La bellezza di quanto compiuto sinora dai Phoenix Suns risiede principalmente nel contributo che ogni giocatore apporta. Ciascuno forte delle proprie specialità e consapevole delle gerarchie presenti, ma coinvolto per proseguire una cavalcata che ha prontamente centrato le 40 vittorie stagionali. Un traguardo mancante dal 2014, ora cancellato, come quello per l’approdo alla post-season, ancor più datato al 2010. Per Mikal Bridges, l’attuale corso ha le sue prime radici nella bolla di Orlando. Dove i Phoenix Suns chiusero con otto vittorie e zero sconfitte.
Nel corso di un’intervista con Adrian Wojnarowski, ha affermato che l’impeto di quella avventura “ha fornito importante fiducia per compiere il passo successivo e migliorare.” Un fattore poi propulsato dall’arrivo di Chris Paul, la cui energia era “facilmente percepibile ancor prima che svolgesse il primo allenamento. Quando ci ha convinto delle nostre potenziali possibilità.”
La storia di Mikal Bridges con i Phoenix Suns ha però avuto un inizio travagliato. Selezionato come decima scelta al draft NBA 2018 dai Philadelphia 76ers, la squadra per cui ha sempre tifato e per la quale sua madre lavorava nel dipartimento delle risorse umane. Poi, l’offerta irrifiutabile dei Phoenix Suns e il trasferimento. “Divenne difficile per me godermi quella serata. Ero frustato. Il pensiero di giocare per la squadra della città dove sei cresciuto era un disegno perfetto per il mio approdo in NBA. Sul momento rimasi professionale e non mostrai alcuna emozione, ma ci vollero giorni per realizzare. Poi compresi il valore dell’opportunità che avevo, e ora amo il posto dove mi trovo.” Il ruolo di Mikal Bridges è progressivamente cresciuto, certificandosi come un giocatore operaio e versatile. Per questo riconosce la spinta morale donata dall’umanità di Monty Williams. “Non mi chiede altro che essere la miglior versione di me stesso dentro e fuori dal campo.”
Mikal Bridges, il collante nel sistema dei Phoenix Suns
La cosa più scintillante della presenza di Mikal Bridges sono le accese scarpe gialle che indossa costantemente. Perché in campo, il suo impegno è silenzioso ma decisivo. Ogni statistica registra il massimo in carriera. Dai 12.9 punti e 4.5 rimbalzi, alla combinazione di più del 50% dal campo (53%) e del 40% da tre punti (41%). Il suo plus-minus combinato è il diciannovesimo nella lega (+268). Ed il fatto che nella top 25 rientrino quattro giocatori dei Phoenix Suns è manifesto del fluido assemblaggio compiuto da Monty Williams e orchestrato da Chris Paul. L’esile fisico di Mikal Bridges, unito ad una imponente apertura alare, sono i fattori che lo rendono specialista difensivo. Mentre sul fronte d’attacco è abile nello sfruttare gli spazi concessi dall’attenzione che attraggono le stelle della squadra. La costante è la dinamica corsa per il campo, primo in squadra per distanza coperta in stagione.
Difesa a tutto campo ed esperto sul pick and roll
Per quanto Mikal Bridges spenda l’88% del tempo in campo come small forward, i suoi accoppiamenti difensivi comprendono una più ampia vastità di ruoli. A questo proposito, ha parlato di come si senta a suo agio nell’accettare la sfida “di marcare dei futuri hall of famer. E sentire la fiducia dei miei compagni e dello staff mi spinge a lavorare sempre più.” Questo perché Mikal Bridges è il terzo giocatore nella lega ad essere maggiormente sollecitato nella difesa dei pick and roll. Un tipo di giocata cavalcata dai più prolifici attaccanti sul parquet. In 6.3 possessi di media a gara, concede 5.5 punti ed il 41.6% di realizzazione all’avversario su 5.0 tentativi. Entrambi i dati sono secondi tra i giocatori con almeno 6.0 possessi difensivi in questa situazione. La sua collaborazione con Deandre Ayton è in continuo miglioramento.
Dopo Ayton, Mikal Bridges è il secondo giocatore dei Phoenix Suns per più ampio numero di tiri contestati (329). Un volume di tangibili mosse difensive che coprono l’intero campo. Dal pitturato al tiro da tre punti, Mikal Bridges tiene sempre l’avversario sotto il 43%. Particolare efficacia viene registrata nelle conclusioni da dietro l’arco, esclusi gli angoli, dove concede solamente 6.1 realizzazioni su 17.8 tentativi di media (34.1%). Questa è la zona dove viene maggiormente chiamato in causa assieme al pitturato. Si tratta delle due destinazioni principe per gli attaccanti che eseguono il pick and roll da ball handler. E come detto, Mikal Bridges beneficia della lunghezza delle sue braccia che aiutano il recupero anche in ritardo. Un fattore che avvantaggia anche le deviazioni delle linee di passaggio e la raccolta di palloni vaganti. Due azioni in cui l’ala dei Phoenix Suns è tra i primi 50 giocatori nella lega (113 le prime, 42 i secondi).
L’assetto offensivo è specializzato e mira all’efficacia
A Mikal Bridges non viene richiesto estro creativo nel corso delle azioni offensive dei Phoenix Suns. Il fatto di risultare un affidabile destinatario dei passaggi provenienti dalle stelle della squadra è un fattore da non sottovalutare. Seppure sia settimo in squadra per numero di tocchi di media a partita (35.5), è il quarto per punti generati. La capacità di farsi trovare pronto ha rappresentato una chiave fondamentale nella sua crescita, e altrettanto lo sarà con l’avvicinamento alla post-season. Finora in stagione ha registrato 17 occasioni in cui ha segnato meno di 10 punti, mentre in 38 è andato oltre questa quota. Con una esplosione di 34 punti nella gara contro gli Indiana Pacers lo scorso 9 gennaio.
Nella intera lega, Mikal Bridges è il terzo giocatore a convertire il maggior numero di triple dagli angoli, ben 61 su 133 (44.5%). Il quarto dato percentuale più alto per tiratori con almeno 100 tentativi. Inoltre, queste rappresentano il 64% delle conclusioni totali da dietro l’arco realizzate sinora in stagione. Perciò, Mikal Bridges contribuisce ad allargare il campo e rappresentare una ulteriore minaccia sugli scarichi. Non a caso, 83 delle 95 triple segnate avvengono in catch-and-shoot (38.8%). La ricezione gode spesso di ampio spazio nei confronti del suo difensore, perché il 91% dei tentativi totali dalla linea dei tre punti avvengono con almeno 1.22 metri di distanza dal difensore (40%). Per quanto possa privilegiare le conclusioni piedi per terra, Mikal Bridges converte 3.5 penetrazioni di media al ferro con il 45%, e la sua scaltrezza lo rende notevole nell’esecuzione di tagli. Con lui in campo, i Phoenix Suns registrano +8.0 punti rispetto agli avversari. Trattandosi di un giocatore con soli tre anni di esperienza, la disponibilità su entrambi i lati del campo è già preziosa e con incoraggianti prospettive di miglioramento.
Paul su Mikal Bridges: “Uno dei migliori compagni di sempre”
Il cammino dei Phoenix Suns non è per nulla stato roseo nell’ultima decade. In particolare, la prima esperienza di Mikal Bridges con la franchigia si concluse con un record di 19-63. Nel corso della conversazione con Adrian Wojnarowski, ha raccontato di come tuttora abbia impresso delle parole che gli vennero dette da Jamal Crawford in quel periodo. “Quando le cose si fanno difficili, la tua vera essenza viene fuori.” Una premonizione che è sbocciata in questa stagione. Così come il talento del prodotto di Vilanova, a detta di Chris Paul. “Mikal (Bridges, ndr) è uno dei ragazzi con cui mi sono trovato meglio in carriera. Poter vedere il suo gioco emergere è un piacere, e se lo merita. Oltre a prendere gli assegnamenti difensivi più complicati, è anche un ottimo attaccante. Perciò va tenuto d’occhio.”
Senza dubbio, la chimica di squadra è una peculiare caratteristica degli attuali Phoenix Suns. Oggi una delle quattro squadre ad essere in top 10 nella lega per offensive e defensive rating, e con il miglior record in trasferta. I tempi bui sono lontani per Mikal Bridges. Come influente membro di un contesto brillante, che si appresta ad accedere ai playoffs come protagonista. “Ora continuiamo a lavorare. Così da essere certi che sarà difficile per chiunque batterci quattro volte.”