Finalmente ci siamo. Le NBA Finals 2020 nella bolla di Orlando sono alle porte. Se i Los Angeles Lakers partono da favoriti, i Miami Heat assumono le vesti dell’outsider che in pochi si aspettavano potessero raggiungere i vertici della lega in maniera così celere. Due squadre solide ed atletiche, che fanno del concetto difesa il proprio mantra essenziale. E proprio in quanto a difesa, i due assi fondanti di Lakers e Miami sono i due big-man inseriti rispettivamente nel 1° e 2° quintetto difensivo della stagione regolare appena trascorsa. Due lunghi atipici di nuova generazione, dotati di smisurati attributi fisici, peculiari caratteristiche tecniche e singolare intelligenza cestistica. Non a caso cresciuti nello stesso ateneo, sotto le redini di John Calipari. Entrambi secondi violini imprescindibili del proprio team, Anthony Davis e Bam Adebayo.
La prima volta non si scorda mai: Anthony Davis
A ventisette anni, Anthony Davis può finalmente coronare il sogno di giocare la sua prima finale NBA. Dopo otto anni nella lega dei campioni, l’ala grande ex Pelicans è alla sua terza apparizione nella post-season e nella sua strada in ascesa verso il titolo non restano che i Miami Heat.
La strapotenza fisica e la classe cristallina di Anthony Davis sono ormai note ai più. Queste gli hanno permesso di collezionare cifre da record durante i playoff. Numeri che testimoniano senz’altro la versatilità e l’utilità del monociglio in ambo i lati del campo. In questa post-season Davis ha difatti dimostrato di poter dominare chiunque si frapponesse tra lui e il canestro (28.8 punti, 57.1% dal campo). Tra gli ultimi, i malcapitati Denver Nuggets.
Davis cercherà di mettere in difficoltà la difesa dei Miami con i suoi jumper dal mid-range in situazioni di isolamento, oltre che in veste di rollante al servizio di James e Rondo. Sarà molto spesso Bam Adebayo l’incaricato a contenere AD e a ostruirgli il più possibile soluzioni di tiro semplici. Il centro di origini nigeriane fa della difesa parte rilevante del suo gioco (0.9 stoppate e 1.2 recuperi in questi playoff) e così la sua imponente stazza, abbinata ad una straordinaria reattività, gli servirà ad oscurare quantomeno lo spazio visivo di Davis, che dovrà mettere in mostra tutto il suo talento per superarlo indenne.
Nel caso in cui i Lakers dovessero invece optare per un quintetto lungo, con la presenza di Howard in campo, potrebbero essere Iguodala o Crowder a marcare il #3 losangelino. Tuttavia, come a lungo visto nel corso di questi playoffs, i Miami Heat opteranno in vari frangenti di gara per una difesa a zona 2-3. In questo caso Davis, per far male alla difesa orchestrata da Spoelstra, dovrà capire il momento giusto per tagliare dal lato debole verso il post-alto, un settore di campo che gli Heat lasciano spesso scoperto.
A quel punto il secondo violino dei Lakers potrebbe ricevere in porzioni di campo a lui gradite e optare dunque per uno scarico verso il tagliante, nel caso in cui Adebayo scelga di salire per contenerlo, per un tiro dalla media distanza se invece Bam dovesse rimanere a coprire il pitturato. Sarà dunque una sfida di intuizioni e di letture quella che attende Anthony Davis.
L’impersonificazione della cultura Heat: Bam Adebayo
Il segreto di questa scalata da underdog degli Heat si ritrova nel concetto di cultura sportiva. Una mentalità che parte dalla dirigenza, con al centro la figura cardine di Pat Riley; passa dallo staff tecnico (con i celeberrimi Player Development Coach dedicati allo sviluppo dei giocatori) per poi palesarsi in campo. Bam Adebayo è l’icona di un gruppo che ritiene di primaria importanza ogni singolo aspetto del gioco in ambo i lati del campo.
Questa meticolosità nel lavoro esibita quotidianamente sul parquet dall’ex Kentucky è stata la chiave dell’exploit che ha conseguito durante questi playoffs (18.5 punti, 57.1% dal campo, 11.4 rimbalzi, 4.9 assist). La mobilità di gambe e le letture offensive del centro di origini nigeriane gli permettono di mettere in seria difficoltà i pari ruolo, come accaduto in gara-6 di Celtics vs Heat. Una volta entrato Theis infatti, Bam ha agito a suo piacimento sul parquet, sfidando costantemente in 1 vs 1 il centro avversario, che, per un evidente divario di mezzi fisici e tecnici, ha fatto fatica a contenerlo.
Sarà Anthony Davis a cercare di fermare la frenesia di Bam Adebayo. Un lavoro non semplice quello che aspetta il monociglio, che però ha sempre dato filo da torcere a chiunque decida di attaccarlo in post o in palleggio dal parimetro. Dalla sua AD può inoltre vantare dei precedenti a favore in regular season. Nei due match vinti dai Lakers in stagione regolare, Davis ha infatti prodotto più punti (29.5 vs 11.5) e tirato meglio (59.5% vs 50% dal campo) di Adebayo. Numeri che vanno presi con cautela però: si tratta di due match disputati a novembre e dicembre del 2019. Da allora infatti, Bam Adebayo è migliorato molto nelle scelte di tiro, nelle letture di gioco e nella consapevolezza dei propri mezzi.
Un’evoluzione, quella di Bam, in linea con quella di tutta Miami. Anche gli Heat si sono rinnovati parecchio infatti dall’ultima partita contro i Lakers. Tra le novità, un assetto difensivo (la zona 2-3) che sfrutta la versatilità difensiva del proprio centro per farne il fulcro vitale del proprio gioco. Annoverato come uno dei migliori difensori in circolazione, Adebayo dovrà adesso dimostrare di essere capace di frenare le incursioni nel pitturato dei giallo-viola. Un compito non semplice. Anthony Davis vs Bam Adebayo, un duello importante quanto entusiasmante. Molto passa da qui: si sa, per sognare in grande, occorre compiere gesta memorabili.