Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti I 5 All-Star Game NBA che sono passati alla storia, e perché

I 5 All-Star Game NBA che sono passati alla storia, e perché

di Giacomo Seca
All-Star Game storia

4. All-Star Game NBA 2003

La storia della NBA, la storia di ogni sport e la storia dello sport è sempre fatta dai grandi interpreti. La NBA può vantare di avere alcuni tra i più grandi performer sportivi della storia. Uno su tutti, manco a dirlo, aveva il 23 e giocava a Chicago.

La stagione 2002\03 è quella del definitivo ritiro di Mike, con la maglia dei Washington Wizards, e l’All-Star Game 2003 è l’ultima volta che calca quel tipo di palcoscenico.

Jordan arriva alla sua 14esima apparizione alla partita delle stelle finendo terzo generale nelle votazioni dei tifosi, dietro solo Tracy McGrady e Kobe Bryant.

C’è tutto quella sera per Michael. C’è il tributo iniziale, c’è la prima diretta televisiva via cavo su TNT, c’è un commovente video sulle note di Hero di Mariah Carey. E poi c’è la partita.

Una tra le più belle mai disputate in un All-Star Game e finisce al secondo tempo supplementare (ovviamente primo All-Star Game per questo).

Il palcoscenico è quindi quello perfetto per Jordan, abituato a vivere in partite del genere. E infatti, come nei migliori film, la sceneggiatura è perfetta.

A 4.8 secondi dalla sirena di fine overtime, sul punteggio di parità, Jordan mette dentro, con uno dei suoi jumper dopo essere andato in isolamento contro Shawn Marion, i punti 137 e 138 per l’Est.

La conclusione perfetta, il tiro del campione dal più campione di tutti. L’Est vince e Jordan MVP, no? No.

No perché dall’altra parte c’è un simpatico guastafeste che ha la maglia numero 24 e sta cercando di costruire la sua unicità sullo stesso “scheletro” sportivo di Jordan. Kobe Bryant.

A 1 secondo dalla sirena Kobe subisce fallo da Jermaine O’Neal, andando in lunetta. Qui mette dentro 2 liberi su 3 trascinando la partita al secondo overtime.

L’Est non ha più energie e Jordan finisce in panchina la partita che vede trionfare l’Ovest 155-145 con Kevin Garnett incoronato MVP.

Anakin Skywalker se ce n’è uno.

5. All-Star Game NBA 2020

È doveroso ricordare l’ultimo All-Star Game, quello del 2020, per diversi motivi.

Innanzitutto perché è stato tra gli ultimi grandi eventi accaduti pre-pandemia, cosa che a suo modo lo rende indelebile.

E poi, ovviamente, per quello che successe il 26 gennaio dell’anno scorso. Chi scrive fa ancora fatica a parlarne in modo compiuto, ma come tutti sanno, quel giorno è il giorno della morte di Kobe Bryant.

Ovviamente, l’All-Star Game del 2020 non può rendere omaggio al Mamba e lo fa con due modi diversi. Uno è attraverso il premio MVP, che dall’anno scorso si chiama proprio Kobe Bryant All-Star MVP Award, con Kawhi Leonard come primo vincitore.

Il secondo è attraverso il formato della partita.

Ogni quarto è una competizione divisa dalle altre: le prime tre frazioni iniziano sempre con il punteggio di 0-0, con in palio un premio in denaro (da destinare in beneficienza) per la squadra vincitrice. Per l’ultimo quarto, invece, il cronometro non conta e le due squadre per vincere avrebbero dovuto realizzare 24 punti, aggiunti al punteggio della squadra fino ad allora in vantaggio (se la squadra in vantaggio è a 100, la partita sarebbe terminata a 124).

Questo nuovo format, l’Elam Ending inventato da Nick Elam, non solo ha convinto tutti ma ha dato una ventata di aria fresca a una partita che, soprattutto negli ultimi anni, era diventata una mera esibizione senza un barlume di intensità o agonismo. Nessuno ci teneva a perdere e tutti volevano far bene, anche e soprattutto per omaggiare quell’incredibile agonista che è, ed è stato, il signor Kobe.

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