“Il successo è quanto più in alto si rimbalza quando si è toccato il fondo“. Se così fosse, i Brooklyn Nets avrebbero appena toccato l’apice del loro successo. E pensare che solo 6 anni fa, di questi tempi, l’allora GM Billy King ufficializzava la trade più sciagurata della storia recente NBA, ipotecando il proprio futuro a lungo termine. Nessuno, eccetto qualche inguaribile ottimista, pensava si sarebbero ripresi, almeno non nell’immediato avvenire. Eppure i Brooklyn Nets ce l’hanno fatta e per giunta anche prima di ogni più rosea aspettativa. Non sono mancati i sacrifici e le stagioni fallimentari, ma alla fine la dirigenza, passo dopo passo, ha risollevato i Nets dal fondo della Eastern Conference. Le firme di Kyrie Irving e Kevin Durant sono solo la ciliegina di una torta perfetta che la dirigenza ha iniziato a preparare cinque anni fa e che oggi può dirsi finalmente pronta. Ripercorriamo allora le ultime stagioni di Brooklyn evidenziando le tappe chiave che hanno reso possibile questo piccolo miracolo sportivo.
LA TRADE DELLA DISCORDIA TRA BROOKLYN NETS E BOSTON CELTICS
Dopo essere usciti al primo turno contro i Bulls, nell’estate 2013 il presidente Prokhorov, colui che aveva promesso un titolo in 5 anni, imbastì la seguente trade con i Celtics: Jason Terry, Kevin Garnett e Paul Pierce (tutti ultratrentenni) in cambio di tre prime scelte non protette. La tattica “tutto e subito” non diede però i risultati sperati. Complici le difficoltà gestionali di coach Kidd, i problemi fisici di Garnett e i vari malumori dei giocatori, i Brooklyn Nets furono agevolmente sconfitti da Miami alle semifinali di conference. Durante l’off-season inoltre Pierce uscì dal contratto, Kidd se ne andò sbattendo la porta e Garnett fece ritorno nella sua amata Minnesota. Questi cinque anni di pronosticate vittorie e anelli si sarebbero trasformate in una serie di insuccessi tanto evitabili quanto tristi.
I BROOKLYN NETS DALL’INFERNO AL PURGATORIO: LA FIRMA DI SEAN MARKS
Seguirono stagioni disastrose, chiuse sul fondo della conference, in cui l’unica consolazione fu la cessione dei pesanti contratti di Deron Wiliams e Joe Johnson. Arrivarono in cambio giovani come Sean Kilpatrick o Isahiah Whitead, ottimi talenti ma ancora acerbi per i parquet NBA, Nel febbraio 2016 fu assunto Sean Marks come general manager. Da quel giorno Brooklyn iniziò a compiere scelte più lungimiranti sul mercato. Il primo passo fu l’acquisizione al draft di Caris LeVert in cambio di Thaddeus Young. Il secondo, assai più geniale, fu trade imbastita con i Lakers nell’estate 2017: Brook Lopez e il suo copioso salario a Los Angeles, Timofey Mozgov e D’Angelo Russell a Brooklyn. Marks seppe approfittare della volontà dei gialloviola di lasciare spazio al neo arrivato Lonzo Ball per assicurarsi i servigi di un ragazzo eccentrico ma di grande talento, che nelle successive stagioni avrebbe infatti fatto le fortune dei Nets. Terza mossa, firmare all’inizio della scorsa stagione dei veterani utili a fare da chioccia al giovane nucleo appena creatosi. Se oggi i Nets sono sul tetto della lega, il merito è tutto di Sean Marks e di coach Atkinson, bravo a valorizzare al massimo tutti i giocatori presenti al roster.
LA GLORIOSA STAGIONE ED IL NUOVO BIG-THREE
Nell’ultima stagione i Nets si sono rivelati la mina vagante della NBA, trascinati da un D’Angelo Russell in versione All-Star. L’ex Lakers ha giocato la miglior pallacanestro della sua carriera. Non solo, a coadiuvarlo ci hanno pensato gli insospettabili Caris LeVert e Joe Allen, oltre al solito Spencer Dinwiddie, eccellente scorer in uscita dalla panchina. Brooklyn si è issata al quarto posto della Eastern Conference, strappando il pass dei playoff per la prima volta dopo 5 anni. Per la dura legge del più forte non hanno potuto fare nulla contro i big-three di Phila, malgrado il successo di gara 1, ma c’erano comunque molti motivi per sorridere: i Brooklyn Nets erano tornati finalmente a giocarsi la postseason con uno dei migliori coach della lega e con un roster tanto giovane quanto talentuoso. Un bel biglietto da visita per una free-agency che li avrebbe, e li ha visti, protagonisti. Nei giorni scorsi sono infatti approdati a Brooklyn due All-Star del calibro di Kyrie Irving e Kevin Durant, oltre al sempre affidabile DeAndre Jordan. Il loro arrivo ha però comportato la partenza di Russell, dolorosa ma inevitabile. La geniale ricostruzione di Sean Marks si è conclusa e per giunta nel migliore dei modi. Forse questa volta potrebbe seriamente arrivare un titolo nei prossimi 5 anni.