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Knicks preview 2019/20: start from the bottom (again) or stairway to heaven?

di Luca Castellano
Knicks preview 19/20: start from the bottom

La squadra dei derisi. La squadra che ha ufficialmente fallito in off-season tra draft e free agency, dopo che per una stagione, la franchigia più discussa del pianeta sia stata definita come la prossima nuova potenza dell’Est. Organizzazione gestita da menti folli, menti sconsiderate in scelte di giocatori da inserire a roster (vedasi caso Porzingis lo scorso febbraio). Franchigia dalle decisioni dirigenziali e tecniche imbarazzanti, che per la prima volta nella storia in circa 20 anni, anno dell’ultima finale NBA disputata nella loro storia poi persa con i San Antonio Spurs delle ‘Twin Towers’ Tim Duncan e David Robinson, è ufficialmente per distacco la seconda piazza della Grande Mela.

Se aldilà del tunnel newyorchese sono arrivate le stelle tanto attese, quei giocatori cardine dal nome e cognome Kyrie Irving e Kevin Durant destinati a scrivere la storia recente del processo di ricostruzione tanto perfetto a portarli nel giro delle prossime due stagioni ad un ruolo di seria contender, i New York Knicks di coach David Fizdale hanno costruito una loro identità. Che sia discutibile o meno, la nuova stagione dei Knickerbockers è alle porte con una ventata di freschezza atletica e gioventù pronta ad esplodere, per puntare nel medio-lungo termine ad una rinascita decisamente migliore rispetto ai progetti abbozzati nell’era Phil Jackson. Ladies and gentlemen, no other presentation: this is the Knicks Preview 2019/20.

Cosa è successo nella stagione 2018/19

  • Record: 17-65
  • Piazzamento: #15 seed, Eastern Conference
  • Offensive Rating: 104.5
  • Defensive Rating: 113.7
  • Team Leaders: Emmanuel Mudiay (14.8 PTS), DeAndre Jordan (11.4 REB) Dennis Smith Jr. (5.4 AST)
  • Numero chiave: 30. Il posto occupato al termine dell’ultima stagione. Il punto più basso mai raggiunto sin dalla creazione dalla franchigia ora guidata da coach Fizdale.

I movimenti estivi

La prima rivoluzione avvenuta a febbraio ha preparato inizialmente il terreno per una off-season da protagonisti. Saltati i piani principali menzionati in apertura come i vari Durant, Irving, Leonard e compagnia cantante nella free agency più ricca di talento degli ultimi anni, i Knicks hanno deciso di puntare su giocatori di secondo piano tutti firmati con un contratto biennale con team option. Opzione contrattuale interessantissima quella scelta dal front-office Knicks, che vuole di fatto sperimentare tutti gli elementi che debutteranno in questa stagione. A salvare i piani della franchigia newyorchese ci ha pensato il draft.

R.J. Barrett da Duke University sarà il catalizzatore della giovane versione dei Knicks a cui assisteremo in questa stagione. Lui insieme a Kevin Knox, Mitchell Robinson, Allonzo Trier e Damyean Dotson formano il core del futuro della franchigia, atteso all’ennesimo upgrade in questa regular season. A rinforzare la caterva di giovani a disposizione dell’ex head coach dei Grizzlies, è arrivato tramite trade-up con i Sacramento Kings l’ala Ignas Brazdeikis. L’esterno proveniente da Michigan University, dotato di un’ottima mano mancina dall’arco si può rivelare un’arma importante a partita in corso di un roster pieno di facce nuove.

RJ Barrett.

Infatti, vi è abbondanza in cabina di regia con Elfrid Payton arrivato da New Orleans a far compagnia a Dennis Smith Jr. e un rilanciatissimo Frank Ntilikina, pronto a smentire mugugni e musi lunghi giustificati da due annate di certo non esaltanti. Oltre alle point guard, ben 3 e potenzialmente tutte titolari, grandissima abbondanza per quanto concerne la composizione del front-court. Julius Randle e Marcus Morris in arrivo rispettivamente da New Orleans e Boston/Spurs daranno una mano consistente per aprire il campo e alternare situazioni di grande gioco perimetrale a gioco molto più fisico. Bobby Portis e TaJ Gibson (i contratti più criticati in off-season) daranno una mano dalla panca insieme a Reggie Bullock dai Lakers e Wayne Ellington dai Miami Heat, aggiungendo esperienza ma soprattutto tanta intensità difensiva richiesta da coach Fizdale.

Knicks preview 2019/20: il gioco

Esiste davvero uno schema, un’identità di pallacanestro seppur abbozzata in casa Knicks?

