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Toronto Raptors: cosa ne sarà dei campioni in carica?

di Daniele Guadagno
Toronto Raptors

E’ incredibile come delle volte da un solo giocatore possa dipendere il destino di una franchigia. Lo hanno capito i Cavs con LeBron e da oggi anche i Toronto Raptors con Kawhi Leonard. I Toronto Raptors non si sarebbero mai laureati campioni senza il loro numero 2 anzi, probabilmente il loro percorso si sarebbe arrestato molto prima delle Finals. La dirigenza era convinta di rifirmarlo in estate ma il richiamo della patria ha avuto la meglio sulla decision di the Claw, che ha deciso di firmare coi Los Angeles Clippers. Il resto del roster, ad eccezione di Danny Green, è rimasto intatto: Marc Gasol ha esercitato la player option e le avance dei Thunder su Paskal Siakam sono state rispedite al mittente. Ma senza l’artefice dei loro recenti successi, la difesa del titolo sarà molto più dura. Quale futuro si prospetta allora per i Toronto Raptors?

 

TORONTO RAPTORS: CONFERMARSI CAMPIONI

nick nurse-team canada

Nick Nurse, coach dei Toronto Raptors.

Vincere è difficile, confermarsi campioni è difficilissimo, quasi epico“. A maggior ragione se il tuo miglior giocatore pianta baracca e burattini a free agency quasi conclusa. Eppure i Toronto Raptors ci possono riprovare: hanno un roster di tutto rispetto, una delle panchine più produttive della lega ed un coach che da esordiente ha alzato il Larry O’Brien Trophy. Kyle Lowry ha mantenuto livelli da All-Star anche durante la postseason, in barba a tutti i detrattori che lo hanno criticato in questi anni. Potrebbe essere arrivato il momento di ergersi a leader solitario della franchigia e trascinare i suoi compagni verso un bis che avrebbe un sapore eroico. Molto dipenderà però dalla crescita di Paskal Siakam, chiamato ad alzare ancora di più l’asticella in vista della prossima stagione e diventare cosi il nuovo volto della franchigia canadese. I Raptors inoltre hanno il vantaggio di giocare in una Eastern Conference più equilibrata e priva di superteam. Sulla strada per le Finals in altre parole non c’è il pericolo di incontrare i Clippers, i Lakers o i Rockets, nettamente più talentuosi sulla carta.

 

RICOSTRUZIONE IN ITINERE

Paskal Siakam.

Se invece la squadra dovesse immediatamente annaspare sul fondo dell’Est, la dirigenza potrebbe correre ai ripari durante la trade deadline: mettere Gasol e Lowry sul mercato per ottenere in cambio giovani e scelte. Toronto si sbarazzerebbe cosi di due contratti pesanti e potrebbe ricostruire intorno alla stella nascente Siakam. Seguirebbero annate buie, fatte di sconfitte e speranze da draft, ma inevitabili per ricominciare un ciclo vincente. Per di più i Raptors, oltre a Siakam, hanno già a roster dell’ottimo materiale da far maturare. OG Anunoby, Normann Powell e Fred Van Vleet sono infatti tutti giocatori sotto i 30 anni con ampi margini di miglioramento che hanno tutte le carte in regola per diventare le All-Stars del futuro. L’eventuale rebuilding canadese dunque, per la gioia dei fan, non dovrebbe prolungarsi troppo al lungo.

RICOSTRUZIONE IMMEDIATA

Masai Ujiri, president of basketball operations dei Toronto Raptors.

Al momento difficile, ma da non scartare a priori, l’ipotesi di una fulminea rebuilding. L’addio di Leonard è stato come un fulmine a ciel sereno, soprattutto perché negli ultimi giorni era ritenuta certa la sua permanenza in Canada. La dirigenza a questo punto potrebbe anche decidere di iniziare lo smantellamento subito e giocare la prossima stagione all’insegna del tanking. Non avrebbe nemmeno concorrenza sotto questo aspetto: rispetto all’anno scorso i vari Knicks, Hawks, Bulls e Suns non giocheranno per perdere. Un’alta pick risolleverebbe il morale della piazza e formerebbe con Siakam una coppia giovane e temibile.

 

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1 commento

daniel 6 Agosto 2019 - 0:50

I Raptors hanno fanno le finali o le semifinali di conference negli ultimi quattro anni, arrivare nelle fasi finali dei playoff è un’abitudine per loro. Non sono la squadra di Leonard, il paragone coi Cavs di Lebron James che fa squadra da solo non regge. Il fatto che nessuno li metta tra i favoriti è perché la NBA è americana e i Raptors sono di Toronto, e non interessano a nessuno. E ai media piacciono le storie degli eroi, più che delle squadre. Ma con il gruppo di quest’anno sostanzialmente invariato saranno ancora lì a giocarsela. Saluti

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