“Il talento ti fa vincere una partita. L’intelligenza e il gioco di squadra ti fanno vincere i campionati”.
No, nemmeno Micheal Jordan sarebbe riuscito ad alzare il Larry O’Brien senza l’aiuto di validi compagni. Nella storia NBA molte squadre hanno affiancato al loro franchise-player almeno due All-Star di assoluto livello per assicurarsi il tanto agognato anello. Una strategia non sempre vincente (vedi i Lakers di Kobe, Nash e Howard), ma spesso efficace. Ormai formare Big-Three è diventata un habitué per la lega e in futuro, a causa dei Golden State Warriors, temo che ne vedremo sempre di più. Andiamo a scoprire i migliori big tree degli ultimi anni partendo dal 1980 per arrivare al 2007. Inutile dire da subito che ai nuovi “Big three” verrà dedicato un ulteriore approfondimento nel corso della stagione.
Ray Allen, Paul Pierce, Kevin Garnett (2007-2012)
Romanticismo al potere. I Big-Three di Boston centrarono il titolo al primo tentativo e sfiorarono il bis nel 2010 contro i Lakers di Kobe e Gasol. Per due stagioni portarono i Celtics a vincere più di 60 partite in regular season e totalizzarono complessivamente 12 apparizioni all’All-Star Game. Pierce, Allen e Garnett riuscirono a non pestarsi i piedi ed a dividersi i compiti sul parquet grazie anche ad uno stravagante regista come Rondo. Uno dei terzetti più forti di sempre, probabilmente destinato ad entrare tra qualche anno nella Hall Of Fame.
Larry Bird, Kevin McHale, Robert Parish (1980-1992)
Restiamo sempre a Boston, ma degli anni 80’. Quei Celtics erano il fiore all’occhiello della lega: una squadra di talento che faceva del teamwork e della difesa i suoi punti di forza. Praticamente i precursori degli attuali Spurs. Bird era un cecchino implacabile, Parish un temibile stoppatore (tre anni di seguito nel primo quintetto difensivo) e Parish una solida ala grande, abilissimo nel gioco in post. Insieme conquistarono tre titoli, affermandosi come uno dei migliori Big-Three della storia. Solo un’altra squadra riusciva a tenergli testa…
Magic Johnson, Kareem Abdlu-Jabbar, James Worthy (1982-1989)
…i Lakers dello “show time”. Il trio di Los Angeles arrivò sei volte alle Finals, vincendo tre volte. Johnson e Abdul-Jabbar alzarono anche più volte il premio MVP di regular season (3 per il primo, ben 6 per l’ex Bucks), mentre Worthy dovette “accontentarsi” di un solo MVP delle Finals. Per circa sette anni hanno monopolizzato la lega con i loro micidiali contropiedi. Gli assist di Magic, forse il miglior playmaker di sempre, le schiacciate di “Big Game James” e i ganci cielo di “Sky Hook” costituivano un connubio quasi perfetto.
Micheal Jordan, Scottie Pippen, Dennis Rodman (1995-1998)
Dati alla mano, la squadra più forte degli anni 90’. Da un lato lo strapotere cestistico di Jordan e Pippen, dall’altro la grinta difensiva di Rodman (per sette anni consecutivi miglior rimbalzista NBA). Il tutto nelle mani del sapiente Phil Jackson. Tutti e tre vennero inseriti nel primo quintetto difensivo nella stessa stagione ed il loro record di vittorie in regular season, 72-10, rimase inviolato per 20 anni, prima dell’arrivo degli Warriors. Riuscirono a trionfare nei playoff dal 1995 al 1998, portando i Bulls al secondo threepeat. Certamente il Big-Three più famoso di questa lista.
Tim Duncan, Tony Parker, Emanuel Ginobili (2002-2016)
Il primo posto non poteva che spettare a loro: il terzetto più longevo e vincente della storia NBA con 570 successi in regular season e 130 nella postseason. Con loro in campo San Antonio non è mai scesa sotto le 50 vittorie stagionali e ha inoltre aggiornato il proprio record di franchigia, 67-15. Non dimentichiamoci poi i quattro anelli in cinque finali (la tripla di Ray Allen ancora brucia nell’animo di coach Popovich) e gli innumerevoli premi individuali conquistati in quasi 15 anni di convivenza.