Finalmente una partita. Non che le altre della serie non lo siano state, sia chiaro. Ma finalmente, dopo le due trasferte di Chicago ricche di intensità ma povere di spettacolo, Gara-5 è stata una partita nella quale si sono riviste giocate ricche di talento.
Dopo l’incredibile buzzer beater di LeBron James che ha sancito il pareggio nella serie, si ritorna a Cleveland dove, ad attendere i Cavs, c’erano ben 20562 spettatori pronti ad essere un fattore decisivo negli equilibri del match. Il segnale ad inizio partita dei Bulls è stato chiaro: vogliamo vincere. Partenza a fionda per gli uomini di coach Thibodeau, che attaccano la difesa dei Cavs sin dai primi secondi dell’azione, difendendo altrettanto egregiamente le iniziative del #23 e dei compagni: dopo appena 3 minuti di gioco, la precisione al tiro dei Bulls (4/5 dal campo) e la loro intensità difensiva (0/4 per Cleveland) gli consentono di comandare il match con un parziale di 12-2 che fan ben sperare. Ma se c’è da vincere, LeBron James vince. Dopo le critiche subite riguardo i pessimi tiri presi fino a Gara-4, quello visto ieri notte è stato un LeBron James in grande spolvero: 24 punti con 10-12 al tiro nel primo tempo per ‘The King’; Cleveland va al riposo con un vantaggio di +10.
Nel secondo tempo succede di tutto: l’episodio chiave è sicuramente il ‘flagrant 2’ inflitto a Taj Gibson. Cleveland si porta sul +17 a 8 minuti dal termine ed è lì che gli uomini di Blatt si spengono. Ormai sicuri della vittoria, concedono ai Bulls l’opportunità di tornare a -2 con ancora 1 minuto di gioco. La palla persa ingenuamente da Dellavedova, fa presagire il peggio per i tifosi dei Cavs: la rimonta sembra ormai ad un passo. Tutto sembra concretizzarsi su una tripla sbagliata da Irving; Rose parte a razzo verso il canestro, voglioso di riportare finalmente in parità il match, Dellavedova lo contrasta egregiamente ma il #1 di Chicago riesce ad ogni modo a tirare ma, dalle retrovie, sbuca la mano di LeBron a dire di no, “questa rimonta non s’ha da fare”.
Finisce così 106-101 per Cleveland, con una magnifica prova di LeBron James, sostenuto in particolare da Shumpert e Irving, che sembra essersi ripreso dopo i problemi fisici accusati in Gara-3; lato Bulls, Rose sempre il più pericoloso, nonostante un problema alla mano che nel secondo tempo ha ridotto il suo impatto nella partita, bene anche Dunleavy, autore di un ottimo break nell’ultimo periodo di gioco.
“Penso che lo staff abbia fatto un buon lavoro, permettendomi di essere determinante. Ho semplicemente provato ad essere più aggreviso”. Così LeBron ha parlato a fine match. E c’è da giurarci. Il James ammirato nella notte è un lontano parente di quello prevedibile e sterile visto nelle precedenti sfide. 38 punti, 12 rimbalzi, 6 assist, 3 palle rubate, 3 stoppate e 0 palle perse; la difesa di Butler è stata finalmente annullata: “Nessuna palla persa. E’ sempre la prima cosa che guardo a fine partita per essere il più efficiente possibile per il team”. Prestazione importante per lui, vittoria che è merito suo e merito del team, con Irving su tutti che, nonostante i continui acciacchi, ha sfoderato una prestazione importante: “Questa mattina mi sono sentito bene. Sentivo che sarebbe stata una gran giornata.” – ha detto Kyrie, che nel corso della serie ha evidenziato alcune lacune a livello mentale che deve risolvere al più presto – “Per me questa è la più grande sfida mentale della mia carriera perché sto cercando di dare di più ed essere ciò che LeBron è per tutti noi”. Una responsabilità importante per un ragazzo di 23 anni.
D’altro canto, però, i Bulls non posso che essere rammaricati per quanto sta accadendo nella serie: nonostante la grave assenza di Pau Gasol, Rose e compagni stanno sprecando l’importante occasione di poter eliminare dei Cavaliers in piena emergenza. La franchigia di Cleveland, dall’inizio della serie ad oggi, non ha di certo brillato in quanto a fortuna, con diverse situazione a loro sfavore:
- Love out per tutta la stagione è stata una grave perdita in quanto, con la sua capacità di aprire il campo e segnare sia dal post che dall’arco, poteva essere un importante fattore a favore dei Cavs;
- J.R. Smith rimasto fuori per Gara-1 e Gara-2 è stata un’altra importante mancanza per i Cavs;
- Irving, James e Shumpert hanno evidenziato degli acciacchi in Gara-3 e Gara-4 a Chicago;
- Dunleavy, che avrebbe dovuto saltare per squalifica la prima sfida della serie dopo la gomitata rifilata a Carter-Williams, è risultato decisivo nella vittoria in Gara-1.
Nonostante tutti questi fattori in favore di Chicago, Rose e compagni non hanno mai dato l’impressione di poter comandare per lunghi tratti le partite, evidenziando dei paurosi cali lungo tutte le sfide della serie; un problema evidenziato già in Regular Season.
Se la difesa, ad ogni modo, lavora piuttosto bene in alcune situazioni, l’attacco, con la perdita di Gasol, è affidato quasi totalmente nelle mani di Rose: se gira lui la fase offensiva dei Bulls ne risente in meglio.
Adesso si decide tutto in Gara-6: i Cavs vogliono chiudere la pratica, i Bulls vogliono lasciare vive le speranze di un’incredibile ribaltone in Gara-7. Il tempo per ricaricare le batterie e riordinare le idee è poco ma, quel che è certo, è che sarà l’ennesima, combattuta battaglia della serie.
Per NbaPassion,
Mario Tomaino (@Mariot_22 on Twitter)