867Game #11 Boston Celtics @ Phoenix Suns 116-109 OT
Si è chiuso malamente il primo viaggio a Ovest della squadra allenata da coach Stevens: i Boston Celtics cadono male. Il bilancio di 1 vittorie e 3 sconfitte è sicuramente negativo,aggravato da un gioco che lascia spesso perplessi e da un unica vittoria (Phoenix) ottenuta contro un’avversaria abbordabile,arrivata quasi per miracolo all’overtime dopo una partita giocata malissimo.
Nelle ultime 3 partite la squadra si è sempre trovata sotto di 20 punti e sebbene sia sempre tornata in partita nel finale è dovuta capitolare contro le avversarie più quotate (Utah e Portland).
Il bilancio di stagione parla ancora positivo di 7 vittorie e 6 sconfitte, certamente meno drammatico di come potrebbe sembrare soprattutto considerando il calendario non semplice che hanno dovuto affrontare con 9 partite in trasferta e solo 4 tra le mura amiche,ma ci sono cose che funzionano poco e le grandi aspettative aggravano la sensazione di incertezza nell’ambiente.
Tre giocatori sono caduti nel mirino della critica e dei tifosi. Andiamo a vedere in particolare chi sono.
Boston Celtics, la crisi di Jaylen Brown
Jaylen lo scorso anno era un giocatore diverso tanto che dopo l’infortunio di Hayward divenne presto la seconda opzione offensiva dei Celtics (14.6 ppg) e nei playoff (18ppg) sino all’infortunio fu il trascinatore della squadra nella serie con i Bucks.
Le cifre percentuali di tutto rispetto parlavano in 31 minuti di 54% di efficienza offensiva, 40% dalla linea dei tre punti e 50% da 2 punti. Oggi invece il giocatore in crisi di fiducia a fronte degli stessi minuti e con lo stesso numero di tiri registra 3 punti in meno a partita con un misero 27% dalla distanza,40% dal campo e solo 41% di percentuale effettiva. Tutti numeri che spiegano come il giocatore invece di fare un passo avanti dopo la pausa estiva ne abbia fatto uno indietro,peggiorando anche lievemente le perc. ai liberi (già scarse) e mantenendo le solite problematiche di ball-handling mostrate nei primi due anni.
A scusante di Jaylen c’è la nuova posizione in campo ritagliata per non pestare i piedi a Gordon Hayward che tra l’altro non aiuta in questo momento a mascherare le problematiche del compagno.
Boston Celtics, Gordon Hayward inizia ad essere un peso:
Si sapeva dall’inizio che il recupero di Gordon sarebbe stato difficile e lungo,ma nessuno poteva immaginare che avrebbe pesato sull’economia della squadra così tanto.
Hayward, con i suoi 10 punti in 25 minuti, mette un contributo ancora al si sotto delle aspettative di inizio stagione.
Anche per lui percentuali al ribasso sia come volume di gioco e tiro sia come percentuali globali realizzative.
L’ex Utah scocca quasi la metà dei tiri che era abituato a prendere e ne mette a segno: il 40% dal campo (-7%),il 31% da 3 (-8%),prendendo lo stesso numero di rimbalzi 5.5 ma mettendo a segno anche meno assist 2.8 (-2.3) rispetto l’ultima stagione come Jazz.
Oltretutto, viste le sue difficoltà fisiche,sembra essere diventato il target preferito delle offense avversarie che hanno capito di poter sfruttare il vantaggio per aprire gap importanti ad inizio partita.
Come mostrano i numero i net ratings,delle lineups con Gordon,sono tra le peggiori della squadra,cosa che ha aperto subito il dibattito se sia o no il caso di far partire Hayward dalla panchina.
Argomento spinoso che rimandiamo al mittente soprattutto quando entrano in ballo non solo questioni tecniche ma anche equilibri salariali che in uno show business come l’nba hanno sempre il loro peso.