Nelle ultime disastrate stagioni passate a tormentarci su quanto Mike D’Antoni e Mike Woodson abbiano pescato conigli dal cilindro atleti come Wilson Chandler e Jeremy Lin come salvatori del Madison Square Garden, o peggio ancora da quando il compianto Tex Winter, grazie alle idee futuristiche di Phil Jackson, sia diventato cittadino onorario grazie al progetto fallimentare dell’ultimo triennio proprio di Mr.Zen; i Knicks dalla scorsa stagione hanno abbozzato dei meccanismi difensivi già visti nell’era Grit N’Grind dei Grizzlies.

La pallacanestro dei Knicks si presta prevalentemente all’aspetto difensivo (26° difesa della passata stagione), che nei numeri può sembrare assurdo pensare in positivo, ma nel momento in cui non si era deciso ancora di sviluppare il progetto tanking che ha portato R.J. Barrett nella Grande Mela, è stato il punto di forza per reggere e oscurare le lacune offensive che devono necessariamente essere migliorate dopo gli addii vissuti nella passata stagione (Tim Hardaway Jr. e DeAndre Jordan su tutti).

David Fizdale predilige una pressione a tutto campo sul portatore di palla con continui raddoppi in area sul lungo in post basso. In situazione di uno contro uno, la difesa fa continui cambi per forzare un tiro difficile dal lato debole, riducendo al minimo sindacabile le possibilità di un tiro pulito dal perimetro, oppure costringe il portatore di palla avversario ad andare sul fondo entrando nella trappola dei raddoppi aggressivi e rapidi richiesti dal coach. In situazione di pick and roll, coach Fizdale ama utilizzare cambi sistematici fra i pari ruolo, con l’intento di collassare definitivamente il pitturato da eventuali tagli backdoor o situazioni di rimbalzi offensivi avversari. Con il numero ben elevato di ali a propria disposizione, coach Fizdale vuole continuare a migliorare l’efficienza della difesa perimetrale, vero e proprio problema dei Knicks da circa 5 stagioni. Fondamentale sarà il ruolo di Mitchell Robinson: in questa prima stagione NBA si è rivelato la nota più lieta e il protagonista su cui aumentano le aspettative di crescita soprattutto nella propria metà campo. È il giovane ex studente della Chalmette High School il leader difensivo dei Knicks, che si affideranno alle sue lunghe leve sin dall’inizio della stagione.

Mitchell Robinson sarà uno dei perni del castello difensivo dei Knicks.

In attacco? I possessi principali passeranno dalle mani di Barrett e Randle. Sarà questo l’asse portante del set offensivo dei Knicks, a cui da quest’anno vanno aggiunte notevoli armi decisamente da non sottovalutare. L’ala ex Pelicans e la guardia proveniente da Duke saranno i fulcri internamente ed esternamente all’arco grazie alle loro ottime doti realizzative messe in mostra sia in Louisiana per l’ex Laker, sia al college e nei primi sprazzi pre-stagionali per il secondo. Dennis Smith Jr. insieme ai buoni progressi messi in scena da Mitchell Robinson in difesa, con la sua esplosività potrà essere disarmante a partita in corso e, insieme ai progressi mostrati da Payton nella passata stagione, gestire con ordine e criterio l’attacco (peggiore della NBA per efficienza e numeri nella passata stagione), cercando di migliorarne l’efficienza e il ritmo dopo l’individualismo estremizzato all’inverosimile nella passata stagione. Marcus Morris, Bobby Portis saranno chiamati ad aprire il campo e provare a mantenere integra la fisicità vista l’assenza di un big man di scorta in caso di appannamento di Mitchell Robinson, garantendo così la possibilità a coach Fizdale di poter provare in questa stagione, seppur in via abbozzata, il concetto di small ball.

Le sortite di Randle serviranno a ravvivare l’attacco dei Knicks.

Dove possono arrivare i Knicks?

Il secondo atto della ricostruzione Knickerbockers è ormai pronto a partire. La pre-season non ci dirà molto, ma l’assenza di un big man che sappia fare da chioccia a Mitchell Robinson sarà una brutta gatta da pelare in vista della prossima stagione.

Kevin Knox sarà chiamato all’upgrade dopo un’ottima prima annata tra molte ombre e luci apparse solo nel dicembre 2018. Il giovane young core Knicks è già pronto al salto di qualità atteso da tutti? Sarà una squadra non irresistibile, fatta di giocatori con un potenziale incredibile e gente pronta a voler riportare New York ai playoffs a suon di difesa, spettacolo e voglia di migliorare. Pronosticare qualcosa sui Knickerbockers in questa stagione è davvero difficile. Un ottavo posto non è così un miraggio se i pezzi nel puzzle saranno sistemati a dovere, ma si sa: su New York neanche un pazzo ci scommetterebbe.

Più realistico un altro anno di sperimentazione totale con vista draft 2020. New York starts from the bottom in this season. Come il celebre successo interpretato da Drake catalizzatore NBA da qualche altra parte di una Eastern Conference alla ricerca di un nuovo ordine. Chissà se ci sarà spazio in paradiso, come quello immaginato un giorno dai Led Zeppelin, anche per i giovani e folli Knicks….

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