Quali sono le squadre favorite per il titolo nella prossima stagione NBA 2021-2022 ? La regular season inizierà tra poco più di un mese e la domanda ha già oggi una risposta precisa.
Brooklyn Nets, Milwaukee Bucks e Los Angeles Lakers sono le tre favorite d’obbligo per la nuova stagione, non si scappa. Perché? Tutte e tre, compresi i Bucks campioni in carica, escono da una off-season e da una free agency convincente, in cui si sono rinforzate (Nets e Lakers) o hanno confermato sostanzialmente in pieno il gruppo si è aggiudicato l’anello a luglio, ovvero Milwaukee.
Questo significa che la corsa al titolo NBA 2021-2022 sarà esclusivamente gara a tre? No di certo, la stagione 2021-2022 sarà lunga, tornerà al suo formato classico da 82 partite e solo il campo potrà dire chi è la squadra più forte. Su una ipotetica griglia di partenza, Nets, Bucks e Lakers occuperebbero le prime tre posizioni, ma ci sono (almeno) altri quattro team a ridosso.
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Le favorite per il titolo NBA 2021-2022: tier 1
Brooklyn Nets
La sensazione che lo scorso anno solo gli infortuni li abbiano fermati è destinata a restare tale, fatalmente. Ora però i Brooklyn Nets sono nella migliore situazione possibile: Kevin Durant, James Harden e Kyrie Irving stanno bene e sono pronti a iniziare la loro prima vera stagione in campo assieme.
Durant è probabilmente oggi il miglior giocatore della NBA, alle Olimpiadi di Tokyo 2020 è stato sensazionale, il lungo stop per l’infortunio del 2019 è alle spalle così come i problemi muscolari di metà stagione 2020\21. James Harden aveva iniziato fuori forma la scorsa stagione, leggerezza costata a sua volta un infortunio muscolare con ricadute al Barba, e che – parola del diretto interessato – non ripeterà. Dal mercato? Blake Griffin ha rifirmato per un altro anno, sono arrivati Patty Mills e Paul Millsap, oltre che due giocatori come James Johnson e DeAndre’ Bembry che possono allungare le rotazioni, ci si aspetta poi un ulteriore salto di qualità da Nicolas Claxton al suo terzo anno NBA. Via trade sono arrivati da Detroit il lungo Jahlil Okafor e l’ala francese Sekou Doumboya, e anche LaMarcus Aldridge, che si era ritirato ad aprile a seguito di un problema cardiaco per fortuna risolto, ha deciso di tornare a giocare e ha rifirmato per un altro anno.
I Nets hanno tutto per essere una corazzata.
Milwaukee Bucks
Hanno perso PJ Tucker nella free agency, un’assenza che i campioni in carica non dovrebbero pagare almeno in regular season. Sono rimasti però Thanasis Antetokounmpo e soprattutto Bobby Portis, importantissimo alle finali NBA contro i Suns.
Dal mercato altre mosse importanti come il ritorno di George Hill e l’arrivo di Rodney Hood, due tiratori e veterani affidabili, e quello di Grayson Allen via trade (da Memphis), reduce da un’ottima stagione: sarà utilissimo.
Come utilissimo sarà il ritorno dall’infortunio di Donte DiVincenzo, guardia titolare nel quintetto di coach Mike Budenholzer che ha rinnovato il suo contratto dopo la vittoria del titolo. Per tutto il resto c’è la consapevolezza di essere i campioni in carica, la fiducia che ne deriva, e un big three vero: Giannis Antetokounmpo, Khris Middleton e Jrue Holiday. A 27 anni Antetokounmpo è appena entrato in una fase nuova della sua carriera, in cui il greco ha compreso davvero cosa lo renda un giocatore unico e dominante in attacco quanto in difesa… Gli avversari sono avvisati.
Los Angeles Lakers
Rajon Rondo è stato la ciliegina sulla torta dell’estate dei Lakers. I gialloviola sono una squadra tutta nuova: c’è Russell Westbrook a formare con LeBron James e Anthony Davis un altro big three dal potenziale vastissimo, ci sono veterani come Dwight Howard, Carmelo Anthony, Marc Gasol, Trevor Ariza ma anche tre giocatori giovani e di talento come Talen Horton-Tucker (rinnovo per lui), Malik Monk e Kendrick Nunn, che una finale NBA proprio contro i Lakers e con la maglia di Miami l’ha già giocata.
Le incognite? I Lakers sono la squadra NBA più vecchia per età media (31.5) e sarà interessante scoprire come Russell Westbrook e LeBron James si troveranno assieme in campo. Russ è stato per 3 delle ultime 4 stagioni nella top 5 stagionale per tiri tentati, lo scorso anno si è fermato al tredicesimo posto (19 tiri di media) accanto a Bradley Beal: a Westbrook piace tirare, catturare rimbalzi difensivi e spingere in contropiede e i Lakers gli chiederanno semplicemente di essere sé stesso, a LeBron e Davis il compito di adattarsi e a “coach” James di gestire il traffico.
