Le 15 immagini più significative del 2016 nella NBA
Aaron Gordon, 13 febbraio 2016, Toronto
Lo Slam Dunk Contest torna ai livelli della lotta tra Jordan e Wilkins o del dominio di Vince Carter. Lo scontro nel febbraio 2016 tra Zach LaVine e Aaron Gordon è di una qualità incredibile. L’ala dei Magic ne esce sconfitta dopo tre turni di parità con il massimo del punteggio e una schiacciata a dir poco mostruosa.
Stephen Curry, Draymond Green, 13 aprile 2016, Oakland
La faccia di chi sa di aver scritto la storia ed aver battuto un record che sembrava inarrivabile. Con la vittoria contro Memphis, i Warriors raggiungono quota 73 vittorie stagionali, superando il primato appartenuto ai Bulls di Jordan. A quella squadra apparteneva Steve Kerr, artefice di quest’altro successo. Però per Golden State la stagione non finì altrettanto bene.
Kobe Bryant 13 aprile 2016, Los Angeles
Una serata di festa allo Staples Center rende per sempre immortale (se ce ne fosse stato bisogno) uno dei migliori giocatori che abbiano calcato quel palcoscenico. L’immagine rappresenta il numero 24 gialloviola che saluta per un’ultima volta il pubblico che lo ha amato. Mamba out.
Draymond Green, 22 maggio 2016, Oklahoma City
Draymond Green colpisce con un calcio nelle parti basse Steven Adams, mettendolo ko. Questo è solo uno dei quattro flagrant fouls che impediscono al numero 23 dei Warriors di disputare gara-5 delle Finali.
LeBron James, 19 giugno 2016, Oakland
“The Block”, l’immagine più celebre di tutto l’anno. La stoppata di LeBron James su Andre Iguodala è rimasta il simbolo del dominio del “Re” sia dal punto di vista fisico sia da quello tecnico e della vittoria dei Cavaliers.
LeBron James, 19 giugno 2016, Oakland
LeBron James abbraccia il suo compagno Kevin Love e scoppia in lacrime sul parquet dell’Oracle Arena. È finalmente il titolo con la sua Cleveland, che desiderava fin da bambino e non era ancora mai arrivato.
Kevin Durant, 7 luglio 2016, Oakland
Kevin Durant va ai Golden State Warriors. La notizia rende increduli (quasi) tutti gli appassionati. KD si schiera dalla parte dei vincenti e lascia da solo Russell Westbrook, che nel frattempo ha preso più saldamente le redini della squadra.
Dwyane Wade, 15 luglio 2016, Chicago
Dopo tre anelli conquistati e tredici stagioni passate a South Beach, Dwyane Wade cambia aria. Flash approda a Chicago, dove i Bulls, insieme a Butler e all’altro neo-acquisto Rajon Rondo, hanno grandi ambizioni.
Team USA, 21 agosto 2016, Rio de Janeiro
La squadra statunitense si mette in posa per quest’immagine dopo aver vinto il terzo oro olimpico consecutivo e il sesto su sette apparizioni dal 1992, l’anno del Dream Team. Sì scontato il trionfo (+30 in finale sulla Serbia), ma il meno scontato tra tutte le sei vittorie, anche a causa di un roster privato di molte stelle.
Allen Iverson, Shaquille O’Neal, Yao Ming, 9 settembre 2016, Springfield
Tre stelle della NBA del XX e XXI secolo sono ammesse all’Hall of Fame in una serata da brividi a Springfield. Julius Erving, Bill Russell, Alonzo Mourning e Isiah Thomas presentano i tre ex-giocatori che emozionano il pubblico con i loro discorsi toccanti.
Kevin Garnett, 23 settembre 2016, Minneapolis
Nell’immagine Kevin Garnett con il pugno sul petto, uno dei suoi gesti tipici. Nel 2016, oltre a Kobe Bryant e Tim Duncan, si ritira anche KG, alla sua maniera, senza un farewell tour o una partita d’addio.
Russell Westbrook, 9 dicembre 2016, Oklahoma City
James Harden si congratula con Russell Westbrook dopo che il numero 0 ha scritto la storia. Sette triple doppie consecutive, secondo solo dietro all’inarrivabile Wilt Chamberlain. La squadra ora è definitivamente sua.
Craig Sager, 15 dicembre 2016, Atlanta
Craig Sager viene sconfitto dalla leucemia. È questa la terribile notizia che sconvolse il mondo dello sport il 15 dicembre. Una tra le icone sportive statunitensi abbandona la lotta iniziata nel 2014 e tutto il mondo si stringe a lui.
Tim Duncan, 18 dicembre 2016, San Antonio
Tim Duncan, con alle spalle i cinque Larry O’Brien Trophy, aspetta che il
gonfalone con il suo numero e il suo nome sia issato sul soffitto dell’AT&T Center di San Antonio, al fianco di molte altre leggende.
Kyrie Irving, 19 giugno 2016, Oakland
Se la stoppata di LeBron è “The Block”, il tiro da tre punti di Kyrie Irving è diventato “The Shot”, un rifacimento di ciò che decise le Finals diciotto anni prima. Il tiro della guardia dei Cavs è ciò che decise la partita e portò nell’Ohio il titolo mai arrivato prima.
1 commento
WOW…..meravigliose le foto, anche l’articolo è interessantissimo