Dec 3, 2014; Washington, DC, USA; Washington Wizards guard John Wall (2) celebrates in front of Wizards guard Bradley Beal (3) and Wizards center Marcin Gortat (4) against the Los Angeles Lakers in the fourth quarter at Verizon Center. The Wizards won 111-95. Mandatory Credit: Geoff Burke-USA TODAY Sports

Raramente sorridente, difficile trovarlo in qualche video esilarante, ancora più difficile non trovarlo tra i migliori della partita. Faccia sempre un pò cupa, personaggio, forse, o uomo traviato da un infanzia ingiusta. La vita e la carriera di John Wall è particolare, diversa dalle altre.

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Gli occhi di chi non dimentica.

Nato nella Carolina del Nord conosce subito tre cose: la lontananza, la paura e la mancanza. Lontananza di un padre in galera, dietro le sbarre per furto d’armi; paura di ogni singolo secondo all’interno di quel quartiere e mancanza, inizialmente di soldi, più tardi della figura paterna, che dopo essere stata in prigione, viene a mancare, portata via da un cancro letale.

No, non è stata facile la vita del piccolo John. Dalla morte del padre i sorrisi diminuiscono e aumentano invece i problemi con le autorità… nulla di nuovo da quelle parti.

Poi, però, come in una magica commedia, c’è il cambio della trama: Wall è la prima scelta NBA, è nella capitale degli USA a dare spettacolo con la sua maglia #2. Potenzialmente sembra che possa diventare “the face of the game”, si pronostica un impatto alla LeBron James: non sarà così. Tante, tantissime buone giocate, certo, ma una squadra debole, un brutto infortunio alla rotula e qualche partita sottotono, portano i tifosi a dire: “Wall? Fortissimo, ma..” ma non sa trascinare una squadra, ma non è uomo spogliatoio, ma Irving, Thomas, Curry, Westbrook, Paul, sono più forti, ma è injury prone. Ma, ma, ma..

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In viaggio verso i PO

Wall però, abbiamo già visto, sa cambiare trama. Come è riuscito a trasformare una vita d’inferno in un’esistenza paradisiaca, riuscirà anche a cancellare tutti quei “ma” che si sta portando dietro in questi anni di carriera, e i numeri di questa stagione lo stanno dimostrando. Washington può tornare a sognare, deve tornare a sognare, dopo anni di-quasi- anonimato. Per quest’anno, comunque, la sua stella garantisce un posto playoff, poi vediamo…

 

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