la sua stagione a causa del perdurare dell’infortunio alla caviglia patito a Novembre, Brooklyn è subito venuta ai ripari con Seth Curry, che nelle ultime annate ha mostrato notevoli miglioramenti, diventando uno dei tiratori più affidabili della lega e garantendo un minimo di ball-handling.
Inoltre avere sotto canestro un giocatore come Andre Drummond che, seppur in constante discesa, resta sempre uno dei miglior rimbalzisti della NBA ed è abilissimo nel pitturato, garantendo stabilità e concretezza sotto canestro. Tutto ciò basta? Molto probabilmente no. Ai Nets sarebbe servito un lungo perimetrale, meno macchinoso ed abile a portar palla e a sapersi muovere anche in altre zone del campo. Il nome più in voga era quello di Myles Turner, che però alla fine è rimasto ai Pacers. Ma al di là di questo, sono davvero curioso di veder giocare insieme Durant e Simmons, due giocatori molti diversi ma che possono compensarsi a vicenda. Inoltre, se come sembra verranno alleggerite le restrizioni nello stato di New York, con il rientro di Irving il tutto si farà più interessante. Brooklyn resta una delle favorite al titolo nonostante la perdita di Harden, ma secondo me al momento i Philadelphia 76ers possono dare qualcosa in più rispetto a loro. Il 10 Marzo ci sarà il primo scontro tra le due trasformate franchigie e siamo sicuri che lo spettacolo non mancherà.