Proprio come accaduto l’anno scorso, arrivati ad un punto in cui i giochi erano già quasi fatti, i Portland Trail Blazers hanno deciso di non far giocare più Damian Lillard per il resto della stagione. L’anno scorso sono stati prima gli infortuni e poi l’andamento della squadra le causa di questa decisione. Quest’anno, nonostante Lillard abbia giocato quella che può essere ritenuta la sua miglior stagione individuale della carriera, la squadra non è riuscita a supportare abbastanza il suo leader e quindi i risultati sono venuti a meno. Tecnicamente i Blazers non sono ancora matematicamente fuori dalla corsa ai play-in. Infatti, con un record di 32 vittorie e 44 sconfitte, sono a cinque vittorie e mezzo di distanza dal decimo posto, con ancora sei partite da giocare.
È ovvio che un’ipotetica qualificazione sarebbe un qualcosa di incredibile, anche perché le squadre sopra di loro dovrebbero perdere tutte le partite. Arrivati a questo punto, però, sia la dirigenza che la squadra sembrano ormai aver detto addio alle speranze di qualificazione ai play-in. Soprattutto se al prossimo draft ci sono molti giocatori di talento. E soprattutto se c’è Victor Wembanyama. Attualmente Portland avrebbe il 39.9% di pescare una delle prime quattro scelte, e il 9.8% di pescare la prima scelta. Proprio per questo far sedere Lillard, e anche altri giocatori, per il resto della stagione potrebbe risultare conveniente in modo da far alzare quelle percentuali.
Il valore di mercato di Damian Lillard non è mai stato così alto (e anche il suo contratto). Stando alle sue recenti dichiarazioni, il prodotto di Weber State sarebbe un po’ stanco di perdere e vorrebbe giocare per una squadra improntata alla vittoria. Il “problema” è che non si sa cosa la dirigenza di Portland abbia intenzione di fare. Costruire una squadra competitiva attorno a lui, o scambiare i pezzi grossi e cercare di costruirsi un futuro attraverso giovani e scelte?