Per il terzo anno consecutivo, i Golden State Warriors di Steve Kerr hanno distrutto il muro delle 60 vittorie in stagione regolare.
Nella notte NBA, la franchigia di Oakland ha battuto gli Houston Rockets per 113 a 106, guidata dalle prestazioni di Steph Curry(32 punti e 10 rimbalzi) e di Klay Thompson(25 punti). Nel Texas, Kerr ha realizzato una nuova prodezza. I suoi Warriors, infatti, hanno tenuto a bada un attacco come quello dei Rockets, tenendolo ad un misero 5/31 dall’arco. Anche il candidato MVP James Harden, nonostante una tripla doppia a referto, ha faticato e ha segnato appena 5 canestri dal campo.
La bravura dell’allenatore è stata quella di saper affrontare le difficoltà, trovando rimedio all’infortunio di uno dei suoi migliori giocatori(Kevin Durant) e dando fiducia ai ritrovati Splah Brothers. La pallacanestro del team californiano è fantastica: un flusso di movimento senza palla congiunto ad un numero sempre enorme di assist.
Il gioco di Golden State è armonico, letale e soprattutto un piacere agli occhi.
IL RECORD DI STEVE KERR
L’allenatore nato a Beirut, con la vittoria ad Houston, è diventato il coach più veloce di sempre a raggiungere la quota di 200 vittorie in carriera. Il 51enne, infatti, ci è riuscito in appena 238 partite. Phil Jackson, uno dei suoi mentori, ha raggiunto tale soglia dopo 270 partite.
“So quanto sono fortunato”, ha detto Steve Kerr. “La maggior parte degli allenatori per la prima volta non iniziano allenando Steph Curry, Draymond Green, Klay Thompson, e tutti questi grandi ragazzi. Ho ereditato una squadra infernale”