Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Celtics, luci ed ombre sulla prima di regular season

Celtics, luci ed ombre sulla prima di regular season

di Gabriel Greotti

I Boston Celtics aprono la stagione in casa, in un TD Garden non proprio stracolmo. L’avversario si chiama Philadelphia 76ers, che presenta nello starting five una coppia di lunghi molto interessante, formata da Jahlil Okafor e Nerlens Noel, due top pick degli ultimi draft NBA. In cabina di regia, per gli avversari, c’è Isaiah Canaan, aiutato nel reparto esterni da Jakarr Sampson e Hollis Thompson. La gara, anche alla luce del foltissimo programma serale, sembra passare in secondo piano, ma riserva comunque spunti di riflessione molto interessanti.

Coach Brad Stevens, per i padroni di casa, manda in campo un quintetto rimaneggiato per i 2/5 rispetto allo scorso anno: fiducia a Crowder che sostituisce Evan Turner nello spot di SF in quintetto base, mentre l’ex Warriors David Lee rimpiazza un ritrovato Jared Sullinger. A completare il quintetto, nel back court Marcus Smart ed Avery Bradley, mentre nello spot di centro Stevens schiera il big man ex North Carolina, Tyler Zeller. 

La gara parte in salita per i Boston Celtics, che non sembrano in grado di arginare i lunghi dei Sixers nel pitturato dove concedono agli avversari di segnare 17 punti nel pitturato su 26 totali nel primo quarto. Il duo Bradley-Lee, che ha dato tanti buoni frutti e speranze durante la preseason, stecca alla grandissima tutta la gara, totalizzando alla fine dell’incontro una prestazione combinata di 4-14 (28.6%) dal campo, 4 turnover e 3 stoppate subite. Zeller è inesistente in area, tanto da raccogliere un solo rimbalzo ed obbligare subito il coach a trovare nuove soluzioni. Stevens capisce che i due faticano ad entrare in gara, ecco allora i primi cambi: dentro Sullinger, Amir Johnson ed Isaiah Thomas per Lee, Zeller e Smart.

Jahlil Okafor

Jahlil Okafor

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il secondo quarto, che si apre sul 26-21 in favore degli ospiti, è quello della rimonta Celtics: Johnson veste i panni del rim protector mettendo subito a segno due stoppate fondamentali, Sullinger sembra ispirato e trascina i suoi in attacco insieme a Thomas. Gli avversari provano a restare a contatto con i biancoverdi sfruttando la classe cristallina di Okafor, ma il quintetto basso schierato in campo da Stevens da i suoi frutti in difesa e da uno strappo al punteggio: a metà gara il tabellone luminoso recita 51-40 per i padroni di casa. Le percentuali sono piuttosto basse da entrambe le parti, il primo tempo è dominato da molte stoppate e da qualche errore di troppo, condizioni che fanno sì che il punteggio non scollini i 50 punti se non nel finale per i padroni di casa.

Il terzo ed il quarto quarto sono dominati dal duello a distanza tra Thomas e Okafor: Sullinger parte in quintetto al posto di uno Zeller apparso in grandissimo affanno, ma a tenere banco è il duello a distanza tra il numero #4 dei Celtics e la seconda scelta assoluta al Draft 2015 dei Sixers, che si protrae sino al termine della gara, con il primo che mette a referto 27 punti e 7 assist con 10-19 dal campo ed il secondo che risponde con 26 punti e 7 rimbalzi con 10-16 dal campo spadroneggiando nel pitturato ma 8 turnover personali. Il terzo quarto è forse la frazione più brutta per i padroni di casa, apparsi sottotono, ma salvati ancora dalla second unit che riesce a resistere caparbiamente agli orgogliosi tentativi di Philadelphia di rifarsi sotto col punteggio. Da segnalare una tripla di Thomas allo scadere dei primi 12′ del secondo tempo.

Isaih Thomas, point guard "tascabile" dei Celtics

Isaih Thomas, point guard “tascabile” dei Celtics

Nell’ultima frazione, e maglie difensive non sono più così strette come nel primo tempo, il gioco si fa più rapido ed il punteggio aumenta vertiginosamente. I Sixers non riescono più a reggere le continue incursioni di Thomas, Johnson (molto bravo ad aprire il campo per IT4 che si trova così libero di giocare 1 vs 1), Crowder e Smart che nel secondo tempo, a turno, bucano la difesa avversaria dall’arco dei tre punti e non solo.  Okafor dalla parte opposta sembra essere l’ultimo baluardo a non essersi ancora arreso, ma i suoi 26 punti non consentono agli ospiti di tenere il passo dei Celtics, che vincono la prima gara stagionale col punteggio di 112-95. Negli ultimi minuti di gioco spazio anche per Terry Rozier e Jordan Mickey, entrambi rookie rispettivamente da Louisville ed LSU.

Andiamo ora ad analizzare ora alcuni dei dati e dei temi tattici più importanti della gara: i Celtics non si smentiscono e continuano a soffrire (come durante la scorsa stagione) nel pitturato, concedendo agli avversari 47 rimbalzi di cui 15 offensivi, contro i propri 41 totali e 10 offensivi. Boston, d’altro canto, crea molto più gioco mettendo a referto tanti canestri assistiti (31 gli assist totali contro i 12 degli avversari), perde meno palloni (17 a 22 il computo finale dei turnover) e tira meglio (45% dal campo contro il 40% degli ospiti).
Il gioco di Brad Stevens sta prendendo sempre più forma: il giovane allenatore dei Celtics ama i quintetti piccoli e soluzioni come gli stretch-four per aprire il campo, soluzioni che possono portare grandi vantaggi in termini di punti in arrivo dai piccoli: Stevens fa aprire il campo a Johnson e Jerebko e ne vien fuori un Thomas da 27 punti finali. Il lavoro da fare, tuttavia, è ancora molto: vanno limitate ancora le palle perse e bisogna assolutamente porre un freno allo strapotere avversario nel pitturato, dove i bianco-verdi scarseggiano per centimetri e chili. Zeller, come ha dimostrato stanotte, ha grossissimi limiti difensivi e questo diventerà probabilmente il rompicapo di coach Stevens, che ha ottenuto ottimi risultati difensivi solo utilizzando Amir Johnson da 5, il quale però concede molti centimetri agli avversari in quel ruolo.

TABELLINO:

TabellinoPHI@BOS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per NbaPassion.com,
Gabriel Greotti (@GabrielGreotti on Twitter)

 

You may also like

Lascia un commento