I Lakers avranno star power e potenza di fuoco. Rispetto al passato la difesa potrebbe patire l’età e la presenza di alcuni cattivi difensori come Carmelo Anthony, Monk e lo stesso Westbrook. Davis, James, Rondo (quando stimolato) e Dwight Howard restano però una sicurezza. Riusciranno a vincere il titolo NBA 2021-2022?
Le favorite per il titolo NBA 2021-2022: tier 2
Miami Heat
Ogni anno gli Heat si attrezzano al meglio per un solo obiettivo: provare a vincere. E quest’estate non sono stati da meno portando in Florida Kyle Lowry, già leggenda dei Toronto Raptors e campione NBA 2019, e un altro fresco campione come PJ Tucker.
La seconda mossa in termini di importanza è stata il rinnovo del tiratore Duncan Robinson, giocatore “inventato” da Pat Riley e Erik Spoelstra. Con lo spazio salariale rimasto, dentro i veterani Markieff Morris (altro campione NBA, nel 2020 coi Lakers), Dewayne Dedmon e persino Victor Oladipo (una scommessa dopo i problemi fisici dei due anni passati).
Con Lowry, Jimmy Butler, Bam Adebayo e Tucker, difesa, fisicità e playmaking sono assicurate, Tyler Herro è chiamato a un parziale riscatto e avrà il delicato ruolo di point guard di riserva e sesto uomo. Kyle Lowry compirà 36 anni e il suo contratto triennale rischia di invecchiare “male” ma a Miami si pensa all’oggi, e oggi gli Heat sono una squadra temibile, con una panchina però abbastanza corta soprattutto se Oladipo non riuscirà a recuperare una forma fisica ottimale.
Utah Jazz
Run it back Jazz, con qualche piccola novità. L’alibi degli infortuni non vale solo per i Nets, anche Utah ai playoffs non poté contare contro i Clippers su Mike Conley, e Donovan Mitchell giocò su una caviglia malmessa per l’intera post-season.
L’aver perso al secondo turno contro dei Clippers privi (da gara 5) di Kawhi Leonard sa comunque di delusione, e allora il front office dei Jazz ha tentato di rinforzare la squadra con gli arrivi di Rudy Gay, Hassan Whiteside e Eric Paschall che allungheranno le rotazioni dalla panchina. Dal draft NBA (via Pelicans) è arrivato l’MVP delle Final Four Jared Butler, point guard da Baylor: a lui il compito di far rifiatare Conley?
Gli Utah Jazz terminarono la scorsa stagione con il miglior record assoluto NBA ma persero sia Mitchell che Conley per la fase finale della regular season per infortunio. Quest’anno avranno una possibilità concreta di arrivare fino in fondo soprattutto se Mike Conley saprà arrivare integro ai playoffs: assieme a Rudy Gobert l’ex Grizzlies è la chiave della difesa dei Jazz, e Utah ha scommesso su di lui col rinnovo contrattuale estivo. Jordan Clarkson (sesto uomo dell’anno in carica), Joe Ingles fresco medagliato olimpico e Bojan Bogdanovic sono giocatori solidi e perfetti per il sistema offensivo tutto tiro da tre e ritmo di coach Quin Snyder.
Phoenix Suns
Nessuno stravolgimento per i finalisti NBA 2021 che proprio alle Finals hanno perso per infortunio Dario Saric. Dal mercato via trade è arrivato il tiratore Landry Shamet, via free agency la point guard Elfrid Payton rinforza il reparto alle spalle di Chris Paul, mentre JaVale McGee quello dei lunghi.
Cam Payne ha rinnovato il suo contratto per tre anni, Frank Kaminsky per un altra stagione così come Abdel Nader, l’unico addio rilevante è stato quello dello specialista difensivo Torrey Craig.
Per i Suns sarà un more of the same. Lo scorso anno Phoenix fu il settimo miglior attacco e la sesta miglior difesa NBA, eccellenza assoluta. Ai playoffs hanno eliminato dei Lakers acciaccati, spazzato via i Denver Nuggets dell’MVP Nikola Jokic e battuto dei Clippers coriacei anche senza Kawhi Leonard. In finale NBA da esordienti o quasi si sono imbattuti nel miglior Giannis Antetokounmpo di sempre: impossibile passare.
Chris Paul ha un anno di più ma le ultime due stagioni sono state tra le migliori della sua carriera, CP3 è un fuoriclasse e saprà gestirsi, Devin Booker e anche Deandre Ayton sono due star in ascesa, Jae Crowder, Mikal Bridges e Cam Johnson completano le rotazioni di qualità di coach Monty Williams.
Le squadre favorite per il titolo 2021-2022: tier 3
Dallas Mavericks
Luka Doncic si siede e ordina all’esclusivo tavolo dei primi 5 giocatori della NBA, e questo è un dato incontrovertibile.
