E’ stato un anno difficile per gli amanti del gioco. Kobe, Tim e KG hanno lasciato dietro al loro alone di onnipotenza un vuoto difficilmente colmabile. Pochi mesi dopo, nel silenzio e nell’indifferenza generale, si è spenta definitivamente anche la carriera di Greg Oden. “The greatest bust ever” come lui stesso si è definito. In teoria, uno che avrebbe dovuto e potuto prendere il posto dei sopracitati. Di fatto, uno a cui la dea bendata un giorno ha girato le spalle, senza più voltarsi..
“If you had to make a mistake, make it big”
Se devi fare un errore, fallo grande. E quando si parla di Draft, oltreceano la pensano sostanzialmente così. Greg Oden è un giocatore di quelli che passano una volta sola. Di quelli che possono cambiare per sempre il destino di una franchigia. Portland lo sceglie alla numero 1 nel talentuoso Draft del 2007, prima del già celebre Kevin Durant, del campione collegiale Al Horford e del compagno di squadra Mike Conley.
Nessuno scandalo. Oden fa il salto nel basket che conta lasciando Ohio State da sconfitto, battuto nella Finale NCAA dalla Florida delle due torri Horford-Noah, ma con un curriculum da far spavento.
Nativo di Buffalo, Greg si trasferisce presto nello stato del basket, inizialmente a Terre Haute poi a Indianapolis, dove conquista il titolo statale per tre volte consecutive (back2back2back). Nel 2005 è il “Mr.Basketball” dell’Indiana e l’High School Player of the Year.
A 3 mesi dal Draft, a causa di una microfrattura nel ginocchio destro, Oden è costretto ad operarsi ed a saltare tutta la stagione.
Non molla. Torna la successiva, gioca 61 gare (9+7 di media in 21 minuti) e mostra brevi lampi di dominio fisico e tecnico. Quando nel 2009 sembra definitivamente pronto alla consacrazione, il ginocchio salta ancora.
Titoli di coda. L’alcool si prenderà ciò che rimane di lui.
Oden tornerà in NBA con gli Heat nella stagione 2013/2014, ma solo per poche partite e pochi minuti, partecipando anche in modo marginale alle “Revenge Finals” perse da Miami contro gli Spurs.
Proverà anche una breve parentesi nel campionato cinese, ma anch’essa verrà stroncata sul nascere da un infortunio.
Oggi Oden ha deciso di rialzarsi. Ed è tornato ad Ohio State per finire ciò che aveva lasciato in sospeso. Sul suo banco, il primo giorno da sophomore, un biglietto: “Siamo fiere di te”. La moglie. La figlia.
La ruota è tornata a girare. Good luck to you Greg.
And One