Vincere con Utah dopo il rinnovo da paperone è l’unico obiettivo per Rudy Gobert. Anche se la missione non è delle più semplici. Una fine dell’anno niente male per il lungo , in un anno che per lui è stato piuttosto turbolento. Primo atleta a essere positivo al covid-19, con tanto di figuraccia in sala stampa. Uscita al primo turno nella bolla rimontati 3 -1 dai Denver Nuggets e poi alcune interviste dove era sembrato molto scettico sul suo rinnovo. Alla fine però è arrivato il nuovo contratto e per niente brutto. Cinque anni del valore di 205 milioni di dollari. Si tratta del terzo contratto più ricco nella storia della lega, dopo Giannis Antetokonmpo e Russell Westbrook, ed il più grande mai firmato da un centro.
Rudy Gobert is signing a five-year $205M extension with the Jazz, per @espn_macmahon
— Bleacher Report (@BleacherReport) December 20, 2020
It’s the biggest contract for a big man in NBA history ? pic.twitter.com/isveoLurHP
Di fatto Gobert si è legato ai Jazz quasi a vita, dato che ha 28 anni e quando scadrà il contratto nel 2026 ne avrà 34. Sicuramente anche una scelta forte da parte del front office dei Jazz guidati dal neo proprietario Ryan Smith che come prime mosse si è occupato di prolungare i contratti delle sue due stelle: Gobert, appunto, e Donovan Mitchell, così da assicurarsi il core centrale della squadra per ancora molti anni. Tra l’altro da indiscrezioni Gobert avrebbe potuto ricevere anche più soldi, un contratto pari a quello di Giannis, per intenderci. Così non è stato, poichè ha voluto lasciare un po’ di margine al front office per le mosse future in free agency così da poter rinforzare la squadra. L’obiettivo è chiaro: Rudy ha rinnovato a Utah perchè vuole vincere un anello e vuole farlo con i Jazz come ha riportato in una recente intervista:
“Non ho mai voluto iniziare le contrattazioni chiedendo il massimo salariale. Per me era importante mostrare alla franchigia che non si tratta dei soldi. Ciò che conta è garantire stabilità sia a me che a loro. Accettare una cifra minore significa che voglio vincere qui, e ciò potrà permettere l’aggiunta di ancora più talento accanto a me e Donovan (Mitchell, ndr). Utah è casa per me. In tante persone mi chiedono perché non vado in squadre più importanti. Io rispondo sempre che vincere un titolo a Utah avrebbe enorme significato.”
Rudy Gobert, la diatriba con Shaq sul rinnovo
Per Gobert sarà l’ottava stagione in NBA e sebbene abbia dimostrato il suo valore già più volte, c’è chi questo contratto proprio non l’ha mandato giù. E’ il caso di Shaquille O’neal, che a più riprese si è espresso sull’argomento: “Dovrebbe essere un’ispirazione per tutti i ragazzini là fuori: anche segnando 11 punti di media in NBA si possono guadagnare 200 milioni di dollari”, aveva detto in un primo momento nel corso di una puntata del podcast ‘All Things Covered’, per poi ribadire il concetto con un post sul suo account Instagram. Un fotomontaggio di lui, in maglia Lakers, che va a schiacciare proprio in testa al n°27 degli Utah Jazz, immagine accompagnata da un’altra didascalia senza troppo rispetto per il giocatore francese: “Finirei la partita con 45 punti, 16 rimbalzi e 10 liberi sbagliati in tre quarti. Lui avrebbe 11 punti e 4 rimbalzi, uscendo per falli dopo tre quarti”.
Non si può dar completamente torto a Shaq, ma c’è da dire che quando era all’apice della sua carriera, a cavallo degli anni ’90 e 2000 l’NBA non era quella di adesso. Era ancora un brand che stava crescendo. In questi vent’anni è lievitato il fatturato e quindi anche i salary cap delle squadre sono aumentati. Oggi giorno un giocatore medio può ambire a un contratto dai 15 ai 20 milioni di dollari all’anno, cifre impensabili a quel tempo. Quindi non fa troppa impressione se uno come Gobert percepisca quei soldi. Anche perchè stiamo parlando comunque di un tre volte All NBA Team, due volte DPOY 2018 e 2019 e quattro volte All NBA defensive Team. Semmai si potrebbe ragionare su come due top della lega come Steph Curry e Klay Thompson percepiscano ‘solo’ 190 milioni di dollari, ma questa è un’altra storia.
