Il centro dei New York Knicks, Enes Kanter, continua a parlare della sua opposizione al governo del suo paese di nascita, la Turchia. Il ragazzo vive una situazione piuttosto particolare e dopo che gli è stato revocato il passaporto e suo padre è stato preso sotto custodia, ha parlato della sua situazione usando parole veramente incredibili.
Kanter, nuovo giocatore dei New York Knicks ha parlato a The Crossover: “Sono delle minacce di morte, è lampante. Voi qui non potete sapere…So che non possono fare nulla finché sono qui in America ma so anche bene che in qualsiasi altro stato al di fuori degli Stati Uniti dovrei essere preoccupato per la mia vita.”
Il presidente della Turchia, Erdogan ha avviato una massiccia repressione verso le opposizioni politiche e controlla il paese militarmente dal luglio 2016. Enes Kanter lo ha definito in tempi non sospetti come “l’Hitler dei nostri tempi, del nostro secolo”, e si è sempre rifiutato di vivere in silenzio e non dare spazio pubblicamente al suo dissidio.
“Non sono un giornalista, non sono un politico o cose del genere, il mio lavoro è giocare a basket” ha dichiarato Kanter. “Ma quando guardo al mio paese, questo è un argomento più grande, più importante della palla a spicchi. Tutti gli allenatori, i miei amici, i miei compagni di squadra mi dicono di stare zitto e vivere la mia vita. Ma quando ci sono centinaia di persone in prigione in attesa di aiuto io non riesco a stare in silenzio.”
Infine Kanter ha concluso con parole di grande senso della responsabilità dimostrandosi un uomo forte oltre che un buon giocatore di basket: “Voglio essere la voce di tutte le persone innocenti in prigione in Turchia, chi viene torturato, chi violentato…La situazione in Turchia è terribile, voglio che le persone lo capiscano. Voglio che l’intero mondo faccia qualcosa”