Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsBoston Celtics A.A.A.: Cercasi Costanza – Amir Johnson

A.A.A.: Cercasi Costanza – Amir Johnson

di Gabriel Greotti

A.A.A.: Cercasi Costanza – Amir Johnson

Il lavoro sporco, in una lega che vive di spettacolarità, molto spesso è poco apprezzato o sminuito. Tuttavia ogni franchigia ha bisogno di quel giocatore che, pur non brillando nei tabellini, deve sporcarsi le mani, lavorare nella palude. I Celtics sembrano aver trovato un giocatore del genere nel proprio roster: Amir Johnson. Il giocatore ex-Raptord è esattamente il giocatore che, come amano dire oltreoceano, lavora nel campo degli “intagibles”.

Workin’ in the dark

Per chi non lo sapesse le “intagibles” sono tutte quelle giocate che, pur non finendo nei tabellini, contribuiscono in maniera determinate al successo della squadra. Giocatore, da sempre, poco appariscente: spesso poco apprezzato ma ritenuto pedina importante per tutti gli allenatori che ha avuto. Non si spigherebbero altrimenti 12 anni trascorsi in franchigie sempre da playoff, o quasi, in una lega come l’NBA per un giocatore tutto sommato normale. Johnson venne firmato dai Celtics per dare esperienza e solidità ad un roster giovane e affamato. Dopo la discreta stagione scorsa, chiusa a 8.5ppg 7.2rpg 1.2bpg e 0.7apg, è stato confermato a roster, ma in questa stagione la sua caratteristica principale è una: l’incostanza.

Corrente alternata

Amir sta continuamente alternando partite in cui sembra essere tornato il Johnson visto a Toronto, a gare in cui sembra ormai un giocatore sulla via del tramonto. L’ala grande/centro dei Celtics alterna prestazioni buone, o persino ottime, come quella di Chicago (23 punti 4/4 da 3), ad altre in cui, spesso, risulta deleterio per la manovra biancoverde. Infatti in molte circostanze, durante la stagione, è sembrato lento e impacciato tanto in attacco quanto in difesa. Il successo dei Celtics, per ammissione di Bradley, dipende molto dalle giocate del suo numero 90.

La convivenza con Horford: un compito difficile?

Amir Johnson in conferenza stampa

Johnson, pur ampliando molto il suo range di tiro, viene sempre sfidato al tiro dalle difese avversarie che, solitamente, hanno ragione. Pur chiudendo infatti ogni stagione intorno al 65%, Amir, non ha mai brillato a livello offensivo, limitandosi a fare il suo compito sotto canestro e, in molte circostanze, anche in post-basso. Il suo merito principale era quello di settare benissimo i blocchi, garantendo sempre spazio di manovra al piccolo che con lui giocava il pick’n’roll. Con l’arrivo di Al Horford il suo ruolo è molto diverso. Il ruolo di bloccante è preso dal centro ex-Hawks con Amir impegnato a fare a spallate con i lunghi avversari cercando spazio in post con alterne fortune.

Per un giocatore come lui, abituato a lavorare nell’oscurità, cali fisici e spesso mentali possono risultare fatali. In particolare Johnson, apprezzato da tutti come difensore, sta subendo una vera e propria involuzione nella sua metà campo. Il suo essere impiegato da 5 nella fase difensiva lo porta a soffrire molto i centri atletici con cui sembra avere sempre un match up sfavorevole. Eppure, quando in serata, riesce ad essere determinante, vedasi la difesa su Hassan Whiteside, come testimonianza di ciò. Il problema principale di Johnson sembra essere quindi a livello di tenuta fisico-mentale. Quando scende sul parquet concentrato e in forma accettabile, infatti, risulta essenziale su ambedue i lati del campo: In fase offensiva per creare spazio ai tiratori, e per prendersi qualche layup, in fase difensiva per ostacolare, con il suo operato, il compito dei pari-ruolo.

Allarme panchina

Di recente il suo posto da titolare è stato messo in dubbio. La maggiore capacità di Jerebko di allargare il campo ha contribuito a Jonas di guadagnare talvolta i gradi di titolare. La soluzione di fare partire Amir con la second-unit potrebbe essere una mossa geniale di Stevens. L’intento del coach, infatti, è quello di dare più solidità alla panchina e aumentare le spaziature offensive dello starting-five.

Amir potrebbe giovare dal vedersi ridurre meno minutaggio ritrovando così la sua intensità perduta. Allo stesso tempo i Celtics potrebbero sia patire a livello difensivo: la fase difensiva di Jerebko non è quella di Amir, ma riuscirebbero a trovare anche maggiori soluzioni offensive, cosa che viene richiesta sempre più dai ritmi di una lega in cui ormai tirano da 3 punti anche i porta-borracce.

Per NBAPassion.com,
Nicola Garzarella

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