La fase più intensa della Free Agency NBA 2018 è ormai alle spalle. Durante il mese di luglio, si sono realizzati diversi cambiamenti, tra i quali sicuramente spiccano l’approdo di LeBron James ai Lakers, l’acquisto di DeMarcus Cousins da parte di Golden State e lo sbarco nel Grande Nord di Toronto ad opera di Kawhi Leonard.
Altri giocatori, invece, contrariamente alle aspettative iniziali, hanno scelto di continuare la permanenza nelle franchigie della passata stagione. In particolare, uno degli ultimi a compiere tale scelta è stato il centro di Houston Capela, il quale dopo diverse settimane di trattativa ha preferito rinnovare con la squadra texana.
Tra i free agent di questa estate che non hanno cambiato squadra, ce ne sono alcuni che probabilmente avrebbero dovuto cambiare aria per poter migliorare la loro situazione.
5. Free agency NBA: KEVON LOONEY, GOLDEN STATE WARRIORS
Kevon Looney, in questi Golden State Warriors, non ha assunto un importanza fondamentale, essendo a malapena in rotazione. Durante la scorsa stagione, in particolare, ha giocato 13,8 minuti a partita, e Jordan Bell ha progressivamente acquisito minuti a discapito del lungo ex UCLA. Il recente acquisto di Jonas Jerebko, poi, sembra voler togliere ancora di più spazio al centro originario di Milwaukee, data l’abilità dell’ex Biella nel tiro da 3 punti.
In ogni caso, le doti di rim protector di Looney sono stati importanti, in maniera rilevante nella serie contro Houston. Anche in attacco,poi, il numero 5 degli Warriors ha spesso dato il suo contributo. Secondo Basketball Reference, nello specifico, il bicampione NBA ha delle medie di 10,7 punti e 9,1 rimbalzi su 36 minuti di utilizzo.
Se avesse scelto di spostarsi in una nuova squadra, il lungo dei Dubs poteva ritagliarsi un ruolo maggiormente importante. La sua giovane età gli garantisce infatti ancora dei buoni margini di crescita, ma rimanendo a Golden State il suo gioco potrebbe non svilupparsi, date le scarse possibilità di potersi mettere in mostra.
4.Free agency NBA: DANTE EXUM, UTAH JAZZ
La carriera di Exum a Salt Lake City non sta andando secondo le aspettative. La quinta scelta assoluta del draft 2014 ha avuto una solida stagione da rookie:
- 4,8 punti
- 2,4 assist
- 1,6 rimbalzi
- 34,9 FG%
Nel 2015 ha subito, però, un grave infortunio al crociato giocando per la sua nazionale, costringendolo a saltare per intero la stagione 2015-2016. Nella scorsa preseason, poi, l’australiano ha subito un ulteriore infortunio, questa volta alla spalla. Il risultato di ciò sono state altre 68 partite perse per iniziare la stagione. Al suo rientro, il playmaker ha espresso dei buoni segnali di ripresa, ma si è ancora lontani dalle previsioni effettuate per il numero 11 al tempo del suo draft.
In particolare, lo stesso Dante Exum ha parlato con Benyam Kidane di Sporting News sulla sua permanenza ai Jazz
[I Jazz] Hanno mostrato di credere in me ed in quello che sono in grado di fare. Questo è tutto ciò a cui ogni giocatore deve aspirare nella sua squadra. Per questo ho scelto di ritornare qui
Nonostante queste parole di stima verso la società, nella prossima stagione Exum si collocherà nelle rotazioni dopo Ricky Rubio. Inoltre, dovrà ritagliarsi il suo spazio insieme a Raul Neto, Alec Burks e forse anche Grayson Allen. Molto probabilmente, quindi, l’investimento della franchigia dello Utah da $33 milioni non sarà pienamente ripagato.
