La notizia del ritiro di LaMarcus Aldridge è stata sicuramente una delle più inaspettate della storia della NBA. Era stato proprio il giocatore, tramite un tweet dopo la sconfitta dei suoi Brooklyn Nets contro i Los Angeles Lakers di sabato, a comunicare di non essersi sentito bene sia durante che dopo la partita.
Nel 2007, anno in cui era un rookie, gli era stata diagnosticata la sindrome di Wolf-Parkinson-White, una malattia che può causare una accelerazione molto pericolosa del battito cardiaco.
L’inizio della carriera di LaMarcus Aldridge e gli anni a Portland
Dopo due anni a Texas University, Aldridge viene selezionato con la seconda scelta al Draft del 2006 dai Chicago Bulls. Sempre nella notte del draft, però, la franchigia dell’Illinois lo manda a Portland in cambio di Tyrus Thomas e Victor Khryapa. Nel suo anno da matricola viaggia a 9 punti e 5 rimbalzi di media a partita e viene introdotto nell’All-Rookies First Team.
L’anno successivo, il gioco di Aldridge migliorò esponenzialmente. Il texano viaggiò a 17.8 punti, 7.6 rimbalzi, 1.6 assist e 1.2 stoppate di media a partita e finendo al terzo posto nella classifica per il premio di giocatore più migliorato. L’anno 2010-11 fu quello in cui fece quel salto di qualità per diventare uno dei grandi della lega. Grazie all’infortunio al ginocchio di Brandon Roy, Aldridge elevò il suo gioco sia sul campo che dal punto di vista di un leader. Finì la stagione a 21.8 punti e 8.8 rimbalzi di media a partita e venne introdotto nel terzo miglior quintetto della NBA per la prima volta nella sua carriera e fu il secondo classificato per il premio di Most Improved Player of the Year.
La stagione 2011/2012, quella del lockout, fu quella in cui i tifosi dei Blazers persero per sempre le speranze di poter veder giocare i loro tre migliori giocatori per tutta la stagione. Roy non poté giocare a causa del problema al ginocchio che poi lo portò a ritirarsi e Oden era alle prese anche lui con i problemi alle ginocchia che hanno caratterizzato purtroppo tutta la sua carriera. Questo trio rimarrà per sempre uno dei più grandi what if della storia dei Blazers dato il record di 50 vittorie e 12 sconfitte quando tutti e tre erano in campo. Fu però anche quella della prima convocazione ad un All-Star Game per LaMarcus Aldridge, quello del 2012 ad Orlando, grazie ai 21.7 punti e 8 rimbalzi di media.
Nonostante le voci di una possibile trade ad inizio stagione, l’annata 2013/2014 è probabilmente la migliore di Aldridge in maglia Blazers. Il 12 dicembre del 2013, contro gli Houston Rockets, Aldridge segnò 31 punti e collezionò anche 25 rimbalzi, diventando il primo giocatore nella storia della franchigia con una gara da almeno 30 punti e 25 rimbalzi. Durante la stagione partecipò al suo terzo All-Star Game, questa volta, però, non fu da solo, ma insieme al suo compagno di squadra e amico Damian Lillard (alla sua prima apparizione). Grazie ai 46 punti in gara 1 e ai 43 punti in gara 2 della serie di primo turno contro i Rockets, Aldridge fece la storia della NBA. Infatti si unì a Michael Jordan, Jerry West, Allen Iverson e Tracy McGrady come gli unici giocatori nella storia della lega a segnare almeno 89 punti nelle prime due gare di una serie playoff. Durante tutta la serie, Aldridge viaggiò a 29.8 punti, 11.2 rimbalzi e 2.7 stoppate di media a partita.
Il secondo turno non fu così felice come il primo. Infatti Portland perse in 5 gare contro i futuri campioni dei San Antonio Spurs e Aldridge andò ad una media di 21.8 punti e 10 rimbalzi, tirando però solo con il 41.7% dal campo. Il nativo di Dallas a finì la stagione a 23.2 punti, 11.1 rimbalzi (massimo in carriera) e 2.6 assist (massimo in carriera), venendo introdotto nell’All-NBA Third Team.
