“Penso che siamo la squadra con le migliori chance di sconfiggere i Cleveland Cavaliers nella Eastern Conference. Possiamo giocarcela con chiunque e provare a vincere ogni partita”.
E così per bocca di Terrence Ross, i Toronto Raptors hanno lanciato un guanto di sfida (nemmeno tanto velato) ai Cleveland Cavaliers per accaparrarsi un posto alle NBA Finals. Già, in questo scorcio di stagione si è parlato tanto dei canadesi come una delle squadre che potrebbe dare più fastidio alla corazzata dell’Ohio, dato il loro attuale andazzo. Il dibattito è tutt’ora aperto e durerà ancora fino a quando non si arriverà alla postseason, vero e proprio banco di prova per la banda guidata da coach Dwane Casey.
I Raptors hanno finora racimolato un record di 26 vittorie e 15 sconfitte, piazzandosi al secondo posto della Eastern Conference.Uno dei loro punti di forza è senz’altro la difesa, con i 100.8 punti di media ogni 100 possessi concessi agli avversari che li vedono come quarti nella graduatoria di tutta la lega. Alla voce assist però i canadesi sono la ventinovesima squadra, aspetto che dovrà per forza di cose essere rivisto.
Uno degli artefici di questa crescita è sicuramente Kyle Lowry. Il rendimento del playmaker sta avendo un peso non irrilevante per l’economia della franchigia: il classe 1986 sta viaggiando ad una media di 21 punti a partita conditi da 5.1 rimbalzi e 6.4 assist. Un giocatore in grado di fare tutto e soprattutto di tenere in mano le redini di un gruppo ambizioso. Accanto a lui, nel backcourt titolare, c’è un DeMar DeRozan, classico fulcro dell’attacco: il californiano è infatti il top scorer con 22.8 punti di media ma, in un’epoca in cui il tiro da 3 ha acquisito una certa importanza, il suo 27.4 % è da migliorare se lui stesso intende essere ancora più incisivo nei momenti che contano. In ogni caso il reparto sembra solido e offre delle garanzie.
A dare un significativo apporto alla retroguardia e a fornire un tocco di versatilità in più al roster ci ha pensato l’arrivo di DeMarre Carroll, ala ex Atlanta Hawks. Il nativo di Birmingham (Alabama) è quel 3&D che tanto fa comodo in entrambe le metà campo: la speranza è di averlo abile e arruolabile al 100% per i playoff, visto che il giocatore rientrerà dall’infortunio al ginocchio dopo la pausa per l’All Star Game. La sua percentuale al tiro negli ultimi tempi è calata ma il suo recupero, in ogni caso, sarà fondamentale.
Sotto le plance, forse è inutile dirlo, lo staff tecnico punta molto su Jonas Valanciunas. Il lituano non ha numeri da centro dominante, ma il suo contributo è comunque rispettabile. Tuttavia forse gli manca quel pizzico di spregiudicatezza e costanza che gli farebbero fare il salto di qualità definitivo, consacrandolo. E la franchigia non farebbe alto che usufruirne se ciò si concretizzasse.
E poi ci sono altri elementi di contorno degni di nota, che non stanno sfigurando affatto: Luis Scola in Canada sembra aver trovato la sua seconda giovinezza, dando alla squadra nuove soluzioni offensive e garantendo spaziature più pulite; Bismack Biyombo, giunto in estate durante la free agency, si sta rivelando un valido ricambio di Valanciunas con la sua specialità, i rimbalzi (sta viaggiando ad una media di 8.5); Terrence Ross è la solita mina vagante mentre Cory Joseph sta dando il suo, anche se può ancora migliorare.
Insomma, a Toronto c’è aria di ottimismo, con il traguardo delle finali di Conference che stavolta potrebbe essere vicino. Ma quanto vicino in realtà? Già, c’è da chiedersi se la banda guidata da Casey sarà in grado di reggere la pressione quando il gioco si farà duro, fattore che inevitabilmente può condizionare un’intera serie. Finora il front office ha lavorato bene, trasformando una squadra rattoppata in una realtà tutto sommato competitiva: alcuni accorgimenti tattici però vanno fatti, così come è da verificare l’eventuale presenza di una mentalità vincente. C’è da rammentare il fatto che negli ultimi due anni i Raptors sono usciti al primo turno. Interromperanno il trend negativo? Saranno in grado di ‘graffiare‘ con i loro artigli LeBron James e compagnia? Tutto è da vedere, tuttavia il rendimento altalenante delle altre contendenti (come Chicago Bulls, Atlanta Hawks e Miami Heat) potrebbe portarli ad diventare i rivali più accreditati dei Cavs. Il condizionale, per il momento, è d’obbligo.