Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti All-Star Game 2024, ecco le 10 (più una) possibili sorprese tra i convocati

All-Star Game 2024, ecco le 10 (più una) possibili sorprese tra i convocati

di Lorenzo Razzetti
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Tyler Herro

Altro giocatore che sta disputando una grande stagione, con i suoi 22.4 punti per partita Tyler Herro è il miglior realizzatore degli Heat. Il numero 14 di Miami, fin dal suo ingresso nella lega, ha dimostrato di essere un finalizzatore d’élite, dotato anche di grande personalità. Basti pensare ai playoffs del 2020, prima stagione di Herro, dove con i suoi 16 punti di media aiutò la propria squadra ad arrivare alle Finals nella Bolla di Orlando.

Quest’anno sembra aver iniziato la stagione con il piede giusto, tirando con più del 40% dalla distanza e caricandosi l’attacco di Miami sulle spalle. Il problema più grande nel suo caso è la presenza di nomi più blasonati nel suo ruolo e il rendimento non troppo costante della sua squadra che potrebbero costargli la prima convocazione a un All-Star Game. 

Chet Holmgren

Holmgren, come tutta OKC, si stanno dimostrando una delle più grandi sorprese di questa stagione. Che il ragazzo fosse speciale si poteva capire già l’anno scorso, quando fu chiamato con la 2° scelta al draft, ma, soprattutto dopo essere stato fuori tutto l’anno per infortunio, in pochi si sarebbero aspettati un impatto del genere.

Chet infatti sta viaggiando a quasi 18 punti di media, con la bellezza di 2.5 stappate che ne fanno già adesso uno dei migliori rim protector nella lega. Si tratta di un giocatore dal corpo straordinario, con 216 centimetri di altezza e con una coordinazione da guardia che gli permettono di dominare contro qualsiasi avversario. Come se ciò non bastasse, è dotato anche di un buon tiro da tre (tira circa con il 40% su più di 4 tentativi a partita), senza contare la già citata presenza in difesa. Anche nel suo caso la presenza di nomi importantissimi come quello di Lebron o Durant lo costringono a giocarsi gli ultimi posti a disposizione con altri giocatori per il frontcourt. Ad ogni modo la sua prima convocazione all’All-Star Game andrebbe a premiare anche le ottime scelte prese dalla dirigenza di OKC negli ultimi anni. 

Alperen Sengun

Anche il centro turco sembra aver convinto una gran parte dei fan di meritarsi la prima chiamata da All-Star. Alperen Sengun sta infatti incantando in quel di Houston, attirando l’attenzione con una visione di gioco atipica per un giocatore della sua stazza. I paragoni con un altro centro europeo capace di dominare oltreoceano si sprecano, ma il lungo dei Rockets sembra avere la capacità di non farsi distrarre da comparazioni scomode. Rispetto allo scorso anno ha dimostrato di essere migliorato notevolmente in attacco, come dimostrato dai suoi 21.7 punti di media.

Miglioramento che ha convinto coach Udoka ad affidargli le chiavi dell’attacco dei Rockets, rendendolo il perno offensivo della squadra. Anche nel suo caso lo status di All-Star ridarebbe lustro ad una franchigia finita nel dimenticatoio dopo la partenza di Harden. 

Mikal Bridges

Nel suo caso, qualora dovesse diventare All-Star per la prima volta, si andrebbe soprattutto a premiare il modo in cui a chiuso la sua scorsa stagione. Perché, dopo essere stato scambiato dai Suns per prendere Durant, al suo arrivo ai Nets è letteralmente esploso, chiudendo l’ultima parte della scorsa stagione da protagonista con più di 26 punti di media. Quest’anno sembra essere tornato a cifre più equilibrate, rimanendo comunque un ottimo finalizzatore e un difensore accanito.

Il suo punto di forza sta proprio nella sua versatilità su entrambi i lati del campo. Oltre a ciò, Bridges ha dimostrato di essere uno dei migliori in tutta la lega quando la palla scotta, segnando più di 5 punti di media nei momenti clutch (2° miglior dato in NBA). La stagione, fino a questo momento altalenante, dei Brooklyn Nets non lo aiuta, ma Mikal rientra sicuramente tra i papabili per un posto alla partita delle stelle. 

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