Damian Lillard non si ritiene “assolutamente” un giocatore in declino, e garantisce che nella prossima stagione NBA potrà tornare ai livelli visti anno dopo anno a Portland. Dame, al suo primo anno a Milwaukee dopo 11 stagioni con i Trail Blazers, ha vissuto un’annata di alti e bassi coi Bucks, chiusa prima del tempo al primo turno di playoffs (complice l’infortunio a Giannis Antetokounmpo) e con percentuali mai così basse in carriera al tiro.
Abbastanza da considerare già la trade un flop? Neanche per idea: “Quando è successa tutti pensavano, ok ora Milwaukee vincerà tutto. E quando le cose non sembravano come si pensava avrebbero dovuto essere, o si immaginava dovessero essere, la gente ha iniziato a dire, che cosa succede con Dame? Perché non fa così e così? E lo capisco anche, entro nella mia 13esima stagione e la gente si annoia con chi è così continuo com me. Ma so anche che non sono stato il miglior Lillard possibile l’anno scorso“, così Lillard al Milwaukee Journal Sentinel.
“E quando invecchi la gente si chiederà sempre se puoi fare quello che facevi prima. Succede sempre, a tutti, e ora a me. Ci sono stati tanti cambiamenti per me, e io accetto le critiche. Ma si sentono cose che semplicemente non sono vere, è come sono diventati i media oggi. Io non sono un giocatore in declino, col ca**o. Faccio vita d’atleta, curo il fisico e cosa mangio, posso fare ancora quello che ho fatto fino a due anni fa. Va fatto con questa nuova squadra, tutto qui“.
Con “declino” si intenderebbe comunque una stagione da 24.3 punti di media con 7.0 assist a partita e il 35.4% da tre in 73 gare, e la convocazione all’All-Star Game da titolare a Est. I Bucks hanno vissuto una stagione travagliata con l’esonero a metà regular season di Adrian Griffin e l’arrivo di Doc Rivers, ai playoffs contro gli Indiana Pacers si sono presentati senza Antetokounmpo infortunato e anche Lillard ha dovuto saltare due partite della serie.