Da ultimo delle riserve ad elemento utile per il team; da papabile scarto della lega ad idolo del TD Garden: la carriera di Datome in NBA, grazie alla Trade-deadline che lo ha portato a Boston, è cambiata radicalmente nel giro di un mese. Nell’appuntamento di oggi con #123Ragioni scopriremo 3 motivi per cui Datome è rinato ai Boston Celtics:
1 – Pistons who?
Pistons who? Miglior titolo per introdurre questo primo punto, non può essere. Sì, perché come ben sappiamo, il nostro Datome è sbarcato in NBA proprio grazie alla franchigia di Detroit. Un’occasione unica per il 27enne di Montebelluna che, salutando i suoi compagni della Virtus Roma, sperava di iniziare una nuova, grande avventura nel basket che conta, quello targato NBA.
Invece una stagione con qualche presenza nel ‘garbage time’, l’arrivo in estate di Van Gundy, la speranza di riuscire ad avere un ruolo importante nelle rotazioni del nuovo coach, la delusione per non essere stato preso in considerazione neanche questa volta, conscio del fatto che, ad esempio, peggio di Kyle Singler o Caron Butler non poteva essere: “Il primo anno c’erano delle motivazioni di adattamento che potevo anche comprendere” – ha detto Datome in un’intervista a ‘La Repubblica’ – Ma in questa stagione no. Mi è stato detto che avevo altri giocatori davanti e ho dovuto accettarlo”. Parole che lasciano trapelare amarezza quanto delusione. L’esperienza di Gigi a Detroit è stata sicuramente importante: lo ha plasmato e gli ha insegnato tanto sul mondo della NBA ma, la cosa che più di tutte è mancata, è stata sicuramente quella di non avere mai avuto una vera occasione né la fiducia di potersi esprimere al meglio delle sue possibilità.
2 – Ritrovata fiducia
Ecco, la fiducia: un elemento fondamentale mancato ai Pistons ma ritrovato in meno di un mese. La fiducia è ciò che Datome ha ritrovato a Boston, dove è sbarcato nel giorno della Trade-deadline, salutando quella Detroit che quasi mai aveva creduto in lui.
Boston è un simbolo fondamentale dell’NBA e, nonostante il momento di stallo che sta vivendo la franchigia, è sempre motivo di grande orgoglio indossare la maglia bianco-verde: “Sicuramente è stato un cambiamento molto importante, perché finalmente mi sento parte della squadra, delle rotazioni e quindi sento di contribuire ai risultati di squadra” ha detto Datome. Tutto vero. Dal momento del suo arrivo, Gigi si è potuto sempre sentire parte integrante del gruppo. Nonostante nelle prime partite non abbia giocato granché per ovvi motivi di ambientamento, il primo squillo di tromba non s’è fatto attendere molto, arrivando contro i Cavs di James e Irving: 7 punti e 5 rimbalzi in 15 minuti scarsi; Datome c’è e Stevens lo capisce, dandogli fiducia (e soprattutto minuti) in un match delicatissimo contro i Miami Heat, in uno scontro diretto per i Playoffs. Gigi gioca 21 minuti e dimostra a tutti (e in particolare ai Pistons) il perché bisognava credere in lui: 6-9 dal campo e 13 punti che contribuiscono in modo decisivo sulla vittoria dei Celtics all’AA-Arena di Miami. Una rivincita importante per lui, un’occasione grazie alla quale inizia a farsi apprezzare dai tifosi.
3 – Idolo del TD Garden
Già, i tifosi. I fans dei Celtics sono stati sicuramente un elemento importante nella rinascita del nostro Gigi, capaci di supportarlo sin da subito senza pregiudizi circa lo scarso impiego avuto a Detroit, venendo poi ripagati da tale supporto rimanendo piacevolmente sorpresi dalla rinascita di Datome: “Penso che tutti siano sorpresi perché rappresento qualcosa di nuovo. Ovviamente mi fa piacere l’affetto dei fans. In tanti mi sostengono sui social media e questa è una cosa che apprezzo tantissimo”. Ma si sa, il campo è sempre l’ultimo a parlare e, Datome, è proprio li che sta raccogliendo maggiori consensi. Professionalità, impegno, costanza e punti dalla panca: l’italiano ha così stupito i tifosi del TD Garden, rimasti esaltati da ciò che Gigi ha mostrato sul parquet, tanto da ricevere sempre una bella fetta di applausi per le sue giocate ma non solo. Durante il corso di Philadelfia-Boston, dagli spalti si è alzato un coro che inneggiava il suo nome: “E’ divertente che i tifosi cantino il mio nome” dirà Gigi a fine partita. Datome sembra aver fatto breccia nel cuore dei tifosi che, nonostante i numeri registrati finora recitino 4.8 punti, 1.3 rimbalzi e 0.4 assist di media, apprezzano l’apporto che l’italiano ha dato nelle ultime partite, come dimostra il coefficiente PIE, che valuta il suo impatto sulle partite pari all’11,1%; lo stesso impatto stimato per Lou Williams per intenderci, considerato dai molti il papabile sesto uomo della stagione. I tifosi ormai lo adorano, merito delle sue prestazioni ma anche, forse, del suo look stravagante che lo rende un vero e proprio beniamino dei tifosi, segno che la fiducia è tanta e che la gente apprezza il suo talento.
Per Datome l’esperienza NBA non è stata sicuramente tra le più facili, complice una scarsa fiducia da parte dei coach passati da Detroit, tramutata quindi in pochissimi minuti giocati. Eppure le abilità ci sono e Datome lo sta dimostrando a suon di soddisfacenti prestazioni che stanno convincendo sempre di più tifosi, dirigenti e soprattutto coach Stevens, che sembra ormai farlo entrare stabilmente a partita in corso. L’auspicio è che Gigi possa continuare su questi livelli, migliorando laddove possibile. La Post-Season è lì ad un passo e, in fondo, tutti facciamo il tifoso affinché Datome possa raggiungere un traguardo così importante come i Playoffs.
Per Nba Passion,
Mario Tomaino