Il resto della squadra è all’altezza del compito? I Mavs hanno tanti buoni giocatori, da Tim Hardaway Jr a Jalen Brunson, da Maxi Kleber a Dorian Finney-Smith, dal mercato è arrivato il tiratore Reggie Bullock che dovrebbe rivelarsi fit migliore rispetto a Josh Richardson accanto a Doncic.
A sparigliare le carte per i Mavericks saranno però rendimento e integrità fisica del secondo miglior giocatore della squadra, ovvero Kristaps Porzingis. Per il lettone la stagione scorsa è stata un calvario sportivo, iniziata ai box per via dell’infortunio al ginocchio ai playoffs 2020, proseguita come per tutti con un tour de force tra Covid, tante partite e poca possibilità di allenarsi. Porzingis ha finito per diventare l’ennesimo giocatore di ruolo accanto a Luka Doncic, verità deflagrata ai playoffs contro i Clippers al primo turno.
Un’eliminazione cui è seguito un cambio in panchina: dimissioni per Rick Carlisle, dentro Jason Kidd.
Un dato che spinge all’ottimismo per Dallas è che per la prima volta da quando è ai Mavs, Porzingis ha avuto un’intera estate per lavorare solo sul suo gioco e sul suo fisico, senza infortuni da cui recuperare. Prima dello stop a marzo 2020 per la pandemia, Porzingis aveva convinto da spalla offensiva di Doncic, l’attacco dei Mavs era il migliore della lega. Esiste ancora da qualche parte quel Kristaps Porzingis? Lui e Luka Doncic hanno ancora qualcosa da dire (da fare, meglio) assieme oppure è già arrivato il tempo di guardare altrove? Queste le domande che, assieme alla guida tecnica di Kidd, faranno buona parte della stagione dei Mavericks.
Golden State Warriors
Klay Thompson non sarà pronto per l’inizio della stagione, gli Warriors lo aspettano per Natale (forse prima) e solo da allora scopriremo le vere possibilità di Golden State.
Che non sono rimasti con le mani in mano in estate, comunque. Il mercato in entrata degli Warriors è stato importante, dal draft (due scelte di lottery!) sono arrivati Jonathan Kuminga e Moses Moody, via free agency al minimo salariale per i veterani due tiratori come Otto Porter Jr e Nemanja Bjelica, ed è tornato anche Andre Iguodala. Eminenza grigia NBA, Iggy non ha molto di più da dire in campo ma la sua presenza positiva in spogliatoio si sentirà.
Il centro di gravità della squadra è ovviamente Stephen Curry, lo scorso anno “MVP ombra” della stagione e a 33 anni ancora un mistero insolubile per le difese avversarie. Steph ha saltato le Olimpiadi per darsi un’estate di relax e lavoro in palestra, vuole riprendere da dove aveva lasciato lo scorso anno perché sa che Golden State, col ritorno di Thompson e con del margine di manovra sul mercato delle trade, potrebbe avere quella che in America chiamano fighting chance, una possibilità di inserirsi nella corsa alle Finals.
Accanto a Curry, Draymond Green, Andrew Wiggins e James Wiseman, molto atteso al suo secondo anno ma reduce da un infortunio al ginocchio: ha saltato la Summer League di Las Vegas ma sarà pronto per l’inizio.
Atlanta Hawks
Come non considerare i finalisti della Eastern Conference 2021?
Gli Hawks sono giovani, forti e lanciati, la loro profondissima corsa ai playoffs l’anno scorso è stata tutta farina del sacco dei ragazzi di coach Nate McMillan, Atlanta ha vinto due serie di playoffs senza il vantaggio del campo e contro i Bucks è stata avanti per 2-1 nella serie prima che Trae Young si infortunasse.
In estate gli Hawks hanno blindato Young, John Collins e Clint Capela con rinnovi pluriennali di contratto, il roster è tra i più profondi e di talento con Bogdan Bogdanovic, Kevin Huerter, De’Andre Hunter, Danilo Gallinari, Lou Williams (rinnovo annuale per lui), Delon Wright, Cam Reddish, Onyeka Okongwu, Gorgui Dieng e Solomon Hill.
Lo scorso anno Atlanta iniziò molto piano, a causa (anche) dei problemi fisici di Gallinari, Bogdanovic, Hunter e Kris Dunn, e a pagare un rapporto ormai deteriorato con le star della squadra Trae Young e John Collins fu l’allora head coach Lloyd Pierce, cacciato a inizio marzo. Al suo posto Nate McMillan, e sotto la sua guida gli Hawks hanno semplicemente volato.
Trae Young ha giocato da star assoluta i suoi primi playoffs in carriera, dando sfoggio di grande maturità. Bogdanovic e Huerter sono cresciuti strada facendo, Collins si è dimostrato ai playoffs una sorta di Kenyon Martin del 2020 (in attacco), Capela è una roccia e l’ancora difensiva di una squadra che proprio nella sua metà campo dovrà migliorare sensibilmente.
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