Boston Celtics, la partenza lenta di Horford
Altra problematica nata in queste prime 11 partite è la partenza sottotono di uno dei giocatori più importanti di Brad Srevens. Horford oltre ad essere il giocatore con più esperienza è sempre stato un elemento fondamentale in entrambi i lati del campo per il gioco voluto dal coach.
I 32 anni e le 12 stagioni di NBA Al si stanno però facendo sentire sul centro caraibico e sull’intera squadra.
Horford nei suoi 30 minuti (-2) mette a referto solo 11.8 punti e 6.2 rimbalzia partita,con le percentuali personali in picchiata.
Solo il 27% dalla lunga distanza (-15%) e 44% (-4) quella dal campo. Il numero 42 sembra svogliato e in difficoltà a ricoprire il ruolo di centro per tutta la partita mentre negli anni passati veniva aiutato a fare a sportellate da Baynes almeno nei primi 3 quarti di gara. Ecco che si torna al problema della lineup iniziale che con il rientro di Gordon ha spinto fuori dai 5 proprio il gigante australiano.
Nel frattempo la difesa dei Celtics che aveva aiutato a mascherare i problemi di inizio stagione è crollata passando dal subire 95 punti su 100 possessi (1ª) a 110 (26ª) nelle ultime 5 partite e la pigrizia di Al è uno dei fattori che hanno inciso di più in questa statistica…
Boston Celtics, le speranze di rinascita aggrappate ad un grande Kyrie:
In tutte queste problematiche i Celtics si aggrappano a Irving tornato su standard di assoluta eccellenza in queste ultime 4 partite (ha saltato Utah) nelle quali ha messo numeri impressionanti:
27,5 ppg con il 50% dal campo, il 42.5% dalla distanza e il 100% ai liberi.
Le speranze di girare la stagione partita male si legano molto a questi numeri nell’attesa che anche i compagni tornino a rendere per quelle che erano le aspettative di inizio stagione.
Game #10 Boston Celtics @ Denver Nuggets 107-115
Inizia male per i Celtics il primo giro ad Ovest. Sul complicato parquet della Pepsi Arena di Denver la squadra di Stevens si arrende ad una strepitosa prestazione di Jamal Murray che mette a referto 48 punti (career high),grazie ad un impressionante 19/30 (63,3%) al tiro,5/11 (45,5%) dalla lunga distanza e 5/5 (100%) ai liberi.
Jamal non contento cerca nel disperato tentativo di superare quota 50 tira un ultima tripla a tempo quasi scaduto e successo ormai in cassaforte,andando contro una regola non scritta a cui i giocatori tengono molto.
La cosa scatena un piccolo parapiglia con Irving stizzito che manda la palla in tribuna e rovina un po’ la grande prestazione della guardia.
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Per i Boston Celtics resta il ricordo di un Irving sempre più vicino ai suoi standard con 31 punti (13/17 al tiro e 4/6 da 3) inn33 minuti e un primo quarto giocato alla grande l,nel quale i biancoverdi toccano addirittura il +18 per poi chiuderlo 34-19. La miglior frazione sin qui giocata in stagione grazie ad un basket quasi perfetto fatto di assist,penetrazioni l,scarichi e tiri presi in campo aperto.
Peccato che la squadra non riesca a mantenerlo per 48 minuti o almeno il tempo sufficiente per vincere la partita.
Game #11 Boston Celtics @ Phoenix Suns 116-109 OT
I Boston Celtics vincono una delle gare peggio giocate degli ultimi anni e lo fanno solo grazie ad un Irving in stato di grazia, che mette 39 punti (13/28;6/13;7/7),con 7 rimbalzi,6 assist e 3 palle rubate.
Senza la guardia numero 11 la partita avrebbe segnato uno dei momenti più bassi della gestione Stevens con una squadra incapace di segnare sprofondata subito a -20 anche grazie ad un impressionante 1/12 nel primo quarto.
Manco a dirlo l’unica conclusione giusta quella di Irving dalla lunga distanza.
