La Quicken Loans Arena è un fortino, i Cavaliers cancellano in un attimo tutto quanto detto fino ad ora dalla serie di Finals tra Golden State Warriors e Cleveland: LeBron James e Kyrie Irving, senza Kevin Love, fanno la voce grossa, cancellano totalmente la squadra di Steve Kerr, con un rotondo +30 che non ammette repliche. La differenza rispetto alle gare in California? TUTTO.
LeBron James in gara 1 e 2 ha tirato 3-12 da oltre il pitturato (25%), mentre in gara 4 fa 4 su 8 (50%), stessa trasformazione per Kyrie Irving, letale, impossibile da marcare, ma anche e soprattutto per un giocatore in particolare apparso completamente in bambola nella Baia: JR Smith. In gara 1 e gara 2 nulla di fatto, gara 3 comincia lentamente, è fuori ritmo, ma poi si accende a gara in corso e spazza via tutti i dubbi: 28.6% in gara 1 e 2, 50% da fuori il pitturato in gara 3 con 20 punti contro i 4 delle prime due sfide. Letteralmente On Fire.
Il motivo? Il ritmo, i rimbalzi offensivi, il flusso offensivo, il movimento di palla, l’energia, la difesa, ed ancora la voglia di riaprire la serie: tanta tantissima differenza rispetto ai Cavs visti in gara 1-2. Irving apre i giochi con un primo quarto da 16 punti, letteralmente fuori controllo (i Warriors chiudono il quarto con 14 punti con Steph Curry e Klay Thompson a quota 0, il primo già con due falli, il secondo si infortuna al ginocchio su un blocco di Mozgov). LeBron James si carica i compagni sulle spalle nel terzo quarto dopo un secondo in cui Cleveland faticava a tenere i ritmi offensivi dei primi minuti: Cleveland domina, domina domina, ed entra tutto, anche JR partecipa alla festa mentre gli avversari sono già mentalmente a gara 4.
Trenta punti di distacco, gara 3 ribalta tutto.
Gara 4 ci dirà la verità: venerdì notte sapremo se game 3 è stato un caso isolato o se il fattore campo conta davvero così tanto in queste serie finali.
Cleveland nel frattempo vola sull’8-0 tra le mura amiche e si coccola un Irving finalmente decisivo.