Zach Lowe di Grantland ha voluto classificare tutti i loghi delle franchigie NBA, dal peggiore al migliore. Al terzo posto c’è quello dei Miami Heat che, nella sua semplicità, riesce a unificare al meglio i concetti di “heat” e “basket”.
3. MIAMI HEAT
Già si possono immaginare le polemiche: è troppo semplice! Troppo semplice! E’ così banale!
Si, verissimo. Ma è proprio questo a renderlo così grande. Il nome “Heat” non lascia molto spazio alla creatività, ma la franchigia ha trovato la soluzione migliore: legare il nome al concetto “on fire”, reso celebre dai telecronisti Marv Albert, Dan Patrick e il videogioco NBA Jam.
Inoltre il logo è stato immortalato nel momento più desiderato per un giocatore di Miami, ovvero quello in cui la palla infuocata vola dalle mani verso il canestro.
Il canestro disegnato è molto semplice, e gli Heat potrebbero anche giocare con dei disegni vivaci come una rete abbrustolita, un tabellone bruciacchiato o il ferro del canestro fuso: tuttavia, aggiungendo degli effetti, si rischierebbe di avere un logo troppo pieno di dettagli.
Gli Heat contattarono il designer Richardson diversi anni fa per disegnare un nuovo logo secondario in stile Florida Art Deco, ma alla fine ci rinunciarono perché la proposta non si integrava con la palla di fuoco “Questo per spiegare quanto sia potente questo marchio” commenta lo stesso Richardson.
Il punto negativo di questo logo è il font, che sembra quello di una delle opzioni di un computer del 1991.