Alla fine del primo tempo sul punteggio di 35-55 solo Kyrie tra i titolari aveva messo punti a referto.
Nella ripresa messo Smart al posto di un abulico Jayson Tatum (4 con 1/7 al tiro),i Celtics hanno abbozzato una rimonta che però nn si è mai concretizzata sino ai minuti finali per i troppi errori dalla corta distanza.
Alla fine ci pensa Kyrie con l’aiuto di un buon Morris (17pts;8rbs) a riacciuffare la partita e portarla ai supplementari anche grazie ad un ennesimo disegno di Stevens sull’ultima rimessa che libera Marcus al tiro dalla lunga distanza all’ultimo secondo disponibile.
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Once down 22 points, tonight’s Play of the Game is @foestar13’s clutch triple to force OT.
Nel overtime Boston fa finalmente valere la sua superiorità e porta a casa la vittoria. Una partita che comunque non convince appieno e lascia strascichi su un gruppo che non trova continuità di gioco e risultati.
Game #12 Boston Celtics @ Utah Jazz 115-123
Nel giorno del ritorno a casa di Hayward, chiuso con 13 punti e 7 assist e molti fischi, i Boston Celtics incappano in un’altra sconfitta che arriva nei minuti finali,dopo aver cercato l’ennesima rimonta impossibile da -20 nel 3º quarto.
In assenza (giustificata) di Kyrie Irving,impegnato in una cerimonia dedicata al nonno, Rozier prova con 22 punti a guidare i compagni su un campo difficile con lo stesso piglio usato lo scorso anno ai playoff.
Dopo un primo tempo giocato punto a punto purtroppo i Boston Celtics perdono contatto proprio nel finale colpiti al cuore da un Joe Ingles in versione Larry Bird.
L’ala australiana mette 20 punti solo nei primi 24 minuti che regalano il +7 (58-51) al riposo lungo.
Nella ripresa una partenza disastrosa,con annesso parziale subito di 17-4,mette la partita in salita e alla fine le buone prove di Smart (13/10) e Tatum (21 punti) non bastano a riagganciare la partita nonostante per 5 volte i C’s arrivino sino al -4 palla in mano.
Ancora una volta però gli errori di gestione della palla nei minuti finali risultano decisivi e la squadra di Stevens viene punita dall’ex di turno,Crowder,che segna 20 punti e le triple decisive per staccare la sua vecchia squadra.
Mentre Ingles chiude con 27 punti,ennesimo giocatore con il career high contro Boston.
Game #13 Portland Trail Blazers vs Boston Celtics 100-94
Si chiude con un’altra sconfitta la prima scampagnata ad ovest della banda allenata da Stevens.
Niente da fare neanche a Portland contro una squadra in palla e pronta a sfruttare le debolezze dei C’s soprattutto nel primo tempo.
Per la terza volta consecutiva i Celtics si scavano una buca di 20 punti verso la fine fine del primo tempo (54-34) dalla quale non riescono ad uscire nonostante una furiosa rimonta li porti addirittura sul 86-86 con metà quarto finale da giocare.
Decisivi Lillard che trova sempre l’uomo giusto al momento giusto, Nurkic (17 pts) nel primo quarto, Aminu con 2 triple decisive nel parziale finale. Qui come si vede nel tiro che ammazza la partita Aminu sfrutta il ritardo di Hayward per scagliare un tiro da quasi 8 metri.
Ancora una volta un buon Irving (21pts),coadiuvato dal solito Morris (13pts) e dal redivivo Tatum (27pts) con 5 triple massimo in carriera non sono sufficienti a mascherare i problemi di questo periodo e a evitare la 4ª sconfitta nelle ultime 5 trasferte.
Ora sotto con una serie di partite casalinghe che potranno rilanciare la squadra parsa abbacchiata dopo questo viaggio a Ovest. Le parole di Smart servano da monito: “Non ci sono più scuse.” I Boston Celtics riusciranno a reagire alle prime difficoltà?