Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Around the Garden: Nel segno dei Marcus: Smart e Morris

Around the Garden: Nel segno dei Marcus: Smart e Morris

di Nicola Bogani
marcus smart

Nonostante lo stop di Detroit che ha interrotto la striscia vincente a 8 partite, la più lunga di questa stagione per i C’s, la squadra di coach Stevens prosegue fiduciosa la sua marcia verso le posizioni di vertice a cui era prevista da quasi tutto il mondo NBA, grazie a due giocatori in particolare, Smart e Morris.

Se lo fa infatti è soprattutto per la promozione in quintetto dei due Marcus (Smart e Morris) spostati da Brad in quintetto 9 partite fa (8-1 il record) e che da allora hanno trasformato la squadra in una macchina da punti e vittorie. Iniziamo da Morris forse il più sorprendente giocatore di questo inizio di stagione:

Smart e Morris: Marcus la sua stagione da All-Star

Ad inizio stagione molti analisti in area Celtics si erano spinti in là vedendo in Morris un possibile candidato a miglior sesto uomo di franchigia e perché no addirittura della lega.
Dopo l’ottimo finale di stagione passata e la naturale promozione a leader della “BWA” c’erano tutti i presupposti per lo meno per una sua candidatura.
L’ottima partenza sembrava poi confermare questa previsione che però ora è stata probabilmente annullata dal passaggio di Marcus tra i 5 titolari.
Morris incurante di tutto questo sta continuando a mettere numeri da record,per la sua carriera,che mostrano gli eccezionali miglioramenti fatti da quando è allenato da coach Stevens.
In 27 minuti (meno rispetto i suoi tempi ai Pistons) MM mette 15 ppg con il 50% dal campo (+8%),il 42.4% da 3 (+4% rispetto il suo massimo storico) e l’87% ai liberi (+10-% rispetto i tempi di Detroit).
Questi numeri spiegano solo in parte gli enormi miglioramenti messi in atto dal nativo di Philadelphia,sempre ritenuto il meno talentoso tra i 2 gemelli.
La sua percentuale effettiva al tiro supera il 60%,il net rating di stagione +7.4 sale a +19 da quando è titolare,mostrando quanto più pulito e meno egoista sia il suo gioco da quando è biancoverde.
Un leader in campo pronto a riprendere i giovani compagni quando deragliano con giocate fini a se stessa.

Smart è il leader naturale e imprescindibile di questa squadra

Sembra ormai chiaro a tutti che sebbene Kyrie sia la faccia della franchigia il vero leader e condottiero di questo gruppo sia il numero 36 originario del Texas.
La scomparsa della mamma e un estate complicata passata al suo capezzale gli avevano complicato l’inizio della stagione,nel quale sembrava l’ombra del giocatore conosciuto e cresciuto qui nella Beantown.
L’assurdo di Smart sta nei numeri che a parte il tiro dalla lunga distanza (un quasi sufficiente 33% suo massimo di carriera) sembrano tutti in lieve calo a provare come fidarsi solo delle statistiche non è sinonimo di verità.
Da quando Smart è passato dalla panchina alla starting unit,chiamato a gran voce proprio da Kyrie,i Celtics dominano tutte le statistiche di efficienza,punti,rating,difesa,assist rimbalzi e quant’altro spinti e orchestrati dalla capacità di Marcus di tirare fuori da se stesso e dai compagni il 100% dell’impegno sin dalla prima palla a due.
Con il suo passaggio a titolare la squadra è passata da un offensive rating di 105 punti x 100 possessi a 120 quando MS è in campo,presenza che toglie molta pressione a Irving come unico Ball Handler della squadra.
Presenza vocale che serve anche a mantenere alta la concentrazione difensiva,fondamentale che rende Smart un giocatore imprescindibile se si vuole puntare in alto.

Game #27 Boston Celtics @ Washington Wizards 130-115 OT

Vittoria sofferta dopo una partita giocata male e non con la consueta cattiveria difensiva.
I Celtics vengono tenuti a galla dal duo-Marcus e salvati nel supplementare dal one man show di Irving che,con 10 dei 15 punti segnati dai suoi nei 5 minuti di extra tempo,regala così la settima vittoria di fila.
Le ultime sue triple segnate da Kyrie mostrano la sua incredibile capacità di mettere canestri impensabili a chiunque ma lasciano un po’ perplessi per come sono stati prese.
Ancora assenti Brown,Hayward e Horford tanto spazio a Robert Williams III o Time Lord ormai per tutti.
A seguire le giocate decisive di Irving:

Un post condiviso da Boston Celtics (@celtics) in data:

Game #28 Boston Celtics vs Atlanta Hawks 129-108

Partita già vinta dopo pochi minuti quando sul 23-5 era ben chiaro a tutti il divario tra le due squadre.
A Boston è bastato spingere sull’acceleratore nel 1º e 3º quarto chiusi con i parziali di 42-19 e 41-26 e poi giochicchiare nei restanti parziali dando fiato ai titolari e spazio alle terze linee.
Irving 24,Tatum 22 e Morris 20 mostrano il loro buon momento offensivo e guidano la squadra alla ottava vittoria consecutiva.
Bene il rientro dalla febbre di Hayward che con 19 punti mostra di trovarsi a suo agio come leader della second unit.

Un post condiviso da Boston Celtics (@celtics) in data:

Game #29 Boston Celtics @ Detroit Pistons 104-113

Prima o poi doveva succedere ed è accaduto proprio nella sera in cui si incontravano le squadre con le streak attive più lunghe,i Celtics con 8 vittorie e Detroit con 6 sconfitte.
Un classico in nba dove spesso le motivazioni regalano sorprese e decidono le sorti di sfide che sulla carta dovrebbero avere un altro vincitore.
Sin dai primi minuti i Cs di Stevens mostrano poca voglia di difendere e sebbene chiudano sotto solo 57-56 il primo tempo il pace della gara è completamente in mano a Griffin e compagni che con un deciso allungo nel terzo quarto mettono il sigillo alla vittoria.
I Celtics falliscono tutte le opportunità di rimonta fallendo troppi tiri dalla distanza (9-33) che avrebbero potuto regalare un finale più combattuto.
Male molto male la second unit con Rozier, Brown e Hayward mai totalmente in ritmo partita.
Decisivi poi i primi 8 minuti dell’ultimo quarto nei quali i Celtics mettono solo 3 punti,con un pessimo 3-6 ai liberi,senza mai segnare dal campo.

You may also like

Lascia un commento