Il grande giorno è finalmente arrivato: le due corazzate che stanno attirando la maggior parte dell’attenzione mediatica dominando la NBA, ossia Golden State Warriors e San Antonio Spurs, si sfideranno all’Oracle Arena in un normale match di regular season. Normale, fino ad un certo punto. Sì, perchè inevitabilmente il confronto potrebbe regalare delle indicazioni sommarie in vista della postseason, dove le due squadre potrebbero rivedersi alle finali della Western Conference per accaparrarsi un posto per l’ultimo atto della stagione. Il tutto ovviamente con le dovute proporzioni.
L’una di fronte all’altra si troveranno due squadre che predicano due correnti di pensiero completamente diverse, ma allo stesso modo remunerative. I campioni in carica possono vantare non solo il miglior record della lega (40 vittorie e solo 4 sconfitte) ma anche l’attacco più efficace: la banda guidata da Steve Kerr infatti sta infilando circa 112.7 punti ogni 100 possessi tirando col 48.6 % dal campo e col 42.4 % da tre (miglior percentuale attualmente). Una manovra offensiva velenosa, che viene finalizzata a dovere con il gran numero di assist eseguiti a partita, che fanno dei Warriors la prima formazione in questa graduatoria. Dall’altra parte ci saranno i texani, secondi in classifica con 38 vittorie e 6 sconfitte finora racimolate. I ragazzi di Gregg Popovich, che in casa hanno un sorprendente record di 24-0, sono una vera e propria roccaforte in difesa. Infatti il loro defensive rating ammonta a 93.5 punti subiti ogni 100 possessi: prima di loro non c’è nessuno.
Stephen Curry ovviamente non poteva che essere uno degli attuali protagonisti della franchigia della Baia. Il numero 30 sta continuando a trascinare i suoi a suon di triple, come accaduto lo scorso anno in cui è riuscito ad assicurarsi il titolo di MVP. Con i 30.1 punti di media è il primo realizzatore del campionato. Se Chef Curry non rappresenta più una sorpresa, Draymond Green è invece definitivamente divenuto una colonna portante della squadra: il prodotto di Michigan State ha alzato ancora il suo livello di rendimento, sfruttando la sua grande versatilità che lo rendono utile in entrambe le metà campo. Basti solo vedere le diverse triple doppie messe a referto, che gli hanno permesso di infrangere diversi traguardi. Nel bel mezzo della famigerata ‘Spurs Culture‘ sta invece emergendo la spiccata individualità di Kawhi Leonard: il difensore dell’anno 2015 ormai è migliorato sotto ogni aspetto del gioco, diventando più di un semplice specialista (è il team leader di squadra per punti segnati, nonchè miglior tiratore dal perimetro in questa RS). LaMarcus Aldridge, volto nuovo dai texani che pian piano sta assimilando i meccanismi tattici di Pop ha detto su di lui: “Questo è il suo team, noi cerchiamo di semplificargli la vita”. Da segnalare anche un Tony Parker in ripresa, capace ancora di tenere le redini del gruppo dopo la scorsa e a dir poco opaca stagione.
Ci si aspetta un incontro equilibrato, emozionate, e non esente sicuramente a colpi di scena. I Warriors cercheranno di impostare sin da subito i loro ritmi alti, affrontando gli avversari con il loro famigerato small ball: in attacco un ruolo fondamentale verrà svolto dal pick and roll Curry-Green e i tiri da tre in quantità industriale, mentre in difesa verranno sfruttati i continui cambi per bloccare le velleità dei neroargento. Klay Thompson è chiamato a dare una grossa mano, con i vari Andre Iguodala e Harrison Barnes a sostegno della causa. Gli ospiti cercheranno di punire i padroni di casa con il loro gioco corale, con un occhio di riguardo al pitturato. Con un maestro del post come Aldridge l’area sarà un buon terreno di caccia. Ad affiancarlo, vista l’assenza di Tim Duncan, ci sarà David West, a meno che non venga lanciata la rivelazione Boban Marjanovic; non è da escludere inoltre che gli Spurs a partita in corso possano adottare lo small ball, adattandosi di fatto. Da vedere chi avrà il compito di prendersi in consegna Steph Curry: difficilmente Leonard se lo marcherà fin dal tip-off, più plausibile invece un’alternanza con Parker o anche con Danny Green. Per quanto riguarda sempre la retroguardia, si punterà presulmibilmente a forzare le penetrazioni aiutando poi il lungo a protezione del canestro.
Insomma, lo scacchiere è sistemato: i due contendenti devono solo fare le mosse giuste per portarsi a casa una vittoria che nel suo piccolo ha un certo valore.