I Knicks alla fine hanno scelto: il nuovo allenatore sarà Jeff Hornacek. Dopo 3 stagioni alla guida dei Phoenix Suns (mai una post season, solo una volta vicino all’arrivo ai Playoff), l’ex guardia ha trovato l’accordo (come riportato da Bleacher Report) per allenare la squadra di New York. Niente Vogel, niente Blatt (che sembravano inizialmente le scelte più prevedibili anche per via del loro curriculum), Jackson ha scelto Hornacek, forse il meno quotato tra gli Head Coach che in questi giorni sono stati accostati ai Knicks. E non solo per l’appeal dell’allenatore, ma anche per il modo di giocare, molto diverso dalla storica triangle offense di Jackson. Ed i dubbi che lascia questa scelta sono tanti.
Il triangolo è il credo principale di Phil Jackson: lo ha usato e sfruttato ovunque sia andato, sia da coach che da GM/Presidente. Ecco, Hornacek non lo hai mai fatto in questi anni ai Suns, anzi, ha sempre sfruttato un gioco completamente diverso. Ai Suns in questi anni si è giocata una pallacanestro molto più veloce, che sfruttasse soprattutto la capacità del palleggio delle guardie (non a caso spesso e volentieri a Phoenix si vedevano giocare insieme due playmaker). Dalla Triangle Offense ad una Guard-Oriented Offense non è un passaggio semplice. Uno spostamento di filosofia cestistica così “forte” potrebbe essere (forse) deleterio (soprattutto visto che Jackson sino a fine stagione ha sempre detto di voler mantenere il solito stile di gioco), ma non quanto l’aver messo sotto contratto un allenatore che gioca in un modo ed obbligarlo a giocare in un altro. V’è da dire però che, nonostante i risultati non siano stati ottimali, l’offense dei Suns in questi anni è stata migliore di quella dei Knicks, soprattutto dal punto di vista della velocità: fino all’esonero di Hornacek, i Suns erano al terzo posto come numero di possessi per 48 minuti (96.9), mentre i Knicks erano tra gli ultimi (92.3). Lo stesso vale anche per il discorso triple: 25.3 3PA/G per i Suns, 20.6 per i Knicks. La squadra di New York in questi anni ha sicuramente avuto il problema della “velocità di gioco”. Il gioco moderno è molto rapido e va spesso a scontrarsi con i dettami tattici di Phil Jackson. Hornacek, invece si avvicina di più alla modernità cestistica odierna: gioco basato sulle guardie, sui tantissimi pick and roll (più del 22% degli attacchi lo erano in questa stagione per i Suns, anche dopo l’esonero di Jeff Hornacek) e sul tiro da 3. Vi sono però diverse differenze strutturali tra i due roster che ne impediscono il paragone: a Phoenix avevano costruito una squadra sui credi tattici del loro allenatore. Tante guardie dalle grandi proprietà offensive e di ball-handling, che giocavano spesso insieme (ad un certo punto Hornacek faceva giocare, ad esempio, Goran Dragic, Isaiah Thomas e Eric Bledsoe insieme) e che sfruttavano il lavoro in pick dell’unico “vero” lungo (Phoenix ha iniziato a giocare con il doppio “vero” lungo dopo la cessione di Morris e l’esonero di Hornacek), per attaccare in isolamento o scaricare per un tiro da 3. A New York il roster non possiede per nulla queste caratteristiche, anzi: la vera forza del roster dei Knicks è il frontcourt (Robin Lopez, Kristaps Porzingis e Carmelo Anthony per capirci), mentre nel backcourt non v’è molto (soprattutto per quanto riguarda le caratteristiche delle guardie avute in precedenza da Hornacek) e tanto andrà rivalutato in fase di mercato. Hornacek è abituato a far correre molto la propria squadra (circa l’8% dei punti dei Suns sotto la sua gestione arrivano proprio dai fast-break) cosa che a New York in questi anni si è vista veramente poco. In più v’è la questione Porzingis e la possibile soluzione all’ultima tematica elencata, ovvero lo small-ball: in caso di small-ball potrebbe essere utilizzato da 5, ma sotto la gestione di Kurt Rambis (tra l’altro chissà come ha preso il fatto di non essere stato scelto come Coach visti i rapporti con i Knicks e Jacson), il lettone ha aumentato il suo lavoro dal perimetro e fuori dal post (dove ha dimostrato di saper fare benissimo), ed impedirgli di lavorare dalle zone da cui è veramente uno dei lunghi migliori della Lega per “ridurlo” al lavoro in Pick&Roll non sembra proprio il massimo della scelta. D’altronde, sempre in caso di small-ball, se si facesse giocare uno specialista del Pick&Roll come Lopez, si dovrebbe tener fuori Porzingis (follia) per far giocare da 4 Carmelo Anthony, anche se non ci sembra la soluzione più agevole (soprattutto perchè, anche con due guardie di livello da inserire, nessuno avrebbe caratteristiche offensive da spodestare dal “Go-to-Guy” un giocatore come Anthony). Insomma, allenatore che allena in modo ancora più diverso, che viene da un contesto ancora più differente, Jackson non poteva trovarlo. Eppure tra i tanti dubbi che ha lasciato questa scelta, una risposta potrebbero avercela lasciata le ultime righe: la diversità. In questo basket, questi Knicks (non solo per le scelte tattiche, sia chiaro), hanno funzionato a sprazzi (e non nelle ultime stagioni). Un allenatore con idee diverse, che viene da un basket diverso può portare tanto ai Knicks, ma solo ad una condizione: che siano votati tutti alla stessa causa. Hornacek dovrà rivedere i propri dettami tattici, adattando la sua fast-modern offense alle caratteristiche dei giocatori che ha adesso (FA permettendo), magari riuscendo a lavorare di più in post, Jackson dovrà riuscire a “proteggere” il nuovo coach, non facendosi infastidire dal fatto che alcune letture tattiche saranno molto diverse dalle sue, e la squadra dovrà essere conscia del fatto che quest’anno si lavorerà diversamente. Questa è una scommessa, sia per Phil Jackson, sia per Hornacek, ed a New York quando scommetti è sempre bene vincere. Modernizzare la triangle offense dei Knicks sarà impresa ardua (e di garanzie non ce ne sono), ma forse per rendere di nuovo competitivi questi Knicks (e per questo anche la Free Agency sarà fondamentale, anche solo per definire quale sarà il backcourt a disposizione di Hornacek) servono (oltre che giocatori) anche idee nuove. L’integrazione di una nuova mentalità potrebbe essere l’inizio di qualcosa di fantastico, come la più grande confusione mai vista su un campo di basket. Tanto a New York sono abituati a tutto. Forse un po’ meno alle novità, ma, se dovesse andare bene, si abituerebbero presto. In fondo, a prescindere (o forse no), i Knicks saranno dei nuovi Knicks, ed è forse quello a cui aspirano di più i tifosi: diverso (che non vuol dire superiore) coach, diversa mentalità, diverse partite.