L’ultima stagione in Oregon fu molto simile alle precedenti due. Aldridge e Lillard trainavano il carro e infatti furono nominati entrambi per la partita delle stelle e, a causa dell’infortunio di Anthony Davis, Aldridge partì titolare per la prima nella sua carriera. Il 20 marzo 2015 Aldridge divenne il miglior rimbalzista nella storia della franchigia grazie ai 10 rimbalzi in una partita contro gli Orlando Magic. Portland arrivò ai playoffs piena di infortuni e venne sconfitta al primo turno per mano dei Memphis Grizzlies. Nonostante questo, Aldridge viaggiò a 23.4 punti e 10.2 rimbalzi di media a partita, finendo la stagione al primo posto per quanto riguarda i canestri dal campo con 659 e venendo introdotto nel secondo miglior quintetto della NBA.
Gli anni a San Antonio e le settimane a Brooklyn
Nel giugno del 2015 Aldridge firmò un quadriennale da 80 milioni con i San Antonio Spurs. Nella sua prima stagione in Texas aiutò gli Spurs ad iniziare la stagione con un incredibile record di 27 vittorie e 0 sconfitte in casa, pareggiando il record dei Blazers 1977/1978 come miglior inizio in casa di sempre per una squadra della Western Conference. Gli Spurs arrivarono secondi nella Western Conference con un record 67 vittorie e 15 sconfitte, dietro solo ai Warriors da 73 vittorie. Nonostante il secco 4-0 rifilato ai Grizzlies al primo turno, San Antonio venne sconfitta in 6 partite dagli Oklahoma City Thunder di Russell Westbrook e Kevin Durant.
L’anno successivo Aldridge e gli Spurs raggiunsero le finali di Conference ma vennero eliminati in 4 gare dai futuri campioni dei Golden State Warriors. La stagione 2017/2018 si aprì con il rinnovo di contratto da 73.2 milioni di dollari in tre anni. Aldridge venne convocato come riserva per l’All-Star Game di Los Angeles e il 21 marzo 2018 divenne il 27esimo giocatore nella storia della lega con almeno 16 000 punti e 900 stoppate nella propria carriera. A causa degli infortuni e della non più giovanissima età, le ultime due stagioni con gli Spurs sono coincise con il minor numero di partite giocate in una stagione nella carriera di Aldridge, 53 la scorsa e 21 in questa.
Il 25 marzo scorso LaMarcus Aldridge e gli Spurs concordarono un buyout per il giocatore dato che non rientrava più nei piani di coach Gregg Popovich. Il 28 marzo Aldridge decise di firmare un contratto al minimo salariale con i Brooklyn Nets per cercare di vincere un titolo nella sua carriera. Purtroppo, il 15 aprile, a causa di problemi di salute legati ad un irregolare battito cardiaco, Aldridge decise di ritirarsi dalla NBA.
Le statistiche della carriera di LaMarcus Aldridge
Durante i suoi 14 anni all’interno della lega, LaMarcus Aldridge è stato per 5 volte nominato in uno dei migliori quintetti NBA (2 volte nel secondo e 3 volte nel terzo), ha partecipato 7 volte ad un All-Star Game (1 volta è partito titolare, le altre 6 era una riserva) ed è stato inserito anche nell’All-Rockies First Team 2006-07. Il 10 gennaio del 2019, nella partita contro i Thunder, ha fatto registrate il massimo in carriera per quanto riguarda i punti con 56. Alla fine della sua carriera si contano 19951 punti (47esimo miglior marcatore all-time) in 1029 partite. Ha finito la carriera ad una media di 19.4 punti, 8.2 rimbalzi e 2 assist, tirando con il 49% dal campo, il 32% da tre e l’81% ai liberi.