3. Free agency NBA: WILL BARTON, DENVER NUGGETS
Will Barton, dopo un inizio di carriera balbettante, in seguito allo scambio che lo ha portato a Denver ha incrementato le sue statistiche, Dal 2015, infatti, è divenuto una seria minaccia a livello offensivo e si è mostrato come giocatore all-around, mostrando medie molto interessanti:
- 15,7 punti
- 5 rimbalzi
- 4,7 assist
- 45,2 FG%
Per i Nuggets rifirmare un giocatore come Barton con un quadriennale da $54 milioni è stato un affare. Tuttavia, con Nikola Jokic, Jamal Murray, Gary Harris e il rientrante Paul Millsap, sussistono in squadra troppe opzioni offensive a cui attingere. Molto probabilmente, per lo sviluppo della sua carriera, Barton avrebbe fatto meglio ad optare per una franchigia più bisognosa di buoni realizzatori, come ad esempio i San Antonio Spurs privi di Leonard.
Secondo quanto riportato dal sito ufficiale dei Nuggets, uno dei motivi che hanno riportato Barton a Denver è stata la sua lealtà:
Non potrei essere più felice di tornare ai Nuggets. Tutta questa organizzazione ha dimostrato molta fiducia in me e mi sento benedetto ad essere in questa situazione. Adoro giocare per questa città e questa squadra e non vedo l’ora di tornare al lavoro.
2. Free agency NBA: MARCUS SMART, BOSTON CELTICS
Dopo un periodo di attesa, Smart ha firmato nuovamente con i Boston Celtics, scelta che lo stesso giocatore aveva sempre auspicato. Per Chris Forsberg di ESPN, in particolare, Smart ha rilasciato diverse dichiarazioni in merito:
È qui che voglio essere, e sono pronto ad andare a lavorare duramente per Boston. Sono determinato ad aiutare i miei compagni a portare un altro campionato ai migliori tifosi nel mondo
Il numero 36 dei Boston Celtics, malgrado l’investimento della franchigia biancoverde, è destinato a diventare un giocatore di panchina. Kyrie Irving, Jaylen Brown, Gordon Hayward, Al Horford, Terry Rozier, Jayson Tatum e Marcus Morris avranno sicuramente più minuti in campo dell’ex Oklahoma State.
Durante la scorsa stagione. la guardia nativa di Dallas ha confermato le sue doti da realizzatore, seppur non di prima fascia. Ciò è dimostrato, in particolare, dalla bassa percentuale del tiro da 3 punti (pari al 30,1%).
Nonostante questo, però, Smart sta emergendo in particolare come uno dei migliori difensori del campionato. Nei prossimi anni della sua carriera, il suo gioco potrebbe svilupparsi in una maniera simile a quello di Patrick Beverley: un vero mastino in difesa ed un buon playmaker in attacco.
Marcus Smart, quasi sicuramente, non sarà mai un All Star, ma forse inserito in un contesto giusto potrebbe confermarsi definitivamente come uno dei migliori difensori della Lega. Cosa che, a Boston, difficilmente potrà accadere.
- Free agency NBA: PAUL GEORGE, OKLAHOMA CITY THUNDER
Paul George, contrariamente alle previsioni, ha scelto di rimanere agli Oklahoma City Thunder, sposando definitivamente la causa di Russell Westbrook. Nello specifico, l’ex Pacers ha costruito una buona intesa con il numero 0 dei Thunder, sopratutto quando Carmelo Anthony non era presente in campo. Nei giorni scorsi, l’allontanamento di Melo da Oklahoma City è stato definitivo, portando in dote alla franchigia un giocatore quale Dennis Schroder.
Tuttavia, anche mediante questi cambiamenti, i Thunder rimangono un gradino sotto i Rockets e ben lontani dai campioni di Golden State. La prospettiva più plausibile per George e compagni sarà dunque l’uscita al primo o al secondo turno dei playoffs.
Tra le diverse destinazioni possibili per Paul George, vi erano i Philadelphia 76ers: se avesse creduto in questa soluzione, George, al fianco di potenziali fenomeni quali Joel Embiid e Ben Simmons, avrebbe quasi sicuramente raggiunto le finali di Conference. La probabilità che questo accada ad OKC, in una Western Conference così agguerrita, è pressoché nulla.