Non si è fatta attendere la risposta del francese, ben più pacata e matura dell’ex Lakers e Heat: “Se la gente vuol continuare a parlar male di me e continuare a screditare quello che faccio è affar loro, ma così facendo non fanno che mostrare che tipo di persone sono realmente. Io sarò sempre felice se vedo un mio collega avere successo nonostante le previsioni. E continuerò ad avere successo contro ogni previsione”.
There is no beef. If people wanna keep speaking negatively about me or keep discrediting what i do it’s on them and all that does is show who they are. I will always be happy for a brother beating the odds. And i’m gonna keep beating the odds. https://t.co/l241ZQ2Qk4
— Rudy Gobert (@rudygobert27) January 4, 2021
Le ambizioni di Rudy Gobert e dei Jazz dopo il rinnovo
Insomma, sembra che per il numero 27 non ci sia tempo per le polemiche spicciole, ma vuole solo concentrarsi sul campo e sulla sua famiglia Jazz. Il tutto espresso in una lettera d’amore e ringraziamento scritta da Gobert stesso alla franchigia e alla città, dove esprime tutta la sua gratitudine e l’intenzione di dare tutto in campo per regalare un sogno ai tifosi. Un sogno chiamato anello NBA.
“Ci tengo a condividere dei piccoli pensieri con coloro che mi hanno aiutato dal momento in cui sono arrivato qui dalla Francia. Prima di tutto, oggi è un giorno speciale per me e la mia famiglia. Arrivai qui a Utah a 21 anni, da Saint-Quentin, una città operaia. Con i valori che mia madre mi ha trasmetto: sii fedele a te stesso, rispetta gli altri, ed il duro lavoro ti permetterà di raggiungere ogni cosa. In questi sette anni, sono cresciuto come giocatore e come uomo. Vi sono grato per avermi sempre accettato e sostenuto in ogni momento, e sono orgoglioso di continuare qui a casa nostra. Chiudo dicendovi grazie, sono qui per restare e per vincere un titolo. Merci.”
Dear Utah… pic.twitter.com/S806F4oZ6d
— Rudy Gobert (@rudygobert27) December 20, 2020
Molto felice di questa firma si è detto anche il suo compagno Donovan Mitchell, con il quale lo scorso anno c’erano stati alcuni attriti a quanto pare risolti. Parole al miele quelle di Donovan, che non fanno altro che cementare la loro intesa in vista dei prossimi obiettivi stagionali: “È qualcosa di importante per noi. Sono felice per lui e gliel’ho detto. I nostri problemi? No, siamo a posto. È una cosa passata. Penso che abbiamo un buon rapporto sul campo. Quello che avete visto all’interno della bolla era solo un assaggio di quello che possiamo fare insieme”.
Probabilmente due mosse azzeccate quelle del front office, poichè l’inizio di stagione dei Jazz è stato ottimo. Record ad ora di 10-4, con una striscia aperta di 6 vittorie consecutive che la mette li al terzo posto a ridosso delle due di Los Angeles. Mitchell gira a 23.5 punti e 4.9 assist col 39% da tre, mentre Gobert sta facendo leggermente meglio delle sue stats di carriera, mettendo a referto 12.2 punti e 13.5 rimbalzi a partita con il 60% dal campo. Il tutto sempre accompagnati da dei buoni role player in attesa del ritorno a pieno regime di Bojan Bogdanovic, dopo l’infortunio al polso che l’ha tenuto fuori dagli scorsi playoffs. Una chimica tra di loro ritrovata può certamente giovare a tutta la squadra ben allenata da Quin Snyder, specie in un anno particolare come questo. Ancora senza pubblico, con una stagione più compressa per via delle tante partite da giocare e la partenza solo a fine dicembre, avere già una squadra rodata negli anni senza troppi cambi potrebbe far salire le quotazioni dei Jazz. Chiaro poi ci sarebbe anche la componente fortuna negli accoppiamenti playoffs. Un primo turno più agevole, li potrebbe far arrivare a un’ipotetica sfida con i Clippers con maggiori chance di successo, specie perchè Kawhi Leonard e compagni non hanno ancora dimostrato di essere invincibili. Chissà, però una sfida in finale di conference con i Lakers potrebbe essere alla portata dei Jazz visti finora.
Le basi ad inizio stagione sono state buttate sia da parte del front office, che da parte dei giocatori. Attaccamento alla maglia, alla città e alla squadra sono le basi per creare una mentalità vincente. Tutto ciò sembra non mancare a Utah, l’inizio di stagione promettente sembra dargli ragione, staremo a vedere se riusciranno a mantenersi per tutta la regular season e presentarsi in postseason con ancora marce da scalare. La concorrenza ad Ovest è tanta, ma i Jazz son pronti a dar battaglia.