E’ solo da qualche ora che è terminata la stagione dei Cleveland Cavaliers, ma è già ora di pensare al futuro. D’altronde in NBA come in tutti gli altri sport americani (escluso il meno appetibile soccer) se non vinci l’utlima partita della stagione, il resto non significa nulla.

JR Smith.

JR Smith.

Lo sa bene il GM Griffin che anche quest’estate cercerà di portare in squadra giocatori che potrebbero dare una grossa mano a King James per riportare un titolo sportivo nella città che si affaccia sul lago Erie (52 anni, and counting, senza). Una delle mosse più azzardate ma vincenti che ha realizzato Griffin in questa stagione è stato portare nell’Ohio due giocatori come Shumpert e Smith che venivano da un inizio di stagione alquanto complicato (per essere gentili) in maglia Knicks.

Se vi erano pochi dubbi riguardo la duttilità (specialmente difensiva) del giocatore ex Georgia Tech, qualche perplessità in più destava invece il cognome Smith. Giocatore controverso dalle spiccate doti offensive che troppo spesso, però, sono state oscurate dal suo carattere non affidabile. Nonostante le premesse, a conti fatti, l’esperimento si può dire essere riuscito in maniera più che soddisfacente.

L’aria di Cleveland ha rivitalizzato il giocatore come dimostrano le sue personali statistiche (10 PPG e 35% FG3 nella prima parte di stagione ai Knicks diventati 14 PPG e 37% FG3 alla corte di David Blatt) ed è stato proprio lui, in una passata intervista, a dare spiegazione dell’evoluzione: “Penso che per me questa sia la situazione migliore, perchè qui non c’è nient’altro che il basket. Non ci sono uscite fuori, non ci sono nottate brave, esiste solo il basket”

Purtroppo questa stagione non è terminata con il lieto fine per i Cavs. In particolare nella serie che ha assegnato il titolo lo stesso Smith ha avuto prestazioni altalenanti, non riuscendo ad essere il giocatore su cui la squadra aveva necessità di contare nei minuti in cui James recuperava le energie in panchina. Tale situazione va comunque letta tenendo presente le assenze per infortunio che hanno caratterizzto Cleveland. Con Irving in quintetto Smith si sarebbe trovato maggiormente pronto a colpire sugli scarichi del suo playmaker titolare e di LBJ. In realtà, in assenza di Irving, la difesa di GS ha rivolto maggiormente le sue attenzioni proprio sul giocatore dello stato del New Jersey costringendolo a diverse forzature ed errori al tiro. Scommettendo su una prossima stagione priva di infortuni (la fortuna prima o poi bacierà anche Cleveland) è fuori discussione l’importante ruolo che JR svolgerà nelle rotazioni dei Cavs.

Nonostante le premesse positive la guardia non sembra intenzionata ad nesercitare la player option per la stagione 2015-2016. Ma come ha detto lui stesso a Chris Broussard non vi è motivo per preoccuparsi. Sembrerebbe infatti che la sua intenzione sia quella di uscire dal mercato, per poi firmare un nuovo contratto proprio con i Cavaliers per ritentare la scalata all’anello. E’ probabile che il giocatore cercherà di strappare un contratto a cifre contenute (sotto i 6 milioni) ma che sia di durata pluriennale.

 

Per NBA Passion,

Leo Lucio Screnci

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