Quando spesso compaiono i cartelloni nei palazzetti, o qualche hashtag sul web, con su scritto “FearTheBeard”, non si tratta di solo tifo o marketing, è pura realtà. Lo avranno ben capito i Mavs in questo Primo Turno dei Playoffs, che hanno assaporato appieno la pericolosità e la letalità dell’uragano James Harden.
Gara 3, Dallas: I Mavs di Dirk Nowitski sono chiamati a vincere per non andare sul 3-0 e riaprire quindi il discorso per il passaggio del turno. Il canestro dall’arco messo a referto da Mark Cuban, proprietario dei Mavs, nel pre-partita, aveva (forse) fatto ben sperare i tifosi più scaramantici e, effettivamente, la partita sembrava prendere la piega immaginata. Dopo un primo parziale di 27-15 in favore dei Rockets, l’entrata di JJ Barea in campo stravolge gli equilibri della partita: break di 32-14 per i Mavs grazie al fondamentale apporto dalla panca del 30enne portoricano che, sicuramente, avrà fatto pensare ai tifosi qualcosa simile ad un “bye-bye Rondo”; si va al riposo con un risultato di 72-65 per i Rockets. Un vantaggio che dà fiducia gli uomini di coach Carlisle, ma è troppo presto per cantare vittoria, James Harden deve ancora salire in cattedra.
La seconda metà di partita, infatti, è Harden vs Mavs: 16 punti di pregevole fattura nel terzo periodo per la guardia che contribuiscono a ricucire il gap prima e a riprendere il comando della partita poi. Il contributo di Dwight Howard, nell’ultimo periodo di gioco, porterà poi i Rockets a +10 a 4 minuti dal termine, con Nowitski e Ellis (26 su 29 punti del quarto-quarto messi a referto dal duo e 68 totali a fine partita, il 53% dei punti di squadra per intenderci) che hanno provato a riaprirla fino all’ultimo, sperando di portarla all’Overtime ma, il tiro dalla media di Monta Ellis, s’è scagliato contro il tabellone, senza nemmeno passare dalle parti del ferro.
“E’ stata una partita infernale, se vi piace l’attacco” ha dichiarato a fine partita coach Kevin McHale, e ha ragione. Se speravate di trovare una partita difensiva, evidentemente non conoscete granché le due franchigie: 130-128 per Houston che si porta sul 3-0 con la serie praticamente messa in cassaforte. Vittoria per i Rockets, quindi, con una valanga di record fatti registrare in partita: nuovo career-high nei Playoffs fissato a 42 punti per Harden, nuovo career-high per Howard che, grazie ai 26 rimbalzi raccolti, eguaglia quindi il record di franchigia appartenente a Hakeem Olajuwom e Moses Malone; dall’altra parte, invece, career-high eguagliato, sia per punti che per assist, anche da parte di Monta Ellis e, infine, i 258 punti realizzati nel match, hanno fatto registrare la terza partita con punteggio più alto nei Playoffs dal 2000.
Una partita segnata, quindi, dalla fondamentale prestazione di James Harden, che conferma quanto di buono ha fatto vedere in Regular Season, dando prova ancora una volta del suo stato di forma stratosferico e dimostrando di meritare di essere a tutti gli effetti l’MVP della stagione, se non fosse per Stephen Curry. Già, se non fosse per Curry…
Per Nba Passion,
Mario Tomaino