Dopo l’amara eliminazione subita dai Denver Nuggets nella bolla di Orlando, i Los Angeles Clippers ripartono fin dal training camp con un obiettivo comune, quello del riscatto. L’ultimo quarto di gara 7 è ancora vivo nei ricordi di molti, ed è così che il front office dei Clippers ha optato per un’inversione di marcia per rimettere in carreggiata la franchigia in vista della lotta per il Larry O’Brien Trophy. Pochi ma decisivi cambiamenti quelli della franchigia di Los Angeles che, a differenza della stagione appena trascorsa, parte un gradino più in basso rispetto ai ‘cugini’ Lakers. “Ci piacciono queste voci negative sul nostro conto” – riporta Ivica Zubac nella sua prima intervista rilasciata al training camp 2020/2021. Ed è esattamente così: i Clippers non vedono l’ora di riscattarsi per dimostrare il loro reale valore. Ne parleremo in questa Clippers preview 2020/2021.
I movimenti nella off-season
La disfatta nella bolla di Orlando è stato un segnale inequivocabile per il front-office della franchigia. Occorreva voltare pagina dal giorno 1 e ricominciare così un nuovo capitolo. Dopo sette anni a tinte chiaro-scure, Doc Rivers ed il suo staff hanno dunque lasciato la California per volare sulla costa opposta, nella città dell’amore fraterno. Al suo posto, il general manager, Michael Winger, ed il President of Basketball Operations, Lawrence Frank, hanno optato per una figura con accreditate capacità nella gestione dello spogliatoio. A dover coordinare personalità spiccate e star esigenti sarà infatti Tyronn Lue. Il suo assistente principale sarà Daniel Craig che, dopo aver passato gli ultimi 17 anni a Miami, si occuperà della fase difensiva dei Clippers. Kenny Atkinson (ex capo allenatore dei Nets) sarà il coach di riferimento per lo sviluppo dei giocatori, mentre Larry Drew si dedicherà all’attacco. Roy Rogers attenzionerà lo sviluppo dei lunghi ed infine Chauncey Billups sarà voce motivazionale e moderatrice all’interno dello spogliatoio.
I Clips hanno pescato due rookie al draft di metà novembre: la scelta n.33, Daniel Oturu, centro proveniente da Minnesota University e la n.55, Jayden Scrubb, point-guard in uscita dal John A. Logan College. Durante il draft, i Clippers hanno completato uno scambio con i Pistons ed i Nets, acquisendo le prestazioni della guardia Luke Kennard e quattro scelte future al secondo giro dagli stessi Detroit. Hanno ceduto, nel contempo, il contratto della guardia tiratrice Landry Shamet ai Brooklyn Nets. Malik Fitts, da Saint Mary’s, è stato invece firmato da undrafted.
Sei giocatori dei Los Angeles Clippers erano diventati free-agent il 20 novembre. Tre di questi hanno deciso di continuare il loro percorso nella franchigia: Marcus Morris (quadriennale da 64 milioni di dollari), Patrick Patterson (annuale da 3 milioni) e Reggie Jackson (annuale al minimo garantito per un veterano). Per ciò che concerne i tre esuberi, vi sono i nomi di JaMychal Green (adesso in carica ai Denver Nuggets), Johnatan Motley (ai Phoenix Suns) e Montrezl Harrell (ai Los Angeles Lakers). Proprio la mancata firma del miglior sesto uomo della passata stagione ha generato leciti sospetti riguardo rotture e disguidi interne allo spogliatoio, causate soprattutto dalla pessima performance del nuovo centro dei Lakers nella bolla di Orlando (come ricalcato da quest’articolo del The Athletic).
Infine, sono stati aggiunti a roster altri cinque free agent, due tra i quali potrebbero rivelarsi giocatori fondamentali per la chimica e il funzionamento della squadra. Oltre a Ky Bowman, Rayjon Tucker e Jordan Ford, i Clippers hanno infatti messo sotto contratto Serge Ibaka (biennale da 19 milioni totali) e Nicolas Batum (annuale da 2,5 milioni). E poi è arrivata l’estensione contrattuale di Paul George, che ha deciso di legarsi ai californiani a lungo termine firmando un nuovo accordo da 190 milioni di dollari per la durata di quattro anni.
Clippers preview 2020/2021: il gioco
Il roster a disposizione di coach Lue è uno dei più completi e versatili della lega. A conferma di ciò, due dati importanti della stagione appena trascorsa vanno tenuti in considerazione. I Clippers sono stati la squadra che ha schierato più volte un quintetto diverso nell’arco della regular season e la loro second unit è stata la più prolifica in assoluto con 50.3 punti a partita. Nonostante l’addio di Harrell, Green e Shamet, tre giocatori di notevole peso in uscita dalla panchina, Lue sarà intenzionato a ruotare il più possibile i suoi uomini a disposizione, mettendo in risalto le abilità realizzative del proprio roster.
Le soluzioni primarie nel gioco offensivo dei Clippers saranno affidate ai propri uomini di punta: Paul George e Kawhi Leonard. La qualità e l’estro dei due californiani sono indubbie: entrambi vantano di uno skill-set offensivo completo, soprattutto quando devono battere il loro difensore dal palleggio. I due stanno lavorando assieme sin dal giorno 1 del training camp, a differenza della scorsa stagione, in cui George dovette saltare i primi tre mesi di regular season. Vedremo dunque molto più spesso PG e Kawhi assieme sul parquet e sarà rilevante in tal senso la chimica che si instaurerà tra i due 3 & D. Sarà George l’incaricato principale a sfruttare i pick and roll per arrivare ad un tiro dal palleggio o per servire un proprio compagno libero sul perimetro. Proprio lo stesso PG ha dichiarato recentemente la sua volontà di giocare più possessi dal palleggio per trovare il ritmo con più facilità. Sono tanti i potenziali tiratori in catch & shoot che dovranno farsi trovare pronti fuori dall’arco: dallo stesso Kawhi a Patrick Beverley, da Lou Williams a Marcus Morris. Ma anche i nuovi innesti sono stati scelti ad hoc: Ibaka, Kennard e Batum hanno tutti una eFG% (percentuale effettiva dal campo) superiore al 50% nei tiri in catch & shoot.
L’ago della bilancia nei momenti decisivi sarà invece Kawhi Leonard. Ed è qui che Lue dovrà prendere degli accorgimenti rispetto alla passata stagione. Gli isolamenti di Kawhi hanno spesso precluso spaziature adeguate e movimento senza palla degli altri giocatori sul parquet. Ciò non ha concesso a giocatori come Zubac, Williams e Beverley di rendere al proprio meglio ed entrare nel ritmo dell’azione, portandoli ad ammettere a fine stagione che la mancata chimica di squadra è stata la ragione principale del loro fallimento.
Taglio in back-door senza palla, penetrazione e scarico per un compagno libero nell’angolo, tiro in catch & shoot da tre punti: Luke Kennard può essere un giocatore molto utile per questi Clippers.
I Clippers devono sicuramente aumentare la velocità nel loro gioco offensivo, come ribadito da Lue e comprovato da un pace di 101.5, ottavo nella lega: troppo poco per una squadra con giocatori come Leonard, George e Williams, capaci di alzare il ritmo ed andare in penetrazione con estrema facilità per una conclusione immediata dell’azione. Luke Kennard e Nicolas Batum sono state due scelte oculate in tal senso. I Clippers avevano estremo bisogno di giocatori con capacità di playmaking che portassero ordine e velocità nella manovra d’attacco affinché i tagli senza palla delle guardie e delle ali venissero premiati con maggior frequenza.
Nella metà campo difensiva i Los Angeles Clippers sono una delle squadre più temibili della lega. George e Leonard sono infatti abili nel cambiare su ogni blocco e marcare qualsiasi esterno o rollante avversario, stesso dicasi per Serge Ibaka e Marcus Morris. Anche il reparto guardie a disposizione di Lue è dotato di un’eccelsa predisposizione alla fase difensiva, specialmente Beverley, estremamente rinomato per le sue marcature asfissianti (1.2 recuperi di media in carriera). La difesa non è stato certamente il problema dei Clippers la passata stagione: con 107.6 di defensive rating sono stati la quinta miglior difesa in stagione regolare. E’ proprio da qua che può partire Lue: l’esaltazione in giocate difensive si può tramutare spesso in contropiedi e attacchi in transizione e dunque elevare il ritmo e migliorare la chimica di squadra.
Da una grande difesa possono arrivare potenziali punti facili per i Clippers, soprattutto con due così
Un potenziale fattore: Serge Ibaka
L’aggiunta di Serge Ibaka sarà fondamentale per le alchimie di gioco in ambo i lati del campo. Il centro di origini congolesi è dotato di un eccellente tiro dalla media-lunga distanza (38.5% da tre punti la passata stagione) e ciò permetterà ai giocatori dei Clippers di spaziare meglio il campo per concedere penetrazioni in area più agevoli per gli incursori in area, come Williams, George e Leonard. Ibaka è anche un eccellente bloccante, capace di tagliare verso il canestro per una schiacciata di potenza o aprirsi per un tiro: un lungo con queste caratteristiche era infatti ciò che mancava al roster dello scorso anno.
Nella metà campo difensiva Ibaka è un esemplare rim protector: riempie l’area grazie alla sua statura corpulenta ed offusca costantemente la visuale degli avversari con un’apertura alare di 221 cm. Non a caso è stato inserito nel miglior quintetto difensivo della stagione per ben tre stagioni ed ha superato le 3 stoppate di media a partita per ben due volte in carriera. Ibaka, a dispetto delle lunghe leve, (213 centimetri per 106 chili) ha anche una discreta mobilità laterale che gli permette di cambiare sui blocchi e recuperare sulle point-guard avversarie senza grossi problemi.
Nella sua prima intervista dal ritiro Clippers, Tyronn Lue ha inoltre confermato la possibilità di giocare con due lunghi contemporaneamente, con Ibaka a ricoprire il ruolo di ala grande e Zubac quello di centro. E’ bene ricordare, infatti, che il nuovo innesto dei Clippers ricopre naturalmente la posizione di 4 con cui più volte ha messo in risalto le sue abilità, soprattutto ad Oklahoma .
Giocando con Leonard a Toronto, Ibaka ha riportato oltretutto una delle stagioni più produttive della sua carriera, con una media di 15 punti, 8.1 rimbalzi, 1.3 assist e 1.4 stoppate a partita con il 52.9% al tiro. Il fatto che i due si trovino molto bene assieme e che Ibaka sia un veterano d’esperienza unanimemente riconosciuta sarà un fattore di rilevante importanza al fine di quietare gli animi all’interno di uno spogliatoio che lo scorso anno è sembrato più diviso che mai.
Clippers preview 2020/2021: le aspettative stagionali
E’ inutile girarci attorno. Nonostante un giocatore come Harrell sia passato alla competitor numero uno della lotta per il titolo, i Los Angeles Clippers possono vantare di uno dei roster più completi e funzionali della lega. Il miglior sesto uomo della passata stagione portava esplosività e potenza in ambo i lati del campo, ma Frank & co. lo hanno rimpiazzato a dovere, con un lungo dalle caratteristiche diverse ma con più competenza ed esperienza, requisiti imprescindibili per affrontare al meglio la fase più concitata della stagione, quella dei playoff.
La squadra di Lue ha tutte le carte per aspirare alla vittoria finale: i due migliori 3 & D della lega, profondità del roster, second unit di grande spessore, aggressività e versatilità difensiva, personalità e maturità per chiudere le partite. L’ambiguo dilemma che affligge questi Clippers è il carattere ruvido di ciascuno dei componenti del team che ha provocato dispute e disguidi interni durante i playoff della passata stagione. Tyronn Lue è arrivato anche per questo: temperare gli animi e costruire una nuova cultura che possa mettere in risalto le caratteristiche di ognuno, affinché tutti possano sentirsi membri insostituibili di un progetto solido e con leader ben definiti.
Solamente il tempo potrà dirci se Lue e il suo staff riusciranno a generare una chimica di squadra tale da poter regalare il primo titolo della storia alla franchigia di Steve Ballmer. Il recentissimo rinnovo al massimo salariale di Paul George ispira fiducia e delinea una prosperità di lungo periodo per il team di Los Angeles. Per convincere Kawhi Leonard serverà invece trasmettere certezze nell’arco della prossima stagione. Ed arrivare in finale di conference potrebbe anche non bastare…