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New York Knicks, in cerca della stella del Madison Square Garden

di Filippo Luini
New York Knicks

Cesare Cremonini cantava New York, New York è una scommessa d’amore. I New York Knicks, oggi, cercano la loro stella, non di Broadway, ma del Madison Square Garden.

Chissà, in questi anni, quanto hanno dovuto patire i tifosi dei Knicks, sempre costretti ad osservare un cantiere aperto. Il sogno di squadre stellari, seguite dall’era del duo formato da Carmelo Anthony e Amar’e Stoudemire, poi la speranza: R.J. Barrett. 

porzingis knicks

RJ Barrett a duello con l’ex Knicks Kristaps Porzingis.

Bisogna, necessariamente, fare qualche passo indietro. I New York Knicks non centrano i playoffs dalla stagione 2012/13Non li raggiungeranno (se si dovesse riprendere a giocare) in questo 2019/20 e la crisi sembra senza fine. Ad oggi non basta il folto gruppo di giovani e il talento di Barrett. Prospetti che, per altro, non trovano spazio. Modesto l’impiego di Kevin Knox (quasi 18 minuti a partita), così come quello di Damyean Dotson (17 minuti a sera), uno dei più voluti dal duo Perry-Mills. Da Barrett, d’altronde, non ci si poteva aspettare lo stesso dominio imposto in NCAA con la maglia di Duke, soprattutto considerando il suo arrivo in una franchigia in enorme difficoltà. Tuttavia crescerà. Non a caso è quel ragazzo che mise KO da solo anche l’Italia alla finale Mondiale U19 del 2017 al Cairo.

New York Knicks: verso l’ennesima ripartenza

David Fizdale arrivò a New York nel maggio del 2018 con tante aspettative ed un entusiasmo crescente, ma già ad inizio stagione la dirigenza Knicks non sembrava così entusiasta del suo corso. Il record di 2-8 dopo appena 10 gare è stato l’inizio della fine: conferenza stampa post sconfitta contro i Cavs del duo Steve Mills-Scott Perry. Autoammissione di colpa da parte di Fizdale. Risultato? Confusione totale attorno al mondo Knicks. E che novità, verrebbe da dire. Se una squadra continua, nel corso degli anni, a ripartire da zero senza avere almeno la pazienza di capire dove ha commesso i propri errori, inevitabilmente, continuerà a provare a rialzarsi senza successo. Senza capire cosa stia accadendo attorno, un po’ quello che negli ultimi anni ha fatto lo staff newyorchese. 

Contratti folli concessi in maniera discutibile senza mai riuscire a firmare alcuna stella durante l’estate. LeBron James, Kevin Durant, John Wall, Jimmy Butler… sono stati tantissimi i nomi accostati a New York nelle ultime free agency, senza però che venisse firmato nessuno. Persino l’altra sponda della città si è presa KD lasciando a bocca asciutta i tifosi del Madison. Gestione per altro discutibile del salary cap: i Knicks sono arrivati a liberarsi di un giocatore dal contratto stellare come Joakim Noah, con due anni di anticipo sebbene la prima domanda sia: perché dare così tanti soldi al francese. E, ancora: otto allenatori (senza considerare quelli ad interim), cambiati dal 2004 ad oggi. L’unica certezza, la confusione

leon rose knicks

James Dolan.

Sulla panchina, il subentrante a Fizdale, Mike Miller (solamente omonimo del tiratore ex campione NBA degli Heat), non sembra aver ancora trovato la giusta quadra per la giovane truppa. Il minutaggio dei giovani più promettenti, eccezion fatta per Barrett, è stato modesto, come anticipato prima. Impensabile che una squadra in piena ricostruzione, senza ambizione alcuna, non provi a rischiare qualche buon prospetto. In fin dei conti, New York, è quella città che ha dato vita alla Linsanity

New York Knicks, e il futuro?

C’è tempo, sicuramente. Tuttavia, alcuni problemi strutturali, non li può cambiare nemmeno il nuovo allenatore: la relativa pericolosità nel tiro da tre punti può essere la chiave di volta per lo staff tecnico e dirigenziale del team. Se i New York Knicks riuscissero a dare maggior fiducia ai propri giovani di talento, iniziando ad avere almeno le parvenze di una squadra di alto livello con il desiderio di ricostruire, allora qualche free agent potrebbe affacciarsi e bussare alla porta del Madison Square Garden. Fino ad allora, però, saranno tempi bui per Spike Lee & co. 

Spike Lee knicks madison

Spike Lee, tifoso numero uno dei Knicks

A New York i problemi sono sempre stati troppi in questi ultimi mesi. Dall’addio di David Fizdale, passando per quello di Scott Miles, fino all’arrivo di Leon Rose, storico agente di diversi giocatori NBA. E potrebbe proprio essere quest’ultimo a fare una nuova tabula rasa, riuscendo a convincere un allenatore di livello assoluto per poi portarsi dietro alcuni dei migliori giocatori della lega. In panchina, il successore a Miller, potrebbe essere Tom Thibodeau. Ad un mese di distanza dalle voci emerse dai media americani, però, l’ufficialità non è mai arrivata. Dunque, chissà se si tratterà di una NY in versione Thibodeau solamente a partire dalla prossima stagione. 

E allora, se New York è una scommessa d’amore, vale la pena puntarci qualcosa in attesa dell’arrivo di una stella?

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