Oggi si parla di un giocatore finito forse troppo presto nel dimenticatoio: Carmelo Anthony, semplicemente Melo. È l’ombra di se stesso . È finito. Troppo lento. Difesa inesistente. Non si sa adattare. Solo mattonate. Carmelo Anthony è l’incarnazione di tutte queste definizioni, a lui attribuite da pubblico e addetti ai lavori. Tra questi troviamo anche T-MAC – – – “ Carmelo dovrebbe ritirarsi” è stato strano sentirlo dire da lui;
a mio avviso Melo, come Tracy prima del ritiro, ha una missione incompleta da portare a termine. L’anello avrebbe dovuto essere sul suo dito già da tempo, ma sai com’è… le cose vanno come devono andare.
Tra i miei miti , Iverson ha sempre avuto il suo posto d’onore, ma quando penso a lui, avverto quel mix di rabbia/amarezza, dovuto a quella mancata ufficializzazione concreta dei suoi gesti eroici, che non è riuscito a conquistarsi; credo che lo stesso presentimento lo avrei anche per Melo.
Non ho citato The Answer casualmente , difatti i due sono stati compagni a Denver anni fa, nel tentativo di concludere qualcosa..fallendo.
OK, facciamo un passo (anche due) indietro; DRAFT 2003 – CLASSE DEI MIRACOLI.
Melo scelto al terzo posto dai Nuggets, col senno di poi, un paio di domande a Detroit ci starebbero tutte. Il contesto in cui Melo è finito , rispetto a quello in cui sarebbe potuto capitare, ha cambiato in maniera drastica il corso degli eventi , però lo spazio che ha trovato immediatamente nella sua squadra , ha posto
palesemente in evidenza le skills di questo ragazzo. Circa 15 anni dopo , riprendendo tutte le definizioni donate al Carmelo ormai 34enne , possiamo vedere
come siano molto distanti dalle origini… non dimentichiamo che la carriera di questo giocatore è stata vincente fin da subito; se diamo un’occhiata agli highlights delle sue azioni a Syracuse, ci rendiamo conto di chi l’NBA stava per accogliere , un campione NCAA pronto a prendersi tutto quello che c’era da
prendersi, cercando di dare il massimo per abbattere la concorrenza di Lebron.
Melo: un giocatore unico nel suo genere
Io l’ho sempre trovato devastante offensivamente, e molto fastidioso per l’attacco avversario, durante la fase difensiva; sicuramente meno completo di lebron a livello totalitario di gioco , ma unico tra tutti. Ora , non voglio che fraintendiate , non voglio elogiare gratuitamente Anthony , ma vorrei capire cosa ha
portato l’impressione pubblica e soprattutto , la valutazione delle diverse franchigie a screditare questo giocatore così tanto.
La difficoltà fisica spesso sottolineata da tutti , specialmente a livello difensivo, è evidente fatica a tenere il ritmo del gioco , i contatti non vengono retti più come un tempo , la sua presenza si sente molto meno , MA , in tutto questo buco nero, ho trovato nella sua capacità di diventare un tiratore da perimetro , uno spirito di adeguamento ad un gioco ormai lontano dai suoi standard, veramente notevole , che se inserito in un contesto adatto , potrebbe risultare devastante.
Concedetemi un parallelismo con le pinze: Ray “Jesus Shuttlesworth” Allen, il modello di tiratore puro per eccellenza , per i suoi primi anni nella lega ( Bucks e in particolar modo Seattle) non si limitava di certo a tenere i piedi dietro l’arco, certo, chiaramente sua specialità fin dal giorno uno, ma se c’era il modo di
tirare giù il ferro, non perdeva l’occasione. Ecco, l’idea che in tanti hanno provato a delineare per il percorso di Melo , consisterebbe in un significativo ridimensionamento a livello di minuti, con una posizione fondamentale nella second unit ,per poter dare il massimo contributo possibile nel momento
giusto; se guardiamo l’avventura di Ray Allen a Miami, direi che potrebbe essere la strada giusta. Io, nelle poco chiare esperienze di Melo a OKC e Houston, ho intravisto questo tentativo di adattamento del giocatore , con esiti chiaramente poco consistenti, ma a tratti molto interessanti.
Ma per questo suo declino è giusto dare la colpa solo al fisico?
A mio avviso, la mente, per questi ultimi due anni, non era in condizioni migliori; dopo l’ultimo anno a NY, i suoi rapporti con la dirigenza non erano assolutamente piacevoli, però fino ad allora, a parte gli infortuni, il suo rendimento non era di certo messo in discussione a tal punto da privargli qualsiasi forma di fiducia , ma parallelamente a i vari problemi giocatore-società e le difficoltà di una squadra tutt’altro che solida , sono cominciati a trapelare gossip sulla sua vita privata; Voglio mettere in chiaro la mia totale indifferenza per questo mondo scuro e poco interessante, ma provando a riflettere, a livello umano, questi “robot”, capaci di gesti atletici incredibili, sono sempre uomini con le loro problematiche. Per quanto siano abituati ad ignorare, a non prestare attenzione e rimanere indifferenti alle varie voci intorno a loro, se certe situazioni di stabilità, come la sfera familiare, risultano poco salde, possono sicuramente arrecare un danno; se mixiamo il tutto ad una situazione conflittuale con la propria squadra e una possibile mancanza di fiducia per scarsi risultati, questo cumolo di emozioni negative , genera un certo peso.
Melo contro Derrick Rose: l’alba dei tempi
Ricordo durante uno spettacolare Melo vs Rose, con telecronaca del leggendario Dan Peterson, aver sentito dire proprio dal coach, quanto Anthony fosse talentuoso, ma di certo non una vera Superstar. Mi spiazzò decisamente. Questa affermazione mi è rimasta impressa particolarmente, considerando che sta
prendendo ancora più valore attualmente; Perché Melo non è da considerare una superstar? Sempre stato uomo franchigia, cifre assurde, giocate uniche , una sicurezza imbarazzante nel fare il suo e… i 3 ori olimpici conquistati da protagonista in ogni USA team di cui ha fatto parte. Forse quel pensiero del Coach Peterson mette in luce la vera differenza tra Carmelo e il prima citato LBJ.. una vera Superstar eccelle a 360 gradi, nel gioco, nella cura del fisico e della mente, nell’approccio alle varie situazioni dentro e fuori dal campo, cercando disperatamente sempre di essere il numero uno.
E se Melo avesse sbagliato qualcosa nel corso degli anni?
I se non servono mai a nulla, ma ora come ora, veramente Carmelo dovrebbe gettare la spugna? Finire a giocare “partite d’esibizione” in Cina? Io sono convinto che l’ultima famigerata chance per Carmelo ci sia e che debba prendersela alla svelta; stiamo a vedere se riuscirà a riscattarsi. “Melo ritirati!!” Anche no.
E.R. – STILE IN PRIMA LINEA