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I Kings battono Portland e tornano ai playoffs dopo 16 anni

di Riccardo Rivoli
sabonis e fox dei sacramento kings

Dopo 16 anni i Sacramento Kings tornano per la prima volta ai playoffs. Si sono consolidati come terza potenza dell’Ovest con una grande vittoria sui Portland Trail Blazers 120-80.

L’ultima volta ai playoffs risale alla stagione 2005-2006. I Kings, sotto la guida tecnica di Rick Adelman chiusero la regular season all’ottavo posto nella Western Conference con un record di 44-38. Ai playoffs uscirono contro i San Antonio Spurs campioni in carica al primo turno. Ai tempi giocavano con la casacca grigioviola giocatori come Artest, Stojakovic e Bibby.

Dopo quella stagione la franchigia è precipitata ed è diventata una delle peggiori dell’ultimo decennio. Tra scelte sbagliate al draft e scelte sbagliate sul mercato, i Kings non sono mai riusciti a rialzarsi.

L’anno scorso la squadra è stata rivoluzionata e alcune scelte prese dalla società non avevano convinto. Infatti Sacramento ha ceduto Tyrese Haliburton, il talento più cristallino in squadra, scambiandolo con i Pacers per arrivare a Domantas Sabonis. L’attuale numero 0 di Indiana poteva essere il giocatore sulla quale costruire una squadra, ma il timore era che si pestasse un po’ i piedi con De’Aaron Fox. Alla fine si è optato per un lungo versatile, in grado di giocare spalle a canestro e con buone abilità di playmaking per costruire intorno a lui. I dubbi riguardo la coppia Fox Sabonis rimanevano comunque tanti.

Poi sono arrivati anche Kevin Huerter, Malik Monk e Murray via draft, contornando così Fox e Sabonis di tiratori. In più è arrivato coach Mike Brown, un allenatore esperto, che ha già vinto un premio di Coach of the Year nel 2009, un titolo NBA da assistente nel 2003 a San Antonio ed è stato al fianco di Steve Kerr negli ulimi 6 anni, vincendo così 4 titoli con gli Warriors. Brown si è ritrovato tra le mani una squadra giovane, con talento, ma con mille punti interrogativi.

La stagione e l’attacco dei Kings

L’unico modo per rispondere a tutti questi dubbi era giocare e dimostrare il proprio valore sul campo ed è proprio ciò che hanno fatto. I Kings hanno condotto una stagione favolosa, con una continuità unica e non hanno mai permesso a Memphis di prendere il largo insieme a Denver. A 6 partite dalla fine della Regular Season sono terzi a Ovest con 46-30 come record. Quali sono i motivi di questo grande successo di Sacramento?

Innanzitutto la coppia Fox Sabonis ha funzionato a meraviglia. Il primo, un playmaker dinamico, unico nel suo ruolo per capacità di chiudere al ferro, che quest’anno ha anche alzato le percentuali dal campo (51.5%, massimo in carriera) ed è migliorato ulteriormente come scorer, pur non essendo un tiratore micidiale dalla lunga distanza. 25.2 punti, 4.1 rimbalzi, 6.1 assist, 1.2 recuperi di media in stagione. Ciò che è sempre mancato a Fox è il playmaking ed è proprio per questo che Sabonis era il centro perfetto da affiancargli. Nonostante le dimensioni il lituano è un playmaker ed è il giocatore che più tiene la palla in mano, facendo girare intorno a sé tutto l’attacco. Per lui 19.1 punti, 12.4 rimbalzi (migliore della lega), 7.2 assist di media in stagione.

Intorno alle 2 stelle, come già detto in precedenza, sono stati messi tantissimi giocatori 3&D. Harrison Barnes, Malik Monk e soprattutto Keegan Murray e Kevin Huerter sanno segnare da 3 punti con buone percentuali. Al momento sono settimi in NBA per triple tentate a partita e noni per percentuale da oltre l’arco.

Tutti questi tiratori allargano notevolmente il campo, creando così delle spaziature favorevoli per le penetrazioni di Fox e per il lavoro in post di Sabonis, che distribuisce ai tiratori o gioca con loro degli hand off portando contemporaneamente un blocco, liberandoli così per il tiro. Il sistema offensivo ideato da coach Brown è semplice, ordinato e soprattutto efficace. Infatti i Kings hanno il miglior attacco NBA con 121 punti segnati di media.

Possono arrivare fino in fondo?

I Kings ai playoffs potrebbero tornare a stupire, ma allo stesso tempo gli manca ancora qualcosa per diventare davvero insidiosi. 

Dalla loro parte c’è un attacco estremamente oliato e una grande chimica di squadra. Il quintetto formato da Barnes, Sabonis, Fox, Huerter e Murray ha giocato insieme 58 partite, nessuno come loro in NBA. Se la Regular Season serve a qualcosa, questa cosa è proprio creare una coesione e un’intesa all’interno della squadra. I Kings giocano quasi a memoria, conoscono i movimenti e le preferenze dei compagni, sanno come trovarsi e questa sarà un’ottima arma ai playoffs.

Dalla loro parte c’è anche la capacità di essere clutch. Fox è stato nettamente il giocatore più clutch della NBA, tirando con percentuali superiori al 50% nei finali punto a punto. Sono una squadra forte mentalmente e che lotta fino alla sirena, ma riusciranno a fare questo anche ai playoffs?

Ai Kings però manca un certo tipo di esperienza sui grandi palcoscenici, che si rivela sempre decisiva ai playoffs. Esclusi Harrison Barnes e Matthew Dellavedova, che hanno giocato contro le Finals nel 2015 e nel 2016, nessuno in squadra ha grande esperienza a questi livelli, nemmeno le due stelle. Fox ha sempre giocato a Sacramento, quindi non ha mai superato la Regular Season e Sabonis è uscito 2 volte al primo turno con Indiana.

Un altro problema potrebbe essere la mancanza di una vera superstar, di uno scorer micidiale nei momenti difficili. Ai playoffs conta più che mai avere un giocatore che sappia cosa fare quando la palla pesa di più o quando la squadra non gira come dovrebbe,. Fox è stato questo per tutta la stagione, ma continuare a farlo anche in post-season è un altro discorso, anche perché è la sua prima volta.

Poi c’è la difesa, che è probabilmente il tallone d’Achille di questa squadra. I Kings hanno la 26esima difesa NBA per punti subiti a partita. Sabonis è il lungo della squadra, ma è anche uno dei peggiori nel suo ruolo come difensore nel pitturato. Sul perimetro hanno dei discreti difensori, come Barnes e Mitchell, ma la mancanza di una vera protezione in area probabilmente peserà parecchio. Per lo stesso motivo Sacramento è anche 22esima in NBA per rimbalzi raccolti a partita e regalare seconde opportunità agli avversari sarà ovviamente un grosso problema per la squadra di coach Brown.

Dove possono arrivare questi Sacramento Kings? Verranno travolti ai playoffs o continueranno a stupire?

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