LeBron James ha annunciato dal palco degli ESPYs Awards 2023 ciò che sapevamo già tutti, nonostante le sue parole del maggio scorso dopo l’eliminazione dei suoi LA Lakers dai playoffs: niente ritiro, c’è ancora del basket da giocare.
LeBron ha vinto il premio per la “Best Record-Breaking Performance”, per aver battuto il record di punti segnati in carriera nella NBA di Kareem Abdul-Jabbar. La superstar 4 volte campione NBA ha ricevuto il premio e gli onori sul palco dalla sua famiglia al completo, con la moglie Savannah e i tre figli LeBron Jr (Bronny), Bryce Maximus e Zhuri.
“Non importa quanti punti segnerò ancora, o che cosa riuscirò a fare ancora in campo” ha detto LeBron James “La vera domanda per me è: posso giocare ancora con rispetto per il gioco? Il giorno in cui non riuscirò più a dare tutto me stesso in campo sarà il giorno in cui smetterò. Ma quel giorno non è oggi, per fortuna vostra (…) in 20 anni non ho mai mancato di rispetto al gioco, né l’ho mai fatto prima (di giocare nella NBA, ndr) e non ho mai dato nulla per scontato. Ogni volta che scendo in campo, che sia per giocare una partita o per allenare la squadra dei miei figli, io voglio sempre dare il massimo. Lo faccio per me stesso, lo faccio per alcuni dei miei compagni di squadra che ho avuto e che ho oggi e lo faccio per tutti i grandi del gioco che sono venuti prima di me. E cosa più importante, lo faccio per i tifosi e gli appassionati, e per chi ama il basket“.
LeBron James aveva risposto al termine della conferenza stampa post gara 4 delle finali della Western Conference, a una domanda sul suo futuro da giocarore dicendo “di non sapere ancora se avrebbe continuato“. Dichiarazioni che avevano fatto parlare e distolto in verità anche parecchia attenzione dai Denver Nuggets, dominatori della serie e che si erano qualificati alle prime Finals NBA della loro storia. Per James era stata la prima volta in cui la parola “ritiro” veniva usata con un orizzonte temporale, e per di più così prossimo.
“Allora non ero sicuro se avrei continuato a giocare o no. In quel momento mi chiedevo se avessi potuto giocare ancora con il rispetto di cui parlavo prima, se avessi potuto ancora dare tutto. La realtà è che questa è una domanda che mi sono fatto sempre negli ultimi anni, senza mai dirlo a nessuno. E’ sapete che cosa mi convince ancora ogni volta a tornare? Guardare giocare e allenare i miei ragazzi e i loro compagni di squadra. Li guardo giocare e mi ricordo esattamente perché anche io gioco ancora a basket, loro mi riportano dove ho bisogno di essere, dove sento solo l’amore per questo gioco così bello. Per cui si, ho ancora qualcosa da dare, tanto“.