DETROIT PISTONS
Dopo aver interrotto una lunga astinenza da playoff l’anno scorso, i Detroit Pistons ci ricascano e non trovano la chiave di volta per confermarsi anche quest’anno, facendo un gran passo indietro registrando attualmente un record di 36-43.
Nonostante la buona partenza stagionale, alimentata dal clima ottimistico per via di un roster giovane e talentuoso, capace di arrivare ai playoff 2016/2017, il rendimento della squadra, in parallelo ai diversi infortuni, è andato pian piano calando.
Tra i vari assenti, primo tra tutti, c’è Reggie Jackson che ha dovuto seguire la prima parte di stagione, seduto in tribuna per via dell’infortunio riportato al ginocchio e non gli ha permesso di esprimersi al meglio dopo il rientro.
Tra le delusioni di quest’anno, a quanto dichiara anche Van Gundy, ci sono: Andre Drummond, dal quale ci si aspettava molto di più vista l’eccellente stagione giocata l’anno prima; Stanley Jhonson, che tanto aveva fatto sperare i tifosi di Detroit e non ha saputo dimostrare di essere all’altezza del gioco.
C’è spazio anche per qualche nota colorata a Detroit, nel nome di Ish Smith, che ha saputo sfruttare l’infortunio di Reggie Jackson dimostrando a coach Van Gundy il suo valore e conquistando la posizione da titolare in quintetto.
Possiamo dire infine, che per Detroit questo sia stato un anno fallimentare viste le buone premesse, e con l’arrivo del fine stagione Van Gundy dovrà rivedere alcune sue scelte tattiche, a partire dalla composizione di un roster sul quale era disposto a fare affidamento ma che non è riuscito a dargli la sicurezza e le risposte sperate.
CHARLOTTE HORNETS
Dopo un’ottima stagione, anche gli Hornets sembrano aver perso la magia che li aveva guidati al sesto posto, non riuscendo ad agguantare l’ottavo posto valido per i playoff.
Charlotte sta chiudendo la stagione con un record di 36-44 attualmente.
Alla base del calo fisico e mentale degli Hornets ci sono infortuni e scelte discutibili del proprio coach Steve Clifford che sembra già essere in bilico nella sua posizione di Head Coach.
Ci sono poche scuse per Charlotte che sicuramente avrebbe potuto fare meglio visto il roster a disposizione, composto da ottimi giocatori e veterani come Batum, Walker e Belinelli in grado di guidare un gruppo composto da ottimi prospetti.
Un altro argomento che sta animando le discussioni interne a Charlotte, è l’utilizzo dei propri giovani talenti non in grado di dare forma al progetto partito 2 anni fa e che vede ragazzi come Zeller, Kidd-Gilchrist e Lamb costretti a guardare da casa questi playoff.
Possiamo dire quindi, che Charlotte quest’anno non sia riuscita a trovare la combinazione giusta tra i suoi punti forza, rimanendo bloccata e non riuscendo a risultare una squadra compatta e fredda nei momenti decisivi della stagione e state sicuri che proprio su questo, Michael Jordan lavorerà